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Giornata mondiale dell'acqua, l'oro blu

Emergenza idrica in Kenya
Emergenza idrica in Kenya 
In occasione dell'allarme sulla carenza di risorse idriche per il pianeta ecco il progetto ReStore che sviluppa pratiche di stoccaggio, drenaggio e canalizzazioni utili alle irrigazioni dei terreni 
2 minuti di lettura

Uno sviluppo ecologico integrale del territorio non può che prescindere dalla tutela della risorsa idrica essenziale per l’uomo ma anche per l’agricoltura. Scenari di progressiva siccità meteorologica, agricola, idrologica, e anche socio economica lo dimostrano. 


Tutelare l’acqua nella regione mediterranea, soprattutto in vista degli attuali cambiamenti climatici è un aspetto irrimandabile. Con il progetto ReStore (RE-funzionalizzazione degli Schemi idrici minori finalizzaTO al REcupero e alla valorizzazione del patrimonio paesaggistico, agricolo e naturale) promossa dai Comuni di Pollica e San Mauro Cilento, con il supporto di Enti di Ricerca Applicata, come il CUGRI di Salerno e gestori delle risorse idriche a livello comprensoriale, si sperimenta l’implementazione di un approccio integrato e multifunzionale delle risorse idriche minori a partire dall’area del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano ed Alburni, una delle otto Aree a Designazione Multiple UNESCO nel mondo. 

siccità a Milano
siccità a Milano 

 

Si tratta di una vera e propria reingegnerizzazione di un modello di sviluppo locale ed agricolo mediterraneo a partire da un utilizzo sistemico di tutte le risorse idriche cosiddette “minori” e diffuse su scala locale, generalmente inutilizzate. Con questo sistema è possibile quindi re-introdurre pratiche di stoccaggio, drenaggio e canalizzazione utili per la mitigazione del rischio idrogeologico in aree abbandonate, valorizzare l’agricoltura sostenibile e conservativa mediterranea, riducendo così i quantitativi di acqua di irrigazione necessari per la produzione di varietà locali ad alto valore aggiunto, salvaguardare la rete ecologica locale e la biodiversità, rafforzare gli schemi idrici irrigui e idropotabili locali e implementare un uso più sostenibile delle risorse idriche, preservando l’acqua pulita per uso domestico. 


Un simile approccio multifunzionale volto a valorizzare le fonti idriche minori, è stato implementato a sostegno di eccellenze iconiche della Dieta Mediterranea, come il Pomodoro Giallo del Cilento, attraverso il progetto “Acqua nelle nostre Mani”, di Reckitt Benckiser che in un solo anno (2020-2021) ha permesso di risparmiare 64 milioni di litri d’acqua ripristinando l’antica fonte di Cannicchio (frazione del territorio comunale di Pollica).
Difendere i saperi ecologici tradizionali e le pratiche agroecologiche rigenerative mediterranee rappresenta un altro importante tassello per promuovere diversità e scambi di saperi, oltre che tutelare il patrimonio tangibile e intangibile mediterraneo dai rischi desertificazione, dissesto idrogeologico e scarsità idrica. 

E ancora, ripristinare metodologie, come la gestione olistica del pascolo che aziende agricole rigenerative, come quelle parte del network Rareche Cilento, significa evitare eccessivi prelievi idrici, porre un freno al degrado del terreno e ripristinare la funzionalità ecosistemica del campo, cruciale per assicurare vitalità e materia organica del terreno. Questo aspetto, insieme al ripristino della sua originaria funzione di assorbimento di anidride carbonica, rappresenta infatti una delle principali soluzioni contro l’avanzare della desertificazione, innescata proprio dal progressivo abbandono delle  terre e di pratiche agricole rigenerative. 

Siccità a Palermo
Siccità a Palermo 

In tale contesto, la risorsa acqua si inserisce perfettamente all’interno delle progettualità a sostegno e recupero di varietà arboree locali e spesso dimenticate, come il carrubo o gli stessi uliveti e castagneti, supportando direttamente il recupero di varietà antiche o autoctone e creando l’ambiente abilitante per lo sviluppo di start up giovanili, ma anche la prototipazione di nuove tecnologie capaci di rendere più sostenibile l’agricoltura. In questo ambito accelerare la transizione digitale e spalancare le porte all’innovazione è un imperativo. 


Il Future Food Institute sta oggi coinvolgendo numerosi agricoltori rigenerativi del Cilento nel diventare Test Farms di EIT Food, accogliendo startup e tecnologie sperimentali che potranno diventare una chiave concreta per proteggere le coltivazioni autoctone e tramandare alle future generazioni.