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Che cosa mangio oggi? I vantaggi di pianificare la settimana e poi cucinare

Che cosa mangio oggi? I vantaggi di pianificare la settimana e poi cucinare
Blogger e professionisti raccontano il ritorno di una vecchia abitudine, adatta ai tempi moderni, in momenti di crisi energetica ed economica. E l'hashtag "meal, plan and prep" esplode sui social
5 minuti di lettura

Vecchio metodo per vite moderne, eppure dimenticato. Ciò che un tempo era parte dell’economia domestica, oggi con i social network prende nome anglosassone: meal plan and prep. una tendenza che da Oltreoceano si sta spostando in Italia, destando attenzione e facendo proseliti. Pianificazione e preparazione, su base settimanale, dei pasti in casa.

 

“L’organizzazione non deve essere una performance, non l’ennesima da sostenere nella vita, ma un set di strumenti per migliorare la vita, anche in cucina” esordisce Myriam Sabolla, professional organizer diplomata alla Joia Academy di Pietro Leemann. Con un passato nella comunicazione ha unito le sue due passioni in un lavoro: nota come The Food Sister si impegna “ad aiutare le persone a cucinare con gioia e mangiare bene e tutti i giorni senza dover spendere troppo tempo ai fornelli”. Innegabile che anche gli amanti dei fornelli, a lungo andare, sentano il peso di essere chiamati più volte al giorno a mettere in tavola il pasto per la famiglia. Ed è qui che interviene il plan and prep, abbreviazioni di planning and preparation, ossia pianificazione e preparazione. “Dico sempre di non vederlo come qualcosa di rigido, come obbligo di fare - prosegue la Sabolla -, ma come un aiuto per scaricare parte degli obblighi mentali: non ce ne accorgiamo, ma il pensiero di cosa cucinare per cena, cosa preparare per il pranzo da mettere nella schiscetta, è un pensiero che diventa parte del carico mentale”.

 

La sua è un’incitazione al rigore nella flessibilità, parla proprio di “un timone che possa orientare su ciò che si vuole mangiare durante la settimana”, aiutando a variare gli alimenti e i pasti, evitare gli sprechi di cibo, razionalizzando la spesa e gli acquisti, rifornire la dispensa e il frigorifero in modo razionale. Seguendo l’impostazione da professional organizer sottolinea come “non tutti devono farlo nello stesso modo, ognuno deve trovare la sua modalità. Non solo regolette o schemi settimanali da compilare, ognuno deve trovare la sua quadra. E non è nemmeno detto che sia il sistema per tutti, chi proprio è restio ben venga decidere giorno dopo giorno”.

 

Quanto possa aiutare la pianificazione lo si può capire solo dopo averla digerita, a primo impatto può suonare impegnativo. “Nella vita frenetica che facciamo, ritagliare tempo da dedicare alla pianificazione dei pasti e della spesa può sembrare un controsenso. Come dire: vado di fretta e mi devo fermare per vivere meglio” sottolinea Stella Bellomo, green blogger e content creator. “Corriamo perché dobbiamo fare più di quello che è necessario. Ognuno ha ritmi ed esigenze diverse, trovare un modo unico non è così evidente. Ci sono indicazioni base,  ma mettere in pratica la pianificazione e l’organizzazione dei pasti è qualcosa di estremamente personale e da personalizzare. Alla base del mio approccio c’è il risparmio di risorse, non solo cibo ma anche tempo e denaro”. Questioni sempre più centrali, non solo per l’economia casalinga che passa anche per la cucina, ma anche per il benessere personale.

 

Arrivati a questo punto della lettura, avete già cercato su YouTube le parole chiave? Non ancora scorso i reel di Instagram con hashtag meal prep? Beh se lo farete vi accorgerete presto che il tema è caldo: mealprepideas su TikTok vale 538 milioni di visualizzazioni, mealplan quasi 690 milioni e su Instagram #mealprep conta 14,5 milioni di post. Vediamo di capire meglio, innanzitutto se si tratta di un’impostazione mentale o di un ordine pratico. “Tutti e due, uno segue l’altro - chiarisce Myriam Sibolla -. Dipende da come ciascuno di noi ragiona: c’è chi arriva allo strumento pratico dopo aver fatto ordine mentale e chi, invece, dalla pratica capisce che lo strumento lo aiuta ad avere armonia nei pensieri”. Almeno in quelli che partono dalla spesa arrivano in tavola, passando per la cucina! Dicevamo strumento arcaico, ed è vero: è il sistema che adottavano le donne in passato per gestire la parte del budget familiare destinato alle famiglie, assai più numerose di oggi. Limitavano gli sprechi utilizzando gli ingredienti per diverse preparazioni, riciclavano gli avanzi, pianificavano i giorni della settimana con piatti stabiliti. Giovedì gnocchi e venerdì pesce vi dice qualcosa?

