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Coppa del mondo di sci a Courchevel, il villaggio di montagna con 9 ristoranti stellati

Coppa del mondo di sci a Courchevel, il villaggio di montagna con 9 ristoranti stellati
Nella località francese dove si terranno le gare c'è un'incredibile concentrazione di locali gourmet, per un totale di ben 15 stelle. Ve li raccontiamo
4 minuti di lettura

Dal 6 al 19 febbraio, Courchevel e Méribel, stazioni sciistiche delle Alpi francesi, ospiteranno i Campionati del mondo di sci alpino. I riflettori saranno puntati sulle due località della Savoia, con supporters in arrivo da ogni parte a tifare per i protagonisti del circo bianco. Ma l'interesse non si limita all'ambito sportivo, perché Courchevel vanta un primato difficilmente eguagliabile per un villaggio di montagna: quello di avere ben nove ristoranti stellati per un totale di 15 stelle (alcuni sono tri o bistellati). A questo panorama, già molto invitante, si deve aggiungere un altro ristorante stellato a Méribel in un contesto alpino che offre oltre cento indirizzi per sedersi a tavola. Un vero e proprio paradiso per gli sportivi amanti della buona gastronomia, visto che in questo comprensorio si può sciare scegliendo ogni giorno uno stellato diverso dove fare sosta. E anche chi non ama mettere gli sci ai piedi può muoversi facilmente con le navette gratuite che collegano le diverse località, poste ad altitudini diverse, che formano il comprensorio di Courchevel. 

 


Siamo a meno di due ore dal confine italiano del Frejus, in una località che viene considerata fra le più chic delle Alpi, frequentata dal jet-set di tutto il mondo. Una fama relativamente recente, cresciuta dopo le Olimpiadi invernali di Albertville del 1992, quando Courchevel e Méribel furono sede di gare, e che si è consolidata con l'arrivo di grandi catene del lusso alberghiero come Barrière, Cheval Blanc e insegne come Relais & Châteaux che inevitabilmente hanno attirato anche l'interesse di chef blasonati. Qualche nome? Yannick Alléno, Sylvestre Wahid, Sébastien Vauxion, Mauro Colagreco, solo per fare qualche esempio fra i più noti. Sono loro che firmano i menù di ristoranti ubicati all'interno dei palace, la classificazione francese per designare gli alberghi extra-lusso. Così Yannick Alléno è responsabile della carta a Le 1947 (3 stelle) all'interno del palace Cheval Blanc, mentre Sylvestre Wahid ha ottenuto la stella lo scorso anno dopo solo tre mesi dall'apertura del suo ristorante ospitato nell'Hotel Les Grandes Alpes. Discorso a parte quello di Sébastien Vauxion che ha ricevuto da poco il titolo di patissier de l'année dalla guida Gault & Millau. Al Sarkara (2 stelle), ristorante del palace K2, lo chef propone un menù tutto incentrato sui dessert: frutta e legumi, senza zuccheri e sale aggiunti diventano protagonisti di un percorso gustativo decisamente originale.
 

Sébastien Vauxion
Sébastien Vauxion 
Novità di quest'anno è l'arrivo di Julia Demichelis, un curriculum di tutto rispetto, come executive chef all'Hotel Barrière Les Neiges. Si occuperà delle cucine del Fouquet's e del BFire la formula per le cotture alla brace che Mauro Colagreco (3 stelle al Mirazur di Mentone) ha portato anche sulle Alpi. Non è comunque necessario spendere delle cifre esorbitanti per sperimentare una bella esperienza gastronomica in quota. Alcuni ristoranti di ottimo livello propongono formule convenienti (attorno ai 50 €) a mezzogiorno. Con il vantaggio, in molti casi, di pranzare in una bella e panoramica terrazza assolata. A La Tania, uno dei villaggi di Courchevel, il ristorante Le Farçon (1 stella) ha una cucina legata al territorio, ma in senso allargato. Lo chef Julien Machet presenta infatti ai clienti una carta geografica con i territori che formavano l'antico Duché de Savoie: sulla carta, quella del ristorante, si trovano piatti ispirati dai prodotti della Savoia, naturalmente, ma anche del Piemonte, della Liguria e della Sardegna. Julien si definisce un "cuoco contadino" e ama mostrare le sue mani da lavoratore. In effetti è un enfant du pays essendo nato a Bourg Saint-Maurice, non lontano da Courchevel: il formaggio Beaufort, uno dei più famosi della Savoia, se lo fa arrivare dal cugino che fa l'allevatore a Pralognan, nella valle vicina. E quando ha tempo porta gli ospiti a vedere la cella frigorifera dove conserva quarti di mucca di razza locale che lui lavora direttamente.
 

