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Tra le rovine di Paestum, un vino che è un sogno che s'avvera

Peppino Pagano, titolare di San Salvatore e del Savoy beach hotel
Peppino Pagano, titolare di San Salvatore e del Savoy beach hotel 
L'imprenditore Peppino Pagano è a capo anche del Savoy Beach Hotel e del ristorante bistellato Tre Olivi. Un regno di 70 ettari di proprietà divisi tra vigne, frutteti, uliveti e allevamenti bufalini. Ed etichette ricche di equilibrio, eleganza, aromi mediterranei
2 minuti di lettura

Evviva il Cilento visto dalla generosa abbondanza di ciò che ha creato dal 2004 l'imprenditore del settore turistico Peppino Pagano. Suo il Savoy Beach Hotel e anche il ristorante che lo scorso anno colpì l’attenzione per aver ottenuto 2 stelle dalla Michelin: il Tre Olivi curato dallo chef Giovanni Solofra. 

La bellezza dell'azienda che consta di 170 ettari
La bellezza dell'azienda che consta di 170 ettari 

Quello di Peppino è stato un po’ il realizzarsi di un sogno per onorare il padre Salvatore, viticoltore, a cui è dedicata l’azienda. E in questo modo ha dato un preciso segnale imprenditoriale per l’intero territorio, che ha fatto della sostenibilità - dalla gestione dei vigneti alla cantina, dal packaging green alle rinnovabili - il principio cardine della propria crescita qualitativa.

Oggi possiamo parlare con convinzione di maturità, che si sviluppa nei 170 ettari di proprietà divisi tra vigne, frutteti, uliveti, bosco e allevamenti bufalini. Una culla preziosa di biodiversità che sfiora il mare, abbraccia i templi di Paestum, continua sulle colline di Giungano fino alle montagne di Stio. E cosa dire sulla cantina, modello esemplare anche di ricettività e di offerta culinaria gestita esclusivamente da donne del luogo over 65? C’è poi anche la “Dispensa” con l’offerta delle chicche casearie, mozzarella in testa, ottenute dalle 750 bufale di proprietà e di altri prodotti tipici.

Pagano fra le vigne
Pagano fra le vigne 

Ma torniamo alla selezione dei vini ottenuti negli attuali 42 ettari vitati (450 mila le bottiglie) che si avvale della consulenza dell'enologo Riccardo Cotarella.

 

Il Paestum Fiano Trentenare 2021, dal nome del borgo che sovrasta il vigneto di Cannito, a Paestum, ha colore tendente al verde, a preannunciare un legame con il mondo delle erbe che spicca bene nei profumi di ortica. In bocca ha corpo ed è perfettamente equilibrato. Le uve sono sottoposte a criomacerazione per sei ore alla temperatura di 4°C. La fermentazione si svolge in serbatoi d’acciaio a bassa temperatura. Prima dell’imbottigliamento, il vino matura per 6 mesi sulle fecce fini in vasche d’acciaio. È il Bianco che più ci è piaciuto, avendo ottenuto i 5 asterischi della perfezione.


Ma così anche il Paestum Fiano Pian di Stio 2021 che  vira invece su un'interpretazione più floreale del vitigno. In bocca l'equilibrio lascia spazio a un’acidità più spiccata, viva, vibrante. È frutto di una vendemmia di piccole parcelle selezionate del vigneto di Stio a 650 metri d’altezza. Notevole!

 

Il Paestum Greco Vino Biologico Calpazio 2021 prende il nome dal monte omonimo alle cui pendici sono a dimora i vigneti. I grappoli di greco selezionati sono sottoposti a un processo di criomacrazione per 6 ore. La fermentazione si svolge in serbatoi d’acciaio inox a bassa temperatura. Affinamento per 8 mesi in acciaio. Ha naso di pera speziata e miele d'acacia accompagnati nel sorso da una piacevole acidità che emerge soprattutto sul finale. 

 

Anche il Paestum Rosato Vetere 2021, da uve aglianico in purezza, conferma la filosofia della cantina: bellissimo colore rosa tenue e brillante al tempo stesso, al naso emergono, ma con delicatezza, i profumi di viola e rosa, in bocca ha sapidità e la giusta acidità. Un grande rosato.

Ghiotto sotto ogni punto di vista è poi il Gioì, brut Metodo classico Rosè, da uve aglianico. Finezza delle bolle e freschezza.

Tra i rossi sono due i campioni da Champions: il Paestum Aglianico Jungano 2019 che si presenta con un naso molto interessante, balsamico, con note di rabarbaro e menta, mentre in bocca è morbido, tannico, con una speziatura nel retrogusto che evoca i chiodi di garofano. 

 

Uguale soddisfazione per il Paestum Aglianico “Gillo Dorfles” 2017, omaggio all’artista omonimo, professore di Estetica all’Università di Milano e Trieste, legato al proprietario da una sincera amicizia e innamorato di questi luoghi. Un grande rosso che si apre lentamente con la prima impressione di smalto che lascia spazio a un corredo aromatico dove la china si amalgama alle erbe aromatiche che caratterizzano i migliori amari (anche qui c'è il rabarbaro). In bocca è ampio, caldo, decisamente tannico. Vinifica 24 mesi in barrique.

Che dire, quello di Peppino è un mondo di gusto che sembra non finire mai.

 

 

San Salvatore 1988

Via Dioniso, Giungano (Sa)

tel. 0828 1990900 

Una bottiglia di Fiano Trentenare 2021: 14,50 euro