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Un osservatorio sulla Mozzarella di Bufala Campana Dop per tutelare prodotto e consumatori

Un osservatorio sulla Mozzarella di Bufala Campana Dop per tutelare prodotto e consumatori
Servirà a monitorare e migliorare le esportazioni, a garanzia del Made in Italy: il settore vale  530 milioni di euro. Il presidente del Consorzio, Domenico Raimondo: "Le eccellenze agroalimentari del Paese sono il motore economico e vanno difese"
2 minuti di lettura

Tutelare i produttori e i consumatori, è questo l'obiettivo del nuovo Osservatorio economico sulla filiera della Mozzarella di Bufala Campana DOP, nato per proteggere un settore che vale da solo 530 milioni di euro. Un valore che è cresciuto negli ultimi anni, nonostante tutte le condizioni avverse: la Mozzarella di Bufala Campana è infatti il formaggio DOP che ha registrato la crescita di produzione più alta tra il 2016 e il 2022, mettendo a segno un aumento del 26 per cento, a fronte di una crescita media del 10 per cento della produzione certificata dei formaggi DOP. Nel 2022 in particolare sono stati prodotti 55 milioni e 814 mila chili di mozzarella DOP, con una crescita del 3,8 per cento sull'anno precedente.

Dati incoraggianti che vanno però letti in una congiuntura complessa, dove pesano l'aumento dell'inflazione (+17 per cento per i formaggi e i latticini), l'incremento dei costi di produzione e la perdita del potere d'acquisto del consumatore. Come ricorda il presidente del Consorzio di Tutela Mozzarella di Bufala Campana, Domenico Raimondo: "Siamo convinti che le eccellenze agroalimentari del Paese vadano interpretate e analizzate come motore economico. Per diffondere una sempre maggiore consapevolezza di questo ruolo chiave, abbiamo dato vita all’Osservatorio, che è improntato alla valorizzazione del Made in Italy di qualità. La circostanza che questo progetto parta dal Sud è per tutti noi senza dubbio un valore aggiunto".

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Prima DOP del Mezzogiorno, vale da sola il 14 per cento del fatturato dell'intera regione. Una eccellenza che viene sempre più apprezzata all'estero come emerso dai primi dati diffusi dall'Osservatorio economico. Considerando i volumi di vendita totali, l'incidenza di quanto viene esportato all'estero è pari al 35 per cento: in Francia e in Germania soprattutto.

Denis Pantini, responsabile Agroalimentare Nomisma ha raccontato i primi numeri emersi dal dialogo con gli allevatori e dall'analisi delle vendite e dei consumi per arrivare al trend, utile per dare forma al futuro, per capire dove servono miglioramenti e investimenti. "Analizzando i dati emerge anche quali saranno i mercati più promettenti nei prossimi anni: dietro a Francia e Germania, siamo pronti a scommettere su Emirati Arabi Uniti e Stati Uniti".

A patto di tutelare l'originalità del prodotto, come ricordato dal ministro dell'Agricoltura e della Sovranità Alimentare, Francesco Lollobrigida. “In questi primi mesi, con il Governo Meloni – ha dichiarato il ministro Lollobrigida – abbiamo lavorato per rendere centrale la nostra battaglia contro l’italian sounding. Dobbiamo difenderci da chi tenta di vendere prodotti che nulla c’entrano con il nostro sistema di produzione e di trasformazione. Il nostro impegno per proteggere la qualità delle produzioni italiane è massimo, perché abbiamo un patrimonio unico e non delocalizzabile. In questo senso, è anche attraverso il monitoraggio delle filiere che possiamo garantire alle persone di trovare del buon cibo. In legge di Bilancio, poi, abbiamo inserito misure che favoriscono l'innovazione, fattore necessario anche per contrastare quelle patologie che aggrediscono la zootecnia e l’agroalimentare in tutte le sue filiere”.

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Nella partnership con il Consorzio Mozzarella di Bufala Campana e Nomisma anche Unicredit. “Le imprese del comparto mostrano una buona tenuta nonostante il periodo complesso come quello attuale, ma per rafforzarne la competitività è importante pensare a nuovi modelli imprenditoriali costruiti su strategie di medio e lungo periodo come il sostegno alla filiera, la diversificazione dei canali di vendita e delle fonti finanziamento – ha aggiunto Annalisa Areni, Head of Client Strategies di UniCredit Italia –. Le aziende della filiera hanno all’orizzonte importanti opportunità legate sia al PNRR, che è una occasione da cogliere per favorire una vera transizione sostenibile del sistema produttivo, sia al nuovo Piano Strategico della PAC 2023-2027".