Le Farçon
Le Farçon 

Spostandoci a Le Praz, uno dei villaggi più antichi dove le nuove costruzioni non hanno presso il sopravvento sulle abitazioni in stile tradizionale, troviamo Le Bistrot du Praz, un indirizzo più informale ma dall'ottima cucina (segnalata con il Bib Gourmand) dove i prodotti locali incontrano l'ispirazione orientale dello chef. Probabilmente i posti in terrazza saranno molto gettonati in occasione dei campionati mondiali: siamo di fronte all'arrivo della mitica pista L'Éclipse, scenario della discesa libera maschile. Sempre a Le Praz, il ristorante l'Azimut (1 stella) è un posto più intimo consigliato per la cena. Lo chef François Moureaux si divide fra le Alpi e il Giura di cui è originario e dove, da maggio a ottobre, cura il ristorante-hotel di famiglia. Ma dal 2007 l'inverno è dedicato a Courchevel che, proprio in inverno, vive la stagione più affollata. La sua è una cucina tradizionale e ben eseguita: foie gras in diverse versioni, pollo della Bresse, lumache, una bella selezione di formaggi della sua regione d'origine, dal Comté al Mont d'Or. Magari da accompagnare con un vin jaune o un vin de paille, altri emblemi del Jura.
 

 Brasserie Le 80
 Brasserie Le 80 

Se Courchevel 1850, la parte più alta della stazione, è considerata il "villaggio dei miliardari" con tanto di altiporto per chi arriva con il jet privato e dove si trovano gran parte degli hotel e delle boutique del lusso, la vicina Méribel (dove si svolgeranno le gare femminili) ha un'atmosfera decisamente più familiare. Ma non per questo senza ottimi indirizzi da sperimentare. Come L'Ekrin, il ristorante stellato all'interno dell'hotel Le Kaïla guidato dallo chef Laurent Azoulay. Atmosfera elegante, legni avvolgenti e piatti che invitano ad un viaggio fra le regioni francesi, dal Mediterraneo alla Savoia. Per una sosta più informale, c'è la vicina Brasserie Le 80 con un arredamento che richiama suggestioni alla Jules Verne: esplorazioni sottomarine, viaggi in mongolfiera, safari. Il posto giusto per bere semplicemente un calice di vino, degustare un piatto della tradizione ascoltando della buona musica, anche dal vivo. Sempre a Méribel, Le Cèpe è un locale che, come suggerisce il nome, ha un menù basato principalmente sui funghi. Fatte salve eventuali intolleranze, è davvero un'esperienza divertente quella proposta dallo chef Alain Plouzané: porcini e spugnole entrano in tante preparazioni sia come protagonisti del piatto per accompagnare pesci e carni (rognoni e animelle sono fra le specialità della casa) sia come base per una salsa o addirittura di un "cappuccino". La novità di questa stagione è il ristorante Partâjo aperto nel dicembre scorso all'interno del lussuoso residence Pierre et Vacances L'Hévana. Lo chef Charles-Erik Hostier punta sui piatti della tradizione savoiarda, anche se parte dell'ispirazione arriva dalla Borgogna e dalla Corsica. A completare l'esperienza, ci sono le oltre 350 etichette di vini della cantina.