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Aziende sostenibili

Deloitte, la sfida del climate change si vince solo collaborando

Stefano Pareglio, presidente di Deloitte Climate & Sustainability di Deloitte Italia, raccomanda alle aziende di agire per "cogliere le opportunità della transizione"
2 minuti di lettura

Il nostro Paese, come tutto il Mediterraneo, è un hotspot climatico: uno spazio nel quale i cambiamenti climatici assumono una rilevanza superiore a quella registrata a livello globale. Per questo la sfida della mitigazione e dell'adattamento richiede un'azione articolata e impone una collaborazione tra pubblico, privato e terzo settore. Le imprese, grandi o piccole che siano, sono chiamate a fare la propria parte, non solo perché hanno una responsabilità cui non possono sottrarsi, ma soprattutto perché, così, sono in condizione di ridurre l'impatto del cambiamento climatico sulle proprie attività e di cogliere le opportunità della transizione energetica e ambientale in atto". Stefano Pareglio è presidente di Deloitte Climate & Sustainability, la società benefit di Deloitte Italia dedicata ai temi del cambiamento climatico e della sostenibilità, nata lo scorso ottobre per offrire servizi in materia di decarbonizzazione, climate change, economia circolare, supply chain, finanza sostenibile e ESG.

 

Che iniziative adottate?
"Con il programma WorldClimate, ci si è posti l'obiettivo di diventare un'organizzazione "net zero", con una prima riduzione delle emissioni al 2030 validata dalla Science-Based Target Initiative. Non ci limitiamo ad accompagnare le imprese nel percorso di riduzione dell'impatto carbonico, ma operiamo anche per sensibilizzare ogni interlocutore affinché abbia consapevolezza del fenomeno e della rilevanza delle proprie azioni. Da un lato, infatti, assicuriamo un'attività di formazione specialistica rivolta alle nostre persone; dall'altro, con il nostro Competency Lab, organizziamo iniziative di divulgazione scientifica con l'European Association of Environmental and Resource Economists (EAERE)".


Cosa fanno le imprese nella lotta al climate change?
"Lo scorso anno abbiamo rilevato che il 94% delle società quotate italiane ritiene il cambiamento climatico un fatto materiale per sé e per i propri stakeholder. Per rispondere a questa sfida, le imprese misurano le proprie emissioni di gas serra, affrontano la gestione dei rischi fisici e di transizione, si dotano di obiettivi e di piani di decarbonizzazione e intervengono nella governance per assicurare un ruolo effettivo al consiglio di amministrazione. Manca però una sistematica valutazione in termini patrimoniali e finanziari e dei rischi e delle opportunità legati al cambiamento climatico. Ciò consentirebbe una piena integrazione della variabile climatica nella pianificazione strategica di medio e lungo termine, un'ordinata evoluzione del modello di business e un'efficace allocazione del capitale. Senza dimenticare che, oltre ad essere apprezzato dai mercati, un simile approccio diventerà di fatto obbligatorio nei prossimi anni in ragione dell'evoluzione della rendicontazione non finanziaria già pianificata a livello europeo".

 

Qual è la reazione delle aziende con cui collaborate?
"Sta rapidamente crescendo la consapevolezza delle opportunità: ciò richiede visione, capacità di pianificazione strategica e adeguato impiego del capitale. Non è poco, ma neppure va dimenticato il ruolo positivo giocato in questi anni dall'innovazione tecnologica e dall'attenzione che la finanza dedica ai temi della sostenibilità. Ma vanno rimosse alcune barriere: nei costi da sostenere, nel quadro normativo e regolatorio, nel sistema di incentivi offerto alle imprese e ai cittadini, nella qualità della disclosure e dei claim delle imprese e, non ultimo, nella rilevanza attribuita dai mercati alla generazione di valore nel lungo periodo".