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Cicloturismo ed enogastronomia: il Piemonte della tavola si scopre pedalando

Cicloturismo ed enogastronomia: il Piemonte della tavola si scopre pedalando
La grande cucina piemontese da esplorare nei percorsi in bike lungo tutta la regione. E in cantiere un grande progetto che unisce il Cuneese al Ponente Ligure e alla Costa Azzurra. Carlevalis (Visit Piemonte): "Ciclovie più ampie e strutturate per accogliere i turisti in itinerari nuovi"
3 minuti di lettura

Il Piemonte del gusto va scoperto in bicicletta e goduto in ogni sua singola sfaccettatura. L’Osservatorio turistico regionale ha condotto uno studio per analizzare i dati del cicloturismo sul territorio, evidenziando che il settore ormai ha ampliato il suo target con l’arrivo di mezzi come le ebike, che hanno permesso di avvicinarsi alle due ruote anche i più restii, sommandosi alla già fitta platea che ama esplorare il nostro Paese con mezzi cosiddetti muscolari.

In Italia si è registrata negli ultimi anni una crescita esponenziale di cicloturisti: nel 2019 in tutta Italia sono state vendute 1,7 biciclette e quasi 2 milioni di abitanti la usano come mezzo per la mobilità quotidiana. Il cicloturismo, tra utenti italiani e stranieri, ha generato quasi 55 milioni di pernottamenti, ovvero il 6,1% del totale, per una spesa complessiva di 4,7 miliardi di euro, pari al 5,6% del totale, di cui 3 generati da turisti provenienti da altre nazioni.

Una tendenza che nel 2020 è stata confermata dal fatto che l’attività sportiva è diventata il primo motore dei viaggi sul territorio. Il cicloturista che prima organizzava la gita di un giorno, percorrendo circa 25 o 30 km, ora opta per allungare il tragitto fino a 300 km, spalmandoli per due o tre giorni di percorrenza: ciò fa si che si abbia la possibilità di godere non solo delle bellezze paesaggistiche e artistiche, ma anche di quelle gastronomiche.

E su questo fa leva il presidente di Visit Piemonte, Beppe Carlevalis: «Il connubio cicloturista-enogastronomia è fondamentale, percorso attraverso l'iter cicloturistico cosiddetto lento, oltre a scoprire paesaggi nuovi, c’è la possibilità di fare delle piacevoli soste. Dopo aver pedalato, la giornata finisce in bellezza e cosa c’è di meglio di una bella cena, un’esperienza che lascia ricordi poi da raccontare ad amici a familiari e che invoglia l’utente a tornare sul nostro territorio, fidelizzandolo. Come Regione Piemonte, nel 2022 ci siamo mossi moltissimo sul cicloturismo, partecipando a 25 fiere di settore nazionali e internazionali, quindi con una cadenza di circa due per ciascun mese». 

L’attenzione è nel fornire un servizio sempre più ampio e di qualità ai cicloturisti che vogliono scoprire il Piemonte in sella, come aggiunge Carlevalis: «Questo trend è molto positivo perché sempre più persone pernottano nelle nostre strutture, visitano i musei e poi si concedono qualche sfizio a tavola. Non dev’essere sempre per forza un’esperienza stellata e siamo felici che tante nostre strutture offrano qualità e servizi, dalle osterie più semplici a ristoranti più ricercati. In aggiunta, pensiamo a percorsi strutturati e infrastrutturati con colonnine di ricarica per chi utilizza bici elettriche così da permettergli di lanciarsi all’avventura senza l’ansia di non arrivare alla meta prefissata, oltre a una maggiore copertura anche della rete mobile e wifi nelle località di montagna».

Dai plin agli agnolotti, dal vitello tonnato ai tajarin al ragù di coniglio e tartufo fino ai vini di tutta la regione, a partire da Nebbiolo e Babera, per scoprire anche i bianchi quali Arneis ed Erbaluce che sta vivendo una rinascita d'oro: l'offerta è amplissima e i percorsi ciclabili del gusto sono costellati di trattorie e ristoranti da scoprire dove fare una ricca tappa di gusto. Gli itinerari da scegliere sono i più varie e tagliati in base alle proprie preferenze e stagioni: un vastissimo ventaglio di possibilità, curate da Visit Piemonte, diretto Alessandro Zanon, da poter consultare sul sito visitpiemonte.com. Con la possibilità di raggiungere in pochi chilometri il mare e la Francia.

«Dobbiamo far rete per far invogliare gli utenti a restare sul nostro territorio regionale e a visitare ogni angolo - prosegue Carlevalis - creando relazioni tra le diverse provincie, oltre a sviluppare reti intraregionali e con le nazioni limitrofe. Negli ultimi anni stiamo poi lavorando a un grande progetto che unisce il Cuneese al Ponente Ligure e alla Costa Azzurra per realizzare ciclovie ancor più ampie e strutturate per accogliere sempre più turisti».

Il convegno in Regione Piemonte sul tema cicloturismo
Il convegno in Regione Piemonte sul tema cicloturismo 

Gli fa eco l’assessora regionale a Cultura, Commercio e Turismo, Vittoria Poggio: «Le linee di indirizzo strategico per il turismo in Piemonte, approvate dalla Giunta regionale alcuni mesi fa, hanno individuato nell’Outdoor il prodotto turistico cardine. Disponiamo infatti di vastissime reti di sentieri e panorami splendidi e variegati che favoriscono le escursioni a piedi e in bicicletta e dove è facile coniugare gli altri elementi di punta della nostra offerta, come l’enogastronomia, la cultura e le tradizioni».

Poi, nello specifico, l’assessora ha aggiunto: «Il cicloturismo nella visione della Regione Piemonte per il settore turistico nel breve e medio periodo, è quindi uno dei focus della programmazione. Nel 2019 abbiamo approvato il documento relativo alla Rete dei percorsi ciclabili di interesse regionale: una rete a maglia larga di ciclovie continue e sicure, collegata ad analoghe infrastrutture degli Stati e Regioni confinanti per sviluppare il prodotto turistico del cicloturismo. Inoltre, tra le ultime nostre iniziative ci sono i 16 progetti di recupero delle strade storiche di montagna tra Vco, Biella, Vercelli, Torino e Cuneo con un investimento di 850.000 euro, contributi a fondo perduto fino a 50.000 euro per albergatori e strutture ricettive per e-bike e colonnine di ricarica, il miglioramento della segnaletica e l’individuazione di spazi adeguati al parcheggio delle biciclette. I prossimi passi punteranno l’attenzione anche sul tema delle normative riguardanti le professioni di accompagnatore cicloturistico (e non solo), per le quali emerge la necessità di un tavolo a livello nazionale che armonizzi le norme regionali con una legge quadro, a salvaguardia della professionalità degli operatori che hanno fatto percorsi virtuosi di formazione e aggiornamento». Senza mai dimenticare il tema purtroppo sempre d’attualità della sicurezza stradale, come ricordato durante la conferenza, perché sono troppe le vittime su due ruote in tutto il Paese ed è necessaria una maggiore tutela dei soggetti più fragili per permettergli di godersi queste esperienze senza rischi, salvo quello di divertirsi troppo.