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Economia circolare

Sport e sostenibilità, una partita da vincere tutti insieme

Il mondo dello sport ha preso atto di come il cambiamento climatico sia un problema con il quale fare i conti. Adesso. Ma è possibile creare un grande evento a impatto zero? Di questo e altro si parlerà al Festival di Green&Blue "Earth For All, una Terra per tutti", l'8 giugno all'Ibm Studios di Milano 
2 minuti di lettura

Quanto inquina un gol? E la discesa libera di un campione dello sci? Anche il mondo dello sport, viziato e privilegiato, deve fare i conti con le emergenze causate dalla crisi climatica. Rimasto indietro e messo sotto accusa per l’impatto ambientale causato dalle grandi manifestazioni sportive (dalle trasferte al riciclo dei rifiuti) e dalle infrastrutture non al passo con i tempi, l’industria sportiva sembra aver finalmente preso atto di come il cambiamento climatico sia un problema reale. Con il quale è impossibile oggi non fare i conti. 
Un argomento di grande attualità per l’Italia che si avvia ad ospitare nel 2026 le Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026 e la candidatura di Euro 32. Sul tema “Un altro sport è possibile” si parlerà dunque al Festival di Green&Blue “Earth For All, una Terra per tutti”, la mattina dell’8 giugno all’Ibm Studios di Milano. Un confronto tra Lorenzo Casini, presidente della Lega Nazionale Professionisti di serie A; Veronica Vecci, presidente di Infrastrutture Milano-Cortina 2026, Michele Uva, manager Uefa e Umberto Calcagno, presidente di Assocalciatori.

G&B Festival 2023, la sostenibilità ambientale nel calcio e nelle Olimpiadi invernali

Perché se da un lato i club e le federazioni sportive stanno lavorando per rendere i temi ambientali prioritari, dall’altro non c’è dubbio che le grandi manifestazioni sportive e i loro campioni siano testimonial ideali per mettere in atto buone pratiche. Eventi che rappresentano una potente cassa di risonanza per diffondere messaggi virtuosi. Basta pensare al calcio seguito, da 3,5 miliardi di persone nel mondo e circa 25 milioni solo in Italia. Un potenziale che la Lega ha pensato di omaggiare facendo indossare ai capitani di seria A una fascia dedicata al clima il 22 aprile scorso, la Giornata della terra. Un’iniziativa chiesta da una petizione di Green&Blue promossa dai capitani Domenico Berardi (Sassuolo), Davide Calabria (Milan) e Matteo Pessina (Monza). Un primo passo.

"Lo sport la migliore pratica in campo ambientale"

D’altronde è stato il ministro per lo sport e i Giovani, Andrea Abodi a dire chiaramente in un’intervista a Green&Blue che: “Lo sport deve diventare la migliore pratica in campo ambientale. Oltre a quelle culturali ed educative, ci sono ragioni economiche per questa svolta. Questa è la nostra agenda. Ci vorranno degli anni? Non mi interessa, lo sport può essere il principale testimonial della lotta al cambiamento climatico; e svolgere ogni giorno una funzione educativa ed evocativa, dicendo a praticanti, dirigenti, tecnici, tifosi e alla società civile tutta che questa è la strada da seguire. Il calcio, per il seguito che ha, può fare da locomotiva, guidare una svolta che non deve essere solo testimonianza, ma cambiamento reale”. E a chi dice che il mondo dello sport faticherà a mostrare il suo lato green c’è l’idea di trasformare gli stadi di calcio in comunità energetiche rinnovabili. Sistemi che accumulano energia per distribuirla a chi lavora e vive nei dintorni. É la nuova frontiera per incoraggiare l’uso della produzione di energia alternativa. Non solo. Dove sono nate, le comunità energetiche hanno avuto grandi ricadute positive sul tessuto sociale. Per il calcio potrebbe essere la nascita di una nuova bandiera con i colori di tutte le squadre: quella di aprirsi al mondo.