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San Patrizio: le 11 birre per festeggiare l'Irlanda (oltre la Guinness)

Lorenzo Bossi di Quality Beer Academy ci regala tutte le etichette perfette per brindare a questa festa, amatissima in tutto il mondo 
4 minuti di lettura

Questa è la storia di un immigrato che divenne Santo e la cui vita alla fine divenne il simbolo della Nazione ribelle e indipendente che lo aveva accolto. Finendo, così, per raccontarne lo spirito in tutto il mondo. San Patrizio, morto il 17 marzo 441 dopo aver cacciato dall'Irlanda tutti i serpenti, è l'unico simbolo capace di unire tutta l'isola, da nord a sud e senza distinzioni. E soprattutto è capace di unire tutti gli irlandesi, che sono più presenti oltre i confini nazionali (solo negli Stati Uniti sono circa 33 milioni le persone di discendenza irlandese, circa l'11% della popolazione totale) che in Patria, in un unico abbraccio verde. Verde come le colline irlandesi, ma soprattutto come la primavera, la speranza e il trifoglio e come il colore preferito delle fate. E come la birra. E se questa affermazione è vera solo negli Stati Uniti (ma questa è una lunga storia), è poco ma sicuro che nella patria della Guinness la birra è - quasi - un affare di Stato, un sentire popolare che non si ferma al marchio più popolare. Anzi. Ed è per questo che insieme a Lorenzo Bossi di Quality Beer Academy abbiamo provato a raccontarvi la storia di questo legame antichissimo e stilato una lista delle 11 birre - tranne quella che inizia per G - per onorare al meglio la festività. 


Il legame "tra l'Irlanda e la birra - comincia a raccontare Lorenzo -, è una questione profondamente che affonda le radici nella Storia del Paese. Storia più o meno recente, visto che in realtà le prime celebrazioni", molto diverse da quelle odierne, iniziarono tra il XVII e il XVIII secolo, quando Patrizio vene proclamato Santo. "La festa come la conosciamo noi oggi (che è strettamente legata alla birra, ndr) nasce invece durante i moti d'indipendenza irlandese del 900, quando ci fu la necessità di distinguere la matrice culturale irlandese cattolica da quella anglicana. Fu in questa occasione che il colore ufficiale divenne il verde, proprio per differenziarlo dal blu della bandiera originale, e negli stessi decenni la Guinness, il prodotto più famoso in assoluto, ne divenne il simbolo". Finendo per fare da bandiera e da portavoce di un successo incredibile che ha portato il St. Patrick's Day a diventare una giornata importantissima prima negli Stati Uniti e poi in Europa. "Basti pensare, che ogni 17 marzo anche il Colosseo e la Torre di Pisa vengono colorati di verde" con le luci di scena. Una passione globale facile da spiegare e anche da legittimare, "in quanto l'Irlanda è sempre stata l'underdog d'Europa, il Davide contro Golia. Tenendoci ben lontani dagli estremismi politici e di terrorismo, è più facile simpatizzare per una piccola Nazione che lotta per la sua indipendenza, piuttosto che per il grande stato colonialista. 

 

L'opposizione tra Inghilterra e Irlanda abbraccia, di fatto, anche il mondo della birra. "Correvano i primi decenni del XIX secolo quando in Irlanda divenne, effettivamente, un prodotto nazionale importantissimo" anche a livello economico. "Da allora ancora oggi, e sempre di più, è un prodotto strettamente legato alla cultura del popolo ed è stato un viatico, almeno nei nomi e nelle denominazioni, di sottolineare profondamente la loro indipendenza culturale e di pensiero. Basti pensare alla Stout, lo stile tipico della birra prodotta in Irlanda; in inglese questo termine inizialmente voleva solo significare una birra forte e negli anni lo hanno assorbito" dai loro vicini di isola per andare a identificare quelle che inizialmente per loro erano le Porter. Finendo così per "allontanare, sui loro territori, questo stile da quella che era l'originale interpretazione irlandese. Per questo oggi ogni birra prodotta" sul suolo protetto da San Patrizio "viene identificata con il prefisso Irish, in modo da darle una sorta di denominazione protetta come nel caso delle nostre Igp. Funziona per le Irish Stout tanto quanto per le Irish Red, più simili alle Pale Ale". Divise nel destino, ma con un'origine coune, visto che "nel 1840, quando di fatto la birra esplose nel consumo in modalità più contemporanea, i centri produttivi più importanti erano Dublino e Londra. Le differenze stilistiche erano presenti - conclude Lorenzo Bossi - già allora: i birrai irlandesi utilizzavano un mix di malti chiari e scuri, mentre gli inglesi erano soliti introdurre anche malti caramellati".

