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Ostriche e whisky nel raffinato Jutland

Safari a caccia di ostriche  © Morsø Turistbureau  
Safari a caccia di ostriche  © Morsø Turistbureau   
Un viaggio alla scoperta del miracolo danese, dove la cucina è diventata tra le prime al mondo: i segreti di una natura ricca di sorprese  
3 minuti di lettura

Coltivazioni di ostriche, allevamenti di astici e rombi e ricciole, distillerie di whisky, ristoranti dove impera la cucina nordica, nonché una natura ricca di sorprese: costiere battute dal vento, dune di sabbia costellate di fari che sembrano chiese, brughiere senza fine che sono riserve naturali, senza dimenticare i luoghi cari alla scrittrice Karen Blixen che da queste in un piccolo paesino in riva al mare trovò la concentrazione per finire la Mia Africa. Un viaggio in questo lembo settentrionale di Danimarca segnato dal Limfjord, il canale naturale che “taglia” l’estremo nord della penisola dello Jutland, è tutto questo e molto altro ancora, dalle scuole di windsurf ai musei della guerra fredda.

Allevamento di crostacei Veno Seefood, isola di Veno 
Allevamento di crostacei Veno Seefood, isola di Veno  

Per i gourmet un viaggio nel nord dello Jutland aiuta a scoprire i prodotti e la filosofia che sono dietro al miracolo danese, come mai in meno di un ventennio la New Nordic Kitchen di Redzèpi & C, sia diventata una delle prime cucine del mondo, tanto da conquistare stelle Michelin a man bassa e a trionfare al Bocuse d’or (l’ultima vittoria a Lione nelle scorse settimane).

Fiori e funghi in un piatto di Nicolas Min Jorgensen al Tri di Vestervig 
Fiori e funghi in un piatto di Nicolas Min Jorgensen al Tri di Vestervig  

Andiamo con ordine. Il punto di partenza per andare alla scoperta di tesori dello Jutland settentrionale è Aalborg, l’aeroporto dove si approda per muoversi verso la regione di Limfjorden e il parco nazionale nonché riserva naturale di Thy. Una prima tappa si può fare allo stabilimento di acqualtura della Sashimi Royal, dove si alleva la ricciola oceanica, gli avannotti vengono cresciuti in incubatoio e si vedono grandi vasche con i pesci di dimensioni sempre crescenti. Vengono esportate tra l’altro anche in alcuni ristoranti milanesi.

Colazione Hotel Havbadet di Tristet 
Colazione Hotel Havbadet di Tristet  

Poi è d’obbligo fermarsi in uno dei gabbiotti in riva al mare, che d’estate sono punto di partenza per chi pratica il windsurf. Ma di grande fascino in questa zona sono i fari persi tra le dune di sabbia come quello di Hanstholm e quello di Lodbjerg. Il primo fu costruito nel 1842-43 per guidare le navi nel pericoloso viaggio intorno a Hanstholmknuden.

Il faro di Lodbjerg
Il faro di Lodbjerg 

E’ ancora in attività e uno dei più importanti della Danimarca e la sua luce èvisibile a 40 chilometri di distanza. Quello di Lodbjerg non è più in attività ma ha una caffetteria e un piccolo museo naturalistico ed è una meta obbligata per chi fa le escursioni nel parco nazionale di Thy, tra dune di sabbia e brughiere a perdita d’occhio.

Botti della distilleria Thy   
Botti della distilleria Thy    

Thy è anche il nome di una delle nuove distillerie di whisky della Danimarca, messa in piedi in una storica fattoria dai giovani eredi della famiglia che da più generazioni coltiva terra e alleva bestiame. Vale la pena visitare lo stabilimento, tra botti di invecchiamento e nuovi alambicchi, e farsi raccontare come si produce quello che alcune guide hanno definito il miglior single malt d’Europa, in grado di tener testa a quelli dei “cugini" scozzesi.

Whiskey della distilleria Thy 
Whiskey della distilleria Thy  

Oltre al bestiame in questa zona si allevano anche astici, così è d’obbligo una visita al Veno Seafood, uno stabilimento sull’isola di Veno, dove impressionano le vasche di astici blu, di granseole e ostriche di varia grandezza. Per le ostriche però se si viene fin quassù è quasi imperdibile il “safari” che propone il Danish Shellfish Center di Nykøbing: ti danno stivaloni, una cerata e una retina e ti avventuri sulla costa battuta dal vento quando non dalla pioggia a raccogliere ostriche. Puoi anche capire perché i vichinghi originari di queste zone siano riusciti a costruire un impero grazie alle loro navi e alla loro forza. Se non si ha voglia di cercare le ostriche vale però la pena di assaggiarle: sono di dimensioni enormi, più o meno carnose, ma dal sapore intenso e selvaggio.

Cavolfiori e calamari, un piatto dello chef Nicolas Min Jørgensen,al Tri di Vestervig 
Cavolfiori e calamari, un piatto dello chef Nicolas Min Jørgensen,al Tri di Vestervig  

Per mangiare non mancano gli indirizzi, ma di sicuro è da provare a Vestervig il ristorante Tri: sembra una casa di vetro ed è gestito da Nicolas Min Jørgensen, uno chef di origine asiatica che si è fatto le ossa con Redzepi e segue i dettami della New Nordic Kitchen. Così da lui un pranzo può essere una sorta di variazione sul cavolfiore, di cui non butta via niente e ne abbina le varie parti ora a pesci e crostacei ora a carni. Interessante anche la cucina nordica di Limfiordens Hus a Glyngøre, proprio in riva al mare. Più tradizionale quella del ristorante dell’Hotel Tambohus dove si può anche dormire. Sulla spiaggia sono invece le stanze dell’Hotel Havbadet di Tristet, che si autodefinisce Hawaii Cold. Nelle cucine dell’hotel dello Svinklov Badehotel, uno dei più famosi hotel danesi sul mare, a nord dello Limfjorden lavora invece Elisabeth Madsen, la commis del team guidato da Brian Mark Hadsen che ha di recente vinto il Bocuse d’or con un menu ispirato alle favole di Andersen e in cui non mancava un piatto con i rombi che si allevano da queste parti.

Si ritorna ad Aalborg con la nostalgia di un paesaggio nordico dal fascino austero ma anche con la consapevolezza che si può costruire un successo internazionale in campo gastronomico avendo i coraggio di puntare sui propri prodotti e sulla loro valorizzazione: in Danimarca dimostrano che è possibile.