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Il dibattito

Trasporti, il nodo delle emissioni

Trasporti, il nodo delle emissioni
Il tema della decarbonizzazione di navi, aerei, treni sarà al centro di un dibattito al Festival di Green&Blue. Dall’idrogeno alle energie rinnovabili: molte aziende stanno studiando delle soluzioni
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Navi, aerei, treni e ovviamente macchine e camion. Il trasporto di merci e persone sulla lunga distanza è fra gli ostacoli maggiori nel processo di decarbonizzazione. Con l'unica eccezione della rete ferroviaria, che quantomeno usa in parte energia elettrica per muovere e quindi può virare verso le rinnovabili abbassando sempre più le emissioni. Sul resto invece di passi avanti ne devono esser fatti tanti. Il 7 giugno a Milano, al Festival di Green&Blue "Earth for all" (Una Terra per tutti), sentiremo cosa avranno da dire in merito Pierroberto Folgiero, a capo di Fincantieri, il suo collega Luigi Corradi di Trenitalia e Giampiero Massolo, presidente di Mundys, l'ex Atlantia. Un incontro, moderato dal direttore di Repubblica Maurizio Molinari, per fare il punto su quel che serve per raggiungere gli obiettivi che ci siamo dati in Europa: abbattere l'emissione del 55% entro il 2035 rispetto ai livelli del 1990, per poi portarle allo zero nel 2050.

"Fincantieri punta sull'idrogeno", ha spiegato Folgiero a questo giornale. "Ovviamente il passaggio a navi di dimensioni grandi come quelle da crociera sarà graduale. Nel 2027 lo utilizzeremo nelle manovre in porto in abbinamento con un motore a gas liquefatto. Nel 2030 saremo in grado di associarlo a un motore a metanolo, con un abbattimento del 61% delle emissioni". Tutto ciò partendo dai propulsori diesel attuali che sono molto inquinanti.


Per i treni la strada è parzialmente in discesa. Già oggi sono dodici volte più efficienti dal punto di vista energetico rispetto al trasporto aereo e secondo l'Agenzia europea dell'ambiente (Aea), abbiamo un'elevata quota di binari elettrificati, circa il 57% della rete dell'Unione e il 70 di quella di Trenitalia, con una parte crescente di energia rinnovabile. Nei trasporti in generale si va dal 34% della Svezia, al 5,6 della Grecia o al 10 dell'Italia, che è poco sotto la media Ue.

Restando alla rinnovabili, durante sempre il 7 giugno parlerà anche Nicola Lanzetta, direttore Italia di Enel, azienda che sotto la guida di Francesco Starace di traguardi ne ha raggiunti diversi, prima di esser sostituito dall'attuale Governo. Ha però mantenuto l'ottimismo: "Tra dieci anni in Italia potremo avere l'85-90% di energia da fonti rinnovabili", ha spiegato qualche giorno fa al Festival dell'Economia di Trento.


Mundys, nel frattempo, tenta di azzerare entro il 2040 le emissioni che produce direttamente. In gergo si chiamano "scope 1" e "scope 2", mentre "scope 3" si riferisce ai gas serra che sono conseguenza delle attività di una società ma non dipendono da lei. Nel caso di un'autostrada ad esempio, i veicoli che la percorrono. "Abbiamo individuato ben 150 filoni per arrivare all'obiettivo del 2040", ha raccontato a Repubblica Katia Riva, responsabile sostenibilità di Mundys.

Sarà interessante ascoltare, riguardo alle infrastrutture, anche cosa dirà Davide Ciferri, responsabile Unità di missione per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). Perché di settori che si muovono a velocità differenti ne vedremo tanti il 7 a Milano. Ad aprire la giornata Roberto Battiston, saggista ed ex presidente dell'Agenzia spaziale italiana (Asi). Ha appena pubblicato L'alfabeto della natura. La lezione della scienza per interpretare la realtà. Una lezione preziosa, visto quanto la realtà si fa complessa quando si racconta di soluzioni per affrontare la crisi climatica.