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Persone

Stefano Mancuso: "Le piante ci salveranno dal riscaldamento globale"

Il neurobiologo: "Gli animali sono lo 0,3% degli esseri viventi del Pianeta, possibile che il mondo vegetale, cioé il 99,7% sia stupido?"
2 minuti di lettura

Qualsiasi agrume, poi un gingko "perché è un fossile vivente, che ha rischiato più volte di estinguersi", e insomma piante, ovunque dove lavora e vive. Stefano Mancuso, il neurobiologo che ha cambiato il nostro modo di guardare anche un filo d'erba, dice di vivere "in piccole giungle. Non posso farne a meno per pensare e lavorare".

"In effetti - spiega - l'amore per le piante passa attraverso la logica: è un amore adulto. Difficile trovare bambini interessati al mondo vegetale, amano gli animali, che riconoscono così vicini. Ma per amare le piante dobbiamo capire quanto sono simili a noi nella capacità di risolvere problemi e comunicare. La mia passione è nata in un momento preciso, quando all'università stavo studiando il modo in cui le radici superano gli ostacoli per espandersi. Vedendo come riescono a percepire un intralcio prima di arrivarci e come elaborano il percorso migliore ho avuto il classico momento "eureka!" di Archimede. Ho capito che sono organismi intelligenti, con capacità diverse dalle nostre, ma non inferiori".

La passione ora è ragione di vita. "Per me è primario portare l'attenzione su un dato: si guarda alla vita riferendosi agli animali, ma se consideriamo i numeri questi rappresentano soltanto lo 0,3% degli esseri viventi sul Pianeta. Possibile che il mondo vegetale, cioè il 99,7% della vita, possa essere stupido? Nelle mie lezioni all'università parto sempre da qui, dalla presa di coscienza di come sopravvalutiamo gli animali. Poi spesso faccio vedere in un time lapse di un minuto cosa riesce a fare una pianta in dieci giorni, come le sue radici trovano una strada in un labirinto e ottengo sempre stupore e curiosità. La mobilità delle piante colpisce sempre, è corretto dire che non si spostano, ma si muovono tantissimo".

Ad aiutare Mancuso in questo impegno per riconoscere alle piante un ruolo ben più importante rispetto a quello di cibo o elemento decorativo, ha contribuito negli ultimi anni anche la crisi climatica. "È chiaro che le piante sono la soluzione concreta al problema del riscaldamento globale per la loro capacità di assorbire anidride carbonica; significa che abbiamo in mano una soluzione straordinaria, bisogna soltanto far capire quanto lo è. Siamo ossessionati dalla tecnologia e invece il futuro sarà fatto di tecnologie basate sulla vita, perché ad oggi un euro investito in alberi è mille volte più redditizio di qualsiasi altra spesa. A volte penso che se chiamassimo gli alberi "colonnine ad alta efficienza per assorbimento di anidride carbonica" avremmo subito molti più soldi da usare per i rimboschimenti".

Mancuso è appunto uno dei sostenitori più convinti della necessità di piantare mille miliardi di alberi entro il 2030. "Ovvio che questa è un'enunciazione generale, vanno piantati in maniera corretta. Mi rifaccio ancora ai numeri: negli ultimi due secoli l'uomo ha tagliato 2mila miliardi di alberi, ripiantarne un miliardo non dovrebbe essere così complicato. Mi stupisce che le critiche a questa idea siano più dure di quelle indirizzate a coloro che disboscano. Queste cose devono convivere, ma mi sembra davvero che si cerchi il pelo nell'uovo: iniziamo a non tagliare più e quindi a preservare le foreste, poi piantiamo il più possibile, lo spazio c'è. Usiamo una superficie del Pianeta che è quattro volte gli Stati Uniti per allevare animali e dargli da mangiare, ma da questa enorme quantità di terra produciamo il 20% delle calorie che usiamo. Non voglio una crociata vegetariana, ma basterebbe ridurre di un quarto il nostro consumo di carne".

Niente fondamentalismi, Mancuso lo ripete: "Sono un criptovegetariano, mi capita di mangiare carne, ma accade davvero di rado". E mettersi di fronte a un piatto di insalata non la disturba? "Mi piacerebbe essere definito come una persona che ha aiutato a vedere le piante da un punto di vista diverso, uno che sta dalla loro parte perché le conosce. Le piante si sono evolute per essere mangiate dagli animali, perché è per loro una maniera per diffondersi. Quindi anche mangiarle fa parte del nostro amore adulto per loro".

DOVE E QUANDO

"Il ruolo degli alberi"
Lo studioso delle piante sarà al Festival di Green&Blue il 6 giugno alle 13.30 in Sala Grande