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Hendrik Dierendonck, il macellaio stellato: "Ai miei clienti mostro tutto, dai tavoli da taglio al piatto gourmet"

Hendrik Dierendonck al lavoro
Hendrik Dierendonck al lavoro 
La famiglia che ha cambiato il modo di trattare la carne in Belgio ha 5 negozi, un allevamento e un ristorante segnalato dalla Michelin a Koksije, nelle Fiandre: "Dobbiamo essere creativi come gli chef, fissare degli standard e investire"
2 minuti di lettura

KOKSIJDE (BELGIO). Da piccolo giocava a nascondino nelle celle frigorifere della macelleria di famiglia. Da adolescente, di rientro a casa dalle scorribande in skateboard, trovava un tavolo pieno di ossa di animali da pulire e il papà arrabbiato ad indicarglielo: «“Fai il tuo mestiere con orgoglio”, mi ammoniva, “devi avere rispetto della mucca che è morta, del lavoro dell’allevatore e della tradizione artigiana di cui sei figlio”. Per me è stata la lezione più grande» racconta con gli occhi che gli brillano Hendrik Dierendonck.

Il ristorante Carcasse a Koksijde
Il ristorante Carcasse a Koksijde 
Lo racconta all’interno di quella che fu la prima macelleria di famiglia a Koksijde, cittadina fiamminga famosa per la pesca dei gamberetti a cavallo, e che oggi è un grande locale che affaccia su due strade: se entri da una sbuchi nel ristorante stellato Carcasse, dall’altra in una delle macellerie Dierendonck. «In mezzo - mostra fiero il macellaio-proprietario - le stanze della lavorazione della carne, i tavoli da taglio. Tutto alla vista del cliente, che può guardare il macellaio al lavoro da dietro il vetro. La trasparenza dà fiducia e io lavoro così da 20 anni».

All’inizio i colleghi macellai storcevano il naso, non piaceva questo mettere in piazza tutto, «ma poi - sorride - hanno capito». La filosofia è questa: al consumatore non si nasconde nulla, si mostrano il lavoro e il prodotto con orgoglio. E, infatti, lo stesso ristorante ha ganci in bella vista per appendere i pezzi di carne e Dierendonck esibisce volutamente foto in cui impugna coltelli ancora sporco di sangue.

Hendrik Dierendonck al lavoro
Hendrik Dierendonck al lavoro 
Le foto di famiglia
Le foto di famiglia 
Le carni dei Dierendonck (che hanno 5 negozi, 1 ristorante stellato e una fattoria a Veurne, dove allevano anche la razza bovina rossa fiamminga, che rischiava l’estinzione) sono famose in tutto il Belgio e non solo. «Merito dell’autenticità della mia famiglia e delle posizioni prese - sottolinea Hendrik Dierendonck, 47 anni -. I macellai stavano diventando marionette nelle mani dell’industria della carne mentre io credo che dobbiamo essere creativi come gli chef, fissare degli standard, investire nell'innovazione e nei giovani. Puntare su artigianalità e territorio. Anche per questo alleviamo la rossa fiamminga, perché non tutto deve essere orientato al profitto ma anche al gusto e al territorio».

Raymond e Hendrik Dierendonck, padre e figlio, con le vacche di razza fiamminga
Raymond e Hendrik Dierendonck, padre e figlio, con le vacche di razza fiamminga 
Quando Hendrik Dierendonck ha iniziato, gli amici scuotevano la testa: «Mi dicevano “sei pazzo, fai il macellaio in un mondo che diventa vegetariano!”. La carne diventerà una cosa sempre più esclusiva, è vero, ed è un peccato. Ma non sparirà: si mangerà meno ma meglio». I clienti, osserva, sono molto cambiati negli ultimi decenni: «Ora vogliono conoscere ogni fase della catena produttiva. Sono più aperti e attenti. Se i più anziani sono rimasti legati al classico controfiletto, i giovani si affidano: "Macellaio, cos'hai per me oggi?" mi chiedono». Ma il consumo di carne è ancora sostenibile per il pianeta? «Io credo nell’allevamento rigenerativo. E poi questo mondo ha anche bisogno di bestiame, non tutta la terra è adatta all’agricoltura. Non sono gli animali che stanno uccidendo il pianeta ma il consumo eccessivo degli esseri umani, che sono in crescita costante».