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Alla scoperta di Vienna e del romanticismo soffuso dei suoi Cafè

Nati nel XVII secolo, sono uno dei simboli dell'antica capitale imperiale. Da scoprire tra bellezza, arte e assaggio delle ricette più famose, Sacher compresa
2 minuti di lettura

Si racconta che il primo cafè di Vienna nacque a seguito della fuga precipitosa dei turchi dopo il fallito assedio del 1683: dimenticarono 500 sacchi colmi di chicchi tostati, il commerciante polacco Joseph Kolschitzky intuì l'affare e sulle rive del Danubio nacque lo Zur blauen Flasche, ovvero il primo locale per la degustazione del caffè turco. È invece certa la concessione imperiale, due anni più tardi, a tale Johannes Diobato, armeno, che aprì bottega nel 1685. Il primo caffè su suolo europeo, invece, fu aperto a Istanbul nel 1556: un secolo tormentato, durante il quale il consumo di caffè fu precluso, per breve tempo, agli stessi musulmani: Al-Ghuri, sultano dell’Egitto e del Hijaz, decretò che lo stesso era bandito “perché portatore di corruzione morale”. Stessa cosa fece il sultano ottomano Suleyman al-Qanuni, il quale nel 1546 emanò un editto che vietava il caffè e le caffetterie in tutto l’impero. Pochi decenni più tardi, invece, sarà William Laud, vescovo di Canterbury, a chiedere alla Camera dei comuni britannica una legge che proibisse il consumo di caffè: a onor di cronaca, fece una brutta fine, perché fu decapitato nel 1645, durante la rivoluzione inglese.

Tornando a Vienna: storia e leggenda della prima caffetteria sono entrambe collegate ai fasti di una capitale imperiale gigante per la piccola Austria, ancorata, oltrechè alle statue medagliate di un vigile Cecco Beppe, a un passato fatto di balli in società (sono oltre seicento l'anno) e caffè. A volte i due simboli si intrecciano, come nel Kaffeesiederball, la serata di gran gala organizzata ogni anno dalla Corporazione dei proprietari di caffetterie all’Hofburg. L'ultima, a inizio febbraio, ha visto tra gli sponsor principali Julius Meinl, firma nota nel mondo del caffè, fondata nel 1862: Andreea Postolache, global marketing product director, evidenzia come le caffetterie siano "ancora oggi delle vere istituzioni nella capitale austriaca e rappresentino la continuazione del classico salotto, un luogo dove accogliere e incontrare gli amici, sorseggiare caffè mentre si scambiano idee o, semplicemente cercare, ispirazione guardando il mondo esterno". 

Fra le oltre 130 caffetterie viennesi, quelle più storiche sono quasi sempre piene e transitano senza soluzione di continuità dal servizio della gigantesca Wiener Schnitzel al tè del pomeriggio, con una processione di cioccolate con la panna a perdita d'occhio fra i tavoli e tante,tante torte.



Il viaggio non può che iniziare dall'alleanza dolce-caffè, e da un altro simbolo viennese, la torta Sacher, inventata nel 1832 da un sedicenne, Franz Sacher, per il principe Klemens von Metternich: fu lui ad aprire l'hotel Sacher dove il Café è diventato, ovviamente, un luogo di pellegrinaggio goloso, così come pure per il secondo indirizzo, Sacher Eck, sempre al piano strada dell'hotel. Per contrappasso (oltreché per golosità) d'obbligo anche una visita a Demel, che con Sacher ebbe una lunga diatriba proprio in ordine alla celebre torta. Da non perdere anche Cafè Central, nello stesso palazzo occupato dalla Borsa e dalla Banca Nazionale Austriaca e Landtmann, vicino al municipio e all'università.

Altri indirizzi della top 11: Café Schwarzenberg, con la sua lunga sala dagli arredi in legno e gli specchi in cui si rintracciano ancora i fori di proiettile della seconda guerra mondiale; Cafè Museum, già frequentato da Gustav Klimt e Franz Lehár; di fronte al Museo dell'Albertina c'è il Cafè Mozart, reso celebre dal film “Il terzo uomo”: specialità è la torta Mozart, con cioccolato e pistacchio. Valido il brunch da Hummel, dove si può assaggiare anche il vino speziato Gluhwein; fascino Anni Cinquanta da Café Prückel, dove assaggiare la torta di mele e cannella e, dalla cucina, gli knodel. Toni di cannella anche da Sperl nella sua omonima, fascinosa torta a base di cioccolato; non ultimo, l'elegantissimo Cafè Imperial con la sua Imperial Torte da assaggiare ascoltando il pianoforte dal vivo, e se è bravo è la scusa buona per una seconda fetta.