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Festival

Legambiente: "Il Piano sul Clima sia ambizioso"

Al Festival di Green&Blue l'appello di Stefano Ciafani presidente di Legambiente. Tra i partiti rimangono le differenze sulle strategie da intraprendere sul tema della transizione ecologica. Ma entro il 30 giugno il Piano dovrà arrivare a Bruxelles
2 minuti di lettura
"Oltre a lamentarci, mettiamoci a lavorare. Approviamo e inviamo a Bruxelles un Piano nazionale energia e clima il più ambizioso possibile. Perché, quando parliamo di clima, stiamo parlando del destino del Paese: andiamo oltre gli schieramenti politici”. Porta la firma di tre diversi governi il Piano di cui ha parlato ieri Stefano Ciafani, presidente di Legambiente. Ospite al Festival Green&Blue a Milano con Paola Mercogliano presidente della Società italiana di climatologia, Matteo Leonardi direttore nazionale di Ecco Climate e Francesca Salvemini, capo della segreteria tecnica del Ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin. Al centro del dibattito, proprio il Pniec che non è solo una scadenza formale, ma lo strumento che ci permetterà di passare da un mondo in cui sviluppo e benessere sono legati ai combustibili fossili ad uno a ”zero emissioni” nel 2050. Con una tappa intermedia nel 2030

Le elezioni europee 2024 e le divisioni sul clima

Nel frattempo, il Pniec è passato da un tavolo all’altro di tre ministri dal 2020, ma il 30 giugno è atteso in Europa. E se in Italia su un punto sembrano tutti d’accordo, ossia che la transizione ecologica è necessaria e mai come adesso il mondo della finanza e dell’industria sarebbe pronti alla svolta, arrivato all’ultimo miglio, di questo sprint iniziale rimane poca traccia. Divisioni politiche, paura di altre economie che possano diventare più “aggressive” e soprattutto una scadenza elettorale: le elezioni europee 2024 hanno messo un freno. Al punto che il clima e gli obiettivi sulla transazione ecologica posti da Bruxelles su energia, casa, automobili e l’economia circolare sono tornati a dividere gli schieramenti politici. Il Centrodestra dice che si va troppo in fretta, il Centrosinistra troppo lenti.

G&B Festival 2023, il dibattito sul Pniec: più coerenza su spesa e obiettivi contro il cambiamento climatico

E ieri nel talk con i tre eurodeputati Maria Angela Danzì del Movimento 5 Stelle, Carlo Fidanza di Fratelli d’Italia e Silvia Sardone della Lega, le distanze sono state evidenti. “Non sono un negazionista climatico, ma non può essere solo l’Europa, le sue famiglie e le aziende a farsi carico del problema. Le nostre emissioni rappresentano l’8 % del totale, mentre il resto del mondo continua ad inquinare e si arricchisce sulle regole che imponiamo a noi stessi”. Parole chiare che non lasciano spazio a dubbi e sulla stessa lunghezza d’onda è la collega leghista Sardone. Completamente schierate dalla parte della transizione ecologica della Ue, Danzì e Alessandra Moretti del Pd che si è collegata al Festival proprio dal Parlamento Europeo: “Dire che da soli non ce la faremo, significa non capire quanto sia importante per il futuro dell’economia in Europa cambiare rotta”. 
 

Il 30 giugno il Pniec sarà a Bruxelles

Intanto il Piano tra quindici giorni dovrà arrivare a Bruxelles. Tra spinte e frenate. A difendere il lavoro del ministro Pichetto Fratin, il suo capo della segreteria tecnica Salvemini: “Il nostro è un approccio più realistico rispetto al 2019. La pandemia e la guerra ci hanno insegnato che lo scenario può cambiare in fretta, quindi bisogna puntare su un ventaglio di misure”. Al momento, le misure di adattamento climatico contenute nel Piano sono 361, tante, ma poche di queste sono previste anche nella legge di bilancio. Quindi non sono state finanziate.

 

"Intercettare i nodi dell'inerzia"

 
“Ma il 2030 è l’ultima frontiera per invertire la rotta. Poi la situazione sarà irrimediabile. Quale sarà l’area più colpita dell’Europa? L’area del Mediterraneo”, ha detto senza mezzi termini la scienziata Paola Mercogliano. Mancano sette anni. Per Matteo Leonardi di Ecco Climate, gli italiani sono pronti ad affrontare il cambiamento climatico: è sotto gli occhi di tutti quanto sia urgente la transizione non solo ecologica ma anche quella economica e sociale: “Il Piano deve intercettare i nodi dell’inerzia. Dare le priorità e capire dove bisogna intervenire in maniera incinsiva e innovativa. L’economia? A chi è restio ad andare avanti, voglio solo spiegare questo scenario. Cosa faremo quando tra dieci anni, vedremo gli effetti distruttivi sulle nostre economie del cambiamento climatico? O siamo preparati alla sfida che ci aspetta oppure siamo destinati a diventare marginali”.