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Il caso

Ucraina, il crollo della diga di Kakhovka è una catastrofe ecologica

Contaminazione chimica dei terreni, specie dei parchi nazionali a rischio, mine trascinate dall'acqua e inquinanti che potrebbero arrivare fino al Mar Nero e alle riserve protette dall'Unesco. Le autorità Ucraine: "Presto per stimare danni, ma è un ecocidio"
3 minuti di lettura

Una catastrofe ecologica "peggio di Chernobyl". In queste ore la priorità, dettata dall'emergenza della distruzione della diga di Kakhovka in Ucraina, è assistere 16mila persone sfollate e altrettante che non avranno più accesso ad acqua potabile e servizi.
 

L'INTERATTIVO Kherson prima e dopo il crollo della diga


Sul lungo termine però, avvertono gli esperti, il danno alla grande diga alta 30 metri e fondamentale per il cuore agricolo dell'Ucraina potrebbe risultare fatale per un numero elevatissimo di specie in territori che arrivano sino al Mar Nero e che coinvolgono anche Turchia e altri Stati. Ostap Semerak, ex ministro dell'ecologia e delle risorse naturali dell'Ucraina, si è sbilanciato nel dire che questa tragedia "avrà un impatto su Romania, Georgia, Turchia e Bulgaria.

Diga distrutta, a Nova Kakhovka centinaia di case allagate: i cigni nuotano nel centro della città


"Sarà dannoso per tutta la regione" ha dichiarato aggiungendo che si tratta della più grande catastrofe ambientale in Europa "negli ultimi 10 anni, e penso che potrebbe essere la peggiore in Ucraina da Chernobyl nel 1986". Il punto ora sarà capire, al ritiro delle acque, quale sarà la condizione dei territori.
 
Ciò che si sa è che un'enorme massa d'acqua ha travolto città, stazioni di servizio (con carburante), aziende e industri e questo potrebbe comportare che una vastissima area, dedicata anche all'uso agricolo come per le coltivazioni di grano e olio da girasole, venga contaminata da prodotti chimici e petrolifero con il rischio che possa sfociare nel Mar Nero. Alcuni video sui social mostrano già come in alcune zone dove l'acqua si è ritirata ci sia una gigantesca moria di pesci.

 

Diga crollata a Nova Kakhovka, la casa trascinata dalla corrente del fiume

Se ci immaginiamo che la diga è una delle più grandi al mondo a livello di capacità di invasi, con un volume d'acqua grande quasi quello del Great Salt Lake degli Usa, è facile pensare all'impatto che potrà avere nel tempo il rilascio di una quantità tale di acqua.
 
Il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelenskiy ha già parlato di un possibile caso di "ecocidio" parlando di "una bomba ambientale di distruzione di massa" e anche dall'Europa, come nelle parole del ministro tedesco degli Esteri Annalena Baerbock, arrivano le prime dichiarazioni di "catastrofe ambientale" in atto.
 

Se per ora sembra scongiurato un possibile danno da contaminazione della centrale nucleare di Zaporizhzhya (che è a 160 km) restano però alti i rischi per un inquinamento da prodotti chimici e petroliferi che potrebbero coinvolgere soprattutto le aree a valle del fiume Dnipro.

Kherson, dal drone le immagini della gigantesca area inondata. L'acqua lambisce le chiome degli alberi

Nello specifico si teme per la distruzione di ecosistemi in cui vivono pesci, molluschi e diverse specie acquatiche, ma anche impatti negativi per i parchi nazionali di Nyzhniodniprovs'kyi, Kam'yanska Sich, Biloberizhzhia Sviatoslava, la Riserva della biosfera del Mar Nero che è patrimonio dell'UNESCO riserva della biosfera e il Kinburn Spit Regional Landscape Park.
 

Non solo: l'acqua, trascinando tutto, potrebbe aver spostato una serie di residuati bellici legati all'invasione russa, come ad esempio le mine, rendendo sempre più complessa  e pericolosa la permanenza nel territorio e la stima dei danni. Una delle componenti più preoccupanti della tragedia, che probabilmente sarà chiara solo nei prossimi giorni, è la possibile contaminazione da prodotti chimici industriali e petrolio fuoriuscito dalla centrale idroelettrica nel fiume Dnipro. I responsabili della società che genera energia idroelettrica hanno già spiegato che ci si aspetta un impatto "significativo" a livello ambientale e che "il numero di pesci diminuirà gradualmente".
 
Per esempio ci sono 400 tonnellate di petrolio che servono per i trasformatori della centrale idroelettrica che potrebbero essere stati coinvolti nella contaminazione. Secondo le autorità ucraine probabilmente 150 tonnellate sono già fuoriuscite ma potrebbero essere molte di più. A tal proposito il ministro dell'Ambiente ucraino Ruslan Strilets ha già affermato che si stimano tra 600 e 800 tonnellate di greggio che potrebbero in generale fuoriuscire e il danno ambientale relativo, come minimo, è stimato intorno ai 50 milioni di euro. A livello di ecosistemi, "alcuni li abbiamo persi per sempre" ha raccontato alle agenzie stampa.
 
Ma i danni reali saranno quantificabili solo in futuro: per esempio quelli relativi alle specie uniche che abitano a valle della diga o quelle presenti nella Riserva della biosfera del Mar Nero che ospita cavalli selvaggi e diversi uccelli protetti. Così come quelle che popolano foreste e parchi nazionali già impattati da duri mesi di guerra e incendi.

 Per ora purtroppo, l'unica certezza, è che i 300 animali dello zoo di Nova Kakhovka sono già morti. Nel frattempo, in attesa di capire e avere una prima stima dei danni, crescono le preoccupazioni in tutta Europa: anche il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres, commentando quanto accaduto, ha parlato senza mezzi termini di "catastrofe ecologica" in corso.