Le lager, birre a bassa fermentazione di stampo tedesco, che nella versione più chiara rappresentano la stragrande maggioranza della birra venduta nel mondo, sono prodotti piuttosto paradossali. Semplicissime da bere, sono complicate quando si tratta di produrle: pils, helles, monaco, bock sono, infatti, tipologie che richiedono massima cura e sensibilità. Non hanno aromi travolgenti a caratterizzarle, ma piuttosto sottili sensazioni di malto e luppolo. Non ammettono scorciatoie sui tempi e necessitano di un lungo periodo di maturazione al freddo — la lagerizzazione — che dona loro pulizia e profondità.
Come spesso accade per le cose più belle (e buone) dietro al loro aspetto minimale nascondono un costante lavoro di cesellamento e di precisione. Tutto questo lo sanno molto bene al birrificio Mastino, a San Martino Buon Albergo, nella campagna veronese. Mauro Salaorni e Christian Superbi dedicano ai loro prodotti ogni attenzione possibile, tanto da essere diventati un punto di riferimento per chiunque voglia conoscere la via italiana alla bassa fermentazione. Mauro apre il birrificio nel 2007 e per 8 anni le sue birre sono commercializzate solo nel locale di famiglia che ospita l’impianto.
Una decisione rischiosa che però si dimostra vincente tanto che dal 2015 a oggi il birrificio Mastino è in continua crescita quantitativa e qualitativa. La Bern, per esempio, è una doppelbock hell che rappresenta perfettamente lo stile cercato da Mastino: una birra ricchissima di profumi di pane e di miele che nasconde i suoi 7,5 gradi alcolici grazie a un sorso preciso e limpido, ampio nelle note maltate ma senza mai risultare stucchevole.
Birra, quella lager che sa di pane
Eugenio Signoroni
Si chiama Bern e riassume la filosofia di un'intero birrificio, il Mastino, che ha fatto di questo tipo di produzione uno stile di vita