 

La nostra selezione 
 

  • Wookey Jack - Firestone Walker 
    Una Black Rye Ipa da 8,3% di gradazione alcolica. Caratterizzata da malti tostati e segale, è luppolata a freddo in modo da mantenere la sua caratterizzazione rustica e un po' selvatica. Come il Wookie di Star Wars a cui il nome strizza l'occhio. 
     

  • Parabola - Firestone Walker 
    Una Imperial Stout dalla gradazione decisamente elevata, oltre i 13,5%, e un corpo dato dalla particolare lavorazione. Viene infatti invechiata per un anno in botti ex-Bourbon di 8 anni. 
     

  • Velvet Merkin - Firestone Walker 
    Otmeal Imperial Stout: ovvero una birra con alla base della sua produzione l'avena. Invecchia un anno in botti ex-Bourbon della Heaven Hill Distillery, un caposaldo della produzione del distillato americano, e con il suo 7.8% di gradazione alcolica è caratterizzata da una grandissima profondità aromatica. 
     

  • O'Hara's Irish Stout - Carlow Brewing Company 
    In questo caso si parla di una Nitro Irish Stout in quanto, come accade solo in rarissime produzioni di alta qualità, la schiuma nella lattina viene prodotta attraverso l'introduzione di una singola molecola di carbo-azoto che le permette, all'apertura, di risultare cremosa ei mportante come una Stout deve essere. 
     

  • Delirium Nocturnum - Huyghe 
    Nonostante non sia tecnicamente una birra nera, come gamma di sapori rientra decisamente tra le preferenze irlandesi questa Dark Strong Ale di 8,5% gradi alcol. Proviene dalla cultura belga e rappresenta in pieno uno degli stili più amati dagli appassionati di birra. 
     

  • Teodorico - Birra Mastino 
    È un birrificio veronese a produrre questa Baltic Porter. Decisamente particolare, è una birra nera a bassa fermentazione, caratterizzata da note di caffè, cacao e toffee. 
     

  • Poculator - Kloster Scheyern 
    Appartiene al gruppo delle Doppelbock Dunkel, le birre scure che nei monasteri venivano prodotte in tempo di Quaresima. Arco temporale in cui, di fatto, cade anche il giorno di San Patrizio. Caratterizzata da una presenza alcolica medio-alta (7,4%), è caratterizzata da un gusto asciutto, non particolarmente abboccato, e da note tostate di liquirizia e cioccolato. 

  • Oyster Stout - Porterhouse
    Storica versione della Stout brassata con ostriche, viene prodotta da uno dei birrifici artigianali storici di Dublino, aon alle spalle circa 34 anni di attività. Scura e cremosa, regala al naso e al palato tutto il ventaglio dei sentori di torrefazione, dal caffè all'orzo, passando per la farina di castagne. 

  • Ghisa - Birrificio Lambrate
    Affumicata e di carattere, nonostante la gradazione alcolica contenuta, questa Smoked Stout è un'istituzione tra le birre nere italiane. Decisamente una delle più famose con le sue note affumicate, resa morbida dall'uso di fiocchi d'avena.
     

  • La birra verde 
    La nostra undicesima opzione non è una vera e propria etichetta di birra ma è, di fatto, la più bevuta nel Paese che ospita più irlandesi in tutto il mondo: gli Stati Uniti d'America. La birra nera agli esordi della diffsione del St. Patrick's Day negli Usa, non era spendibile commercialmente, né come colore né come sapore, nacque così l'usanza di colorare di verde delle semplici Lager. Il colorante naturale più utilizzato è il Blu Curaçao, capace di rendere naturalmente verde il prodotto senza intaccarne troppo il sapore.