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Dal peschereccio allo street food in banchina, ecco il ristorante degli under 30

Il peschereccio Alalunga nelle foto di Fabio Immovilli
Il peschereccio Alalunga nelle foto di Fabio Immovilli 
Non solo orate e acciughe, "ma anche lanzardo e tombarello, puntiamo sui pesci poveri. Poco appeal nel nome, ma sono buoni". La sfida di Davide e Mauro a Savona
2 minuti di lettura

Dal peschereccio, in cui si erano inventati il fritto nel cartoccio da asporto, hanno fatto il salto di qualità salendo sulla banchina e mettendo piede e tavolini in darsena a Savona. Pochi metri e il pescato del giorno va a finire nel menù del ristorante che hanno aperto nella Calata dei pescatori chiamandolo con lo stesso nome della loro barca, "Alalunga", nome dedicato al pesce povero "parente" del tonno. 

L'insegna del ristorante 
L'insegna del ristorante  

"Suonava meglio di tombarello, sono pesci poveri, ma saporiti, secondo noi sottovalutati. Non ci sono solo le orate nel nostro mare". Davide Busca e Mauro Mantero, pescatori trentenni, in sei anni hanno vinto e rilanciato la loro sfida, raddoppiandola. La pesca da hobby e passione ad attività imprenditorale e lavoro vero. 

In zona erano stati tra i precursori dell'ittiturismo, contribuendo con Asl, Sanità marittima, Regione e Autorità portuale a colmare il vuoto normativo scrivendo insieme le regole per vendere dalla barca fritture e panini con il pescato fresco del giorno a chi passava davanti al loro attracco. L'inizio è stato difficile: sessanta esposti in poche settimane di residenti e ristoratori vicini che protestavano per i fumi e la concorrenza ritenuta sleale del loro street food senza cappa aspirante.

Dopo il Covid hanno rilevato con successo un locale storico finito all'asta, una trattoria-osteria della tradizione marinaresca nel cuore del porto vecchio, a pochi metri dal posto occupato da Alalunga. Il locale ex Cu de Beu storicamente rappresentava il deposito del pesce: lo hanno trasformato in un ristorante dall'offerta rivisitata, sofisticata e originale. Chiamato sempre Alalunga, diventato un marchio legato alla pesca giovane. "Il menù lo decide il mare è il nostro motto. Proponiamo il pescato in una forma più elaborata, mantenendo intatta la sua semplicità e autenticità". 

L'offerta dei due giovani va dai calamari alla rana pescatrice, passando per naselli, acciughe, palamite, lanzardo e via dicendo. "Pesci che in realtà hanno tutte le qualità organolettiche di quelli più famosi" precisa Davide che  punta a mettere il fritto misto anche sui tavoli del ristorante. "Ma il menù lo decide il mare" ribadisce.

Busca e Mantero hanno vinto la loro scommessa, in attesa di nuove sfide. "Siamo partiti da zero, senza soldi, solo con le nostre idee che abbiamo proposto alle banche. Dopo tanti rifiuti Coldiretti ha creduto nel nostro progetto e ci ha fatto da garante" ci tiene a precisare Busca, 32 anni, delegato regionale dei giovani di Coldiretti Impresa (Mantero è più grande solo di un anno). "Studiavo da ingegnere edile, il mio socio e amico era impiegato nella ditta edile di famiglia. Andavamo a pescare per divertimento, lo abbiamo fatto diventare un lavoro". 

Davide Busca
Davide Busca 

Il loro cartoccio era stato notato dallo chef-star Bruno Barbieri di passaggio in banchina diretto su una delle navi di Costa Crociere in sosta a Savona (con cui Alalunga ha una proficua partnership per l'assistenza a base di pesce fornita ai crocieristi, una volta a terra). Dai panini di pesce in barca sono passati al ristorante a terra con il cuoco Agostino Russo con personale composto da sei under 30. 

 

 

In mezzo anni di sacrifici e fantasia anche per collaborare alla stesura di un vademecum per regolamentare i coni a chilometro zero.  "Siamo stati fortunati- spiega Busca- gli enti chiamati a dare le varie autorizzazioni non ci hanno ostacolato". Ogni tanto può capitare di trovare il cartello davanti ad Alalunga versione ristorante con scritto: "Oggi chiusi, il mare di questi giorni non ci ha permesso di avere abbastanza pescato per il servizio di oggi, dunque siamo costretti a rimanere chiusi". 

Mauro Mantero
Mauro Mantero 

Dopo le maxi navi da crociera Costa e le barche a vela, ora il porticciolo savonese che guarda per il suo sviluppo a Costa Azzurra e Portofino annovera tra le sue attrazioni anche il peschereccio diventato  ristorante. Dal cassetto Busca e Mantero tirano fuori il disciplinare per ottenere l'Igp sulla salatura delle acciughe: l'ennesima sfida. "Bisogna pensare in grande".