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Edilizia sostenibile certificata: rispetto dell’ambiente e risparmi

Edilizia sostenibile certificata: rispetto dell’ambiente e risparmi
Gli obiettivi Ue sulle case green sono molto ambiziosi ma la crescente diffusione delle certificazioni anche nel settore edile può aiutare a centrarli
2 minuti di lettura

Gli edifici sono il settore più energivoro in Europa - consumano il 40% dell’energia e generano il 36% delle emissioni di gas serra - e non stupisce quindi che siano finiti al centro dell’attenzione dell’Unione europea. Nella primavera scorsa il Parlamento europeo ha approvato una proposta di legge che prevede che tutti i nuovi edifici debbano essere a zero emissioni a partire dal 2028, mentre quelli esistenti dovranno raggiungere la classe energetica E entro il 1 gennaio 2030 e D entro il 2033. Si tratta di obiettivi molto ambiziosi che hanno sollevato non poche polemiche (soprattutto in Italia dove il patrimonio immobiliare è particolarmente vecchio) e che richiederanno non pochi sforzi per essere centrati. In questa sfida tutt’altro che facile giocheranno un ruolo fondamentale le certificazioni, la cui importanza, non a caso, sta crescendo esponenzialmente anche in questo settore. Uno degli standard più seguiti è il Leed (Leadership in energy and environmental design), che è stato sviluppato dal U.S. green building council (Usgbc). Nato nel 1994, il sistema Leed è cresciuto grazie al contributo di architetti, ingegneri, costruttori, enti governativi e organizzazioni senza scopo di lucro. Gli ambiti in cui è articolato il Leed sono sette: sostenibilità del sito: gestione efficiente delle acque, energia e atmosfera, materiali e risorse, qualità degli ambienti interni, innovazione nella progettazione e priorità regionali. Gli edifici certificati Leed utilizzano le risorse chiave più efficientemente rispetto a edifici convenzionali; i costi di costruzione sono più alti, ma i risparmi conseguiti durante la vita dell’edificio più che compensano la maggiore spesa iniziale.

 

Di recente Gbc Italia ha presentato il suo primo Impact report, realizzato in collaborazione con The European HouseAmbrosetti, che è andato a fotografare il settore dell’edilizia sostenibile nel Belpaese. Il dato più importante contenuto nel documento è quello che stima in 189 milioni di euro il risparmio annuo che si potrebbe conseguire entro il 2030 se si seguissero i criteri dell’edilizia sostenibile certificata.

 

Attualmente lo stock di edifici certificati Leed-Gbc è in grado di generare un risparmio annuo di 170.031 tonnellate di CO2 e di 1,3 miliardi di litri d’acqua, per un controvalore economico di 68 milioni di euro. In aggiunta a questo, la costruzione e ristrutturazione degli edifici certificati ha permesso il risparmio di 324.880 tonnellate di rifiuti, evitando ulteriori 44 milioni di euro di esternalità.

 

“La transizione ecologica non può non passare anche dall’efficientamento del patrimonio edilizio: per questo motivo la diffusione dei protocolli energetico-ambientali Leed-Gbc è una strada da perseguire e sostenere - spiega Emiliano Briante, associate partner e responsabile team Business&policy impact di The European House - Ambrosetti - L’approccio olistico, che guarda l’edificio nel suo complesso e considera l’intera sfera degli impatti ambientali, genera valore per l’intera collettività. Nel nostro lavoro abbiamo stimato che, grazie alla diffusione delle certificazioni, nel prossimo decennio sarà possibile evitare quasi 500.000 tonnellate di CO2 all’anno e risparmiare il consumo di 3,6 miliardi di litri d’acqua”.

 

Per Marco Mari, presidente di Gbc Italia, il Belpaese è tra i primi dieci al mondo in materia di edilizia sostenibile certificata: “Per essere efficaci sui processi di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici, non possiamo più incentivare per gli edifici logiche parziali e agire su singoli aspetti ambientali o energetici o sociali o culturali o economici, ma dobbiamo affrontarli assieme secondo un approccio olistico. Inoltre accettando questa sfida possiamo valorizzare le tante eccellenze della nostra nazione, un nuovo Made in Italy”, conclude Mari.