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Non solo sci, enogastronomia in alta quota: voglia di degustazioni sulle piste

Non solo sci, enogastronomia in alta quota: voglia di degustazioni sulle piste
Le donne attirate dalle fabbriche di cioccolato, gli uomini dai birrifici. Le nuove tendenze sul turismo in montagna
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In settimana bianca una volta tolti gli scarponi il programma per il relax deve prevedere anche le visite nei luoghi di produzione del cibo, con i giovani pronti a sperimentare la cucina raffinata.

È quanto emerge dal rapporto sul turismo enogastronomico italiano firmato da Roberta Garibaldi, vicepresidente della commissione turismo dell’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) e professoressa di Tourism Management all’Università di Bergamo. In cui si analizza la volontà di unire la vacanza in alta quota con la scoperta delle produzioni locali e della ristorazione. Oltre il 90% degli intervistati vuole partecipare a degustazioni in montagna e i due terzi intende visitare i luoghi di produzione del cibo

 

Nella scelta della vacanza invernale, secondo i risultati dello studio, oggi non conta soltanto la qualità dell'offerta sciistica, ma anche di quella legata alla gastronomia, alla ristorazione e alla produzione di cibi che rappresentano l'espressione del territorio. È la tendenza contenuta nell'anticipazione del rapporto realizzato sotto l’egida dell’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico, che sarà presentato a maggio.

Per la prima volta, il rapporto ha analizzato le attese e le propensioni di spesa del turista che sceglie la montagna come destinazione per le proprie vacanze. Oltre il 90% degli intervistati ha intenzione di unire l'esperienza in montagna con le degustazioni che si possono provare nel territorio.

In particolare, il 68% circa vuole degustare in un ristorante locale i piatti tipici del luogo prescelto e più di un intervistato su 4 ha previsto la visita a un ristorante o un bar storico durante la permanenza in montagna.

L'esperienza di fine dining tra i monti tenta soprattutto la parte maschile e ancor più la fascia di età 18-24 anni, dove si supera il 27%.

E se la cucina tipica di montagna resta il punto di riferimento per la maggioranza degli intervistati, va segnalato come il turista enogastronomico contemporaneo sia sempre più aperto a nuove esperienze. Con i giovani incuriositi da piatti raffinati e rielaborati sulla scia di quanto visto e appreso nel mondo del web, nei vari programmi televisivi, in trasmissioni di approfondimento a tema, e sui social.

“Il binomio enogastronomia e montagna si conferma essere di grande appeal tra i turisti italiani, l’interesse è forte e si traduce nel desiderio di partecipare ad una pluralità di proposte, dalle più tradizionali ai nuovi format tra sport e gusto”, afferma Roberta Garibaldi, autrice del rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano.

“Valorizzare l’enogastronomia nelle aree montane del Belpaese contribuisce ad arricchire l’offerta, la diversifica e la destagionalizza -prosegue la docente- è certamente un’opzione percorribile per slegarsi dai tradizionali modelli turistici ed orientarsi verso forme di sviluppo più sostenibili e in grado di generare benefici diffusi per le filiere dell’agroalimentare e del turismo”.

Roberta Garibaldi, vicepresidente commissione turismo Ocse
Roberta Garibaldi, vicepresidente commissione turismo Ocse 

 

Al di là della ristorazione, una vacanza in montagna offre la possibilità di visitare tanti luoghi di produzione del cibo e questo aspetto sta diventando particolarmente interessante per una piena immersione nel mood territoriale. Due turisti su tre manifestano la volontà di approfondire questa conoscenza organizzando attività di vario tipo. La più “gettonata” è la visita a un'azienda agricola (24%) e a seguire troviamo i caseifici (23%) e le cantine (22%). Tra i maschi si nota una particolare predisposizione a organizzare visite nei birrifici, mentre le donne sono attratte in maggior misura dalle fabbriche di cioccolato.

 

Tra le altre esperienze da provare compaiono la visita a un mercato locale, scelta da oltre il 40% del campione, e alle attività di piccole botteghe artigiane del gusto con oltre il 37%. E più del 57% degli intervistati punta a partecipare a un evento legato all'enogastronomia, meglio se focalizzato sul cibo e a seguire sul vino e sulla birra. Tra le esperienze di turismo attivo, invece, svettano quelle dei trattamenti di benessere (SPA, massaggi, ...) a tema vino, birra e olio. Tra i più giovani (età 18-24) è particolarmente alta l'intenzione di partecipare ad attività sportive all'aria aperta come trekking del gusto, tour in bicicletta o mountain bike tra i luoghi di produzione del cibo.