 

Carta e penna suggerisce The Food Sister: “Ci sono tanti strumenti digitali ma non c’è nulla come carta e penna. Si parte dal menu settimanale e si arriva alla lista della spesa. Iniziando da cosa ci piacerebbe mangiare, dai desideri per ritrovare la gioia di cucinare, anche sfogliando qualche libro”. Incasellare i pasti giornalieri, secondo la vita della propria famiglia, aiuta anche ad evitare la noia e le ripetizioni, nonché disporre le categorie alimentari in modo ragionato. Dai desideri si passa alla lista della spesa, facendo prima un controllo di quanto già in casa e comperando ciò che manca. “Il menu pianificato per le prime settimane per essere zero waste sarà in funzione di quello che abbiamo in casa e di ciò che è in scadenza - le fa eco la Bellomo - Svuotare i cassetti della dispensa, inventario del frigo e del freezer, via le cose scadute e rimettere a posto i cibi in ordine di scadenza: first in first out”. Il passaggio successivo sarà contare i pasti della giornata e quante persone saranno a tavola (gli ospiti imprevisti sono sempre i benvenuti!), ed è su queste quantità che si imposta la lista della spesa basata sulle ricette che si intendono preparare. La buona norma, senza entrare nei dettagli nutrizionali e nelle esigenze dei singoli, è che ogni piatto sia composto per metà da vegetali, un quarto di carboidrati e un quarto di proteine, preferibilmente di origine vegetale. 

 

“Fare la spesa una volta a settimana fa risparmiare tempo e risorse” sottolinea Stella Bellomo. E come darle torto? Poi però bisogna fare in modo che tutto si conservi, frutta e verdura più deteriorabile andrà consumata prima per esempio. “È bene dotarsi di un minimo di contenitori a chiusura ermetica, anche sottovuoto evitando le buste usa e getta. Prediligere contenitori che possano passare dal freezer al forno, meglio se rettangolari in modo da essere impilati e incastrati con facilità”. Etichette sui contenitori dove riportare il contenuto e la data di inizio conservazione, una razionale disposizione nei cassetti del freezer divisa per categorie, disporre nel frigo gli alimenti in base alle zone di freddo. E poi c’è il metodo che rende operativo il plan e lo trasforma in prep. Preparare, ossia cucinare. Ed è qui che interviene un altro termine anglofono, il batch cooking, la cucina seriale. Ma non si pensi alla ripetizione, perché uno degli obiettivi dichiarati è anche evitare la noia. “Il meal prep, se pensato in ottica di due o tre giorni, aiuta a pensare ricette con ingredienti complementari. Nessuno ha voglia di mangiare tre giorni di seguito la stessa cosa, però pensiamo ai ceci. Se li si cuoce una sola volta poi si possono usare per l’hummus, per una vellutata, fare delle polpette o un curry. Quattro ricette diverse ma con i ceci cotti una sola volta. Meno tempo e pochi spechi”. Ragionamento che si applica con facile intuizione alla zucca, ai cereali, alle verdure gratinate che possono diventare condimento per la pasta o componenti di una frittata, senza dimenticarle come ottimo contorno. E se pensiamo alla questione del risparmio energetico, comprendiamo anche come una cucina seriale ottimizza l’accensione del forno e ne sfrutta il calore nella cottura di diversi alimenti che poi, organizzati su base settimanale, andranno a comporre, per assemblaggio o con brevi passaggi, i piatti dei giorni successivi. Non ci si limita a verdure, cereali e legumi, il ragionamento si estende a carne e pesce, ma anche a dolci per la prima colazione. Unica accortezza è sempre la sicurezza alimentare e la giusta conservazione, ma il freezer corre in aiuto.

 

Non spaventino dunque i video delle mamme americane che nettano, tagliano, affettano, imbustano, inscatolano a velocità frenetica e ritmo vorticoso. Non è solo questo il sistema, adattarlo alle singole esigenze è la chiave del successo organizzativo: non esiste un metodo valido per tutti. Ed è per questo che le professioniste hanno scritto due libri dove illustrano la tecnica da plasmare sui nostri bisogni. Ne ‘La stagione vegetale’ edito da Slow Food Editore, Myriam Sabolla ha unito in 200 ricette, vegetariane e molte vegane, l’organizzazione alla cucina: “Sono suddivise per stagione, per ognuna non c’è un indice ma sono divise in menu settimanali”. Altresì Stella Bellomo, per Mondadori Electa, ha scritto ‘Organizzarsi in cucina con il meal prep’ dove raccoglie di proposito ricette vegane: “Non ho voluto mettere elementi animali, ma si possono cambiare con semplicità. Dove c’è scritto stracchino vegetale si può usare quello vaccino, dove lievito alimentare in scaglie si  mette il parmigiano grattato. Sono ricette vegane che vengono e sono gustose, insaporirle con le parti animali è più semplice che viceversa”. Insomma, gli strumenti non mancano, bisogna scegliere i propri e comporre il set che possa diventare valido alleato nell’organizzazione della cucina e non far pronunciare con incubo “che cuciniamo stasera?”