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Plastica recuperabile al 100% e meno sprechi di energia: la rivoluzione green parte dall'acqua

Plastica recuperabile al 100% e meno sprechi di energia: la rivoluzione green parte dall'acqua
Mineracqua lancia la campagna antispreco: grazie al Pet, materiale ultratecnologico, le bottiglie si possono riutilizzare interamente. Il vicepresidente dell'associazione, Ettore Fortuna: "Costi insostenibili, serve l'impegno di tutti"
3 minuti di lettura

Nella bottiglia di oggi c’è già la bottiglia di domani. Il Pet, polietilene tereftalato, non è una plastica come le altre: ha proprietà chimico-fisiche che le permettono di stare a contatto con gli alimenti, ha un’eccellente resistenza e, oltre a essere inerte, può essere recuperata e riciclata al 100%, senza perdita di materiale e con molto meno consumo di energia rispetto alla lavorazione del vetro e dell’alluminio. Per sfatare le fake news riguardanti questo prodotto, la sua salubrità e sostenibilità, e soprattutto per promuoverne il corretto riciclo, l’unica vera arma che abbiamo per salvare il pianeta dalla plastica, Mineracqua ha lanciato una campagna a favore del sistema “bottle to bottle” e sta studiando nuovi metodi per recuperare sempre più Pet e promuovere l’economia circolare.

Gli obiettivi

“Grazie a investimenti significativi nello sviluppo di sistemi innovativi di ecodesign e di produzione tecnologica, le imprese italiane hanno ridotto il peso medio delle bottiglie e oggi immettono sul mercato la stessa quantità complessiva di Pet di dieci anni fa, nonostante l’aumento delle vendite sia stato del 30%”, spiega Ettore Fortuna, vicepresidente della Federazione che all’interno di Confindustria associa le imprese delle acque minerali naturali e di sorgente. “Siamo convinti che solo da un’informazione trasparente possano nascere scelte libere. E con questa nuova campagna ci poniamo l’obiettivo di sensibilizzare il consumatore sull’importanza del riciclo delle bottiglie, che sono fatte di una materia nobile come il Pet che fino a poco tempo fa veniva considerato un rifiuto inutile. Oggi, grazie allo sviluppo e al perfezionamento delle tecniche di riciclo, da una bottiglia esaurita ne nasce una nuova, garantendo così la purezza originaria dell’acqua minerale e lo stesso livello di sicurezza. Già ci sono in commercio bottiglie riciclate al 100%, e molte sono le sperimentazioni in corso, con l’obiettivo di europeo di raggiungere entro il 2025 una media del riutilizzo del 25% del Pet riciclato”.

Ettore Fortuna, vicepresidente di Mineracqua
Ettore Fortuna, vicepresidente di Mineracqua 

Italia leader nell'hi-tech

L’Italia, insieme a Francia e Germania, è tra i primi Paesi produttori di acqua minerale naturale al mondo. “Abbiamo la fortuna di avere sul nostro territorio un prodotto di alta qualità proveniente da giacimenti profondi, protetti ed incontaminati. Qui l’acqua viene imbottigliata alla sorgente, non viene stoccata per più di 24 ore e ha caratteristiche chimiche costanti: la sua purezza batteriologica la distingue nettamente dall’acqua potabile, che non può definirsi pura ma purificata, laddove assoggettata a trattamenti”. Il nostro Paese è l’unico a possedere fonti in abbondanza: in Italia ne sono state censite 700 mentre in Francia sono meno di 50 e in Gran Bretagna non più di 10. “Se abbiamo naturalmente le acque minerali migliori al mondo è merito delle rocce delle nostre montagne, che gli conferiscono le giuste proprietà. Il nostro settore lavora costantemente per garantire la non contaminazione delle fonti. Ci possiamo definire dei “coltivatori di sorgenti” dato che abbiamo delle squadre specializzate che monitorano costantemente le aree circostanti i bacini idrografici per evitare ogni contaminazione antropica e preservare la purezza batteriologica dell’acqua”, prosegue Fortuna. Ma questo non basta. “Abbiamo una tecnologica impiantistica che ci invidiano nel mondo, sia per l’imbottigliamento che il confezionamento. Ridurre il peso delle bottiglie, mantenendo inalterata la sicurezza del contenitore, è stata una impresa da molti punti di vista. Ma un passo necessario”.

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Recupero totale

Il recupero del Pet al 100% è un plus che permette di far capire che non tutta la plastica è uguale. “Oggi si parla tanto di sostenibilità e riciclo, ma in quanti possono dire di poter garantire una reale circolarità? Il Pet riciclato viene utilizzato molto dal settore tessile, ma una volta che diventa un pile o un paio di scarpe la sua vita finisce così. Con le bottiglie invece la storia è un’altra. Così com’è vero che la nostra industria farà difficoltà a recuperare tutto il materiale necessario per arrivare alla soglia del 25% riciclato. Questo perché le 280 mila tonnellate recuperate ogni anno in Italia vengono distribuite prioritariamente all’industria tessile e dell’automobile. Il livello del riciclo del Pet in Italia sfiora la soglia dell’80% e noi come Mineracqua stiamo studiando nuove azioni per recuperare totalmente le bottiglie che mettiamo in commercio, in modo da poter aumentare direttamente il livello di riciclaggio”. Fra le ipotesi al vaglio c’è anche il modello tedesco del vuoto a rendere su cauzione: “È sicuramente efficace ma anche molto costoso, a livello tecnologico, anche perché dovrebbe essere gestito a livello nazionale. Il loro sistema è costato 2 miliardi di euro. Trovare un modello italiano sarà la nostra grande sfida futura”.

Costi alle stelle: serve l'impegno di tutti

Il prezzo di vendita dell’acqua in bottiglia in Italia è il più basso a livello europeo. “La pandemia non ha ridotto i consumi del settore retail e famiglie, mentre l’Horeca è crollato del 90%, così come la vendita delle bottigliette da mezzo litro. Il 2021 è andato sicuramente meglio, ma non ci ha permesso di recuperare le perdite, e si è chiuso con la stangata del caro energia e delle materie prime. È da ottobre che ci è stato chiaro che la situazione stava diventando insostenibile – confessa Fortuna –: se a gennaio una tonnellata di Pet costava 700 euro, a dicembre è arrivato a 1400. Sono aumentati i costi dei trasporti, oltre a essere diventato sempre più difficile reclutare mezzi e autisti. Poi è arrivata la bolla energetica, con aumenti del gas fino al 400%”. Proprio mentre stiamo facendo questa intervista è in corso il tavolo di Confindustria al ministero dello Sviluppo economico sul caro bollette. “Inutile dire che siamo molto preoccupati. Se non verranno trovate delle soluzioni concrete, come faremo a non aumentare i costi?”, s’interroga. “La filiera italiana delle acque minerali è sostenibile. Lo dimostrano gli investimenti crescenti in tecnologie e la sensibilità propria di chi è abituato a lavorare con risorse naturali incontaminate, disegnando il profilo di un comparto attivamente partecipe all’economia circolare e impegnato nella costante riduzione della propria impronta ambientale”. Ma per arrivare a certi obiettivi “servirà l’impegno di tutti”, conclude.