"Cop26 non è ancora finita. Esprimerò il mio giudizio solo alla fine". Scuote la testa, anche quando gli si chiede qual è il futuro che aspetta le sue tre nipotine. Antonio Guterres, Segretario generale delle Nazioni Unite scambia qualche battuta con Green&Blue mentre lascia Glasgow su un aereo diretto a Londra, quando ormai le delegazioni, da due settimane accampate allo Scottish Event Campus, sono ai tempi supplementari per trovare un accordo.
Di prima mattina gli sherpa avevano messo a punto una nuova bozza, la terza in una settimana, ma senza sostanziali novità rispetto alla versione precedente. Eppure due giorni fa in plenaria Guterres aveva provato a sferzare i delegati delle quasi 200 nazioni presenti a Cop26, rivolgendosi soprattutto alle più ricche: "Gli annunci fatti all'inizio di questa Conferenza di Glasgow sono incoraggianti, ma assai lontani dall'essere sufficienti".
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Il riferimento era agli accordi sulla deforestazione, sul metano, sullo stop al finanziamento del carbone all'estero. Intese tra più Paesi che la settimana scorsa avevano sparso ottimismo sull'esito finale di questa Cop26.
Il passare dei giorni ha fatto però riemergere i soliti ostacoli: soprattutto la resistenza dei big dei combustibili fossili ad accelerare la decarbonizzazione e la difficoltà nel reperire i 100 miliardi l'anno promessi ai Paesi in via di sviluppo.
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Persino Guterres sembra scoraggiato mentre lascia Glasgow e, come uno dei tanti delegati da troppo tempo lontani da casa, prima del decollo dal suo posto in business class saluta un familiare in videocall.