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Frutta e verdura, l'Italia perde il primato nelle esportazioni

Frutta e verdura, l'Italia perde il primato nelle esportazioni
Il 2022 verrà ricordato per il sorpasso delle importazioni rispetto all’export: dall'estero arrivano soprattutto ortaggi e legumi. L'importanza di una dieta ricca di vegetali
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In Italia, è scientificamente provato, dobbiamo la nostra longevità alla buona qualità di vita, ma anche al giusto e frequente consumo di frutta e verdura. È noto infatti che, grazie alla maggiore quantità di sostanze antiossidanti contenute in questi alimenti vegetali, la salute ne giova. Nel 2022 però è successo che da esportatori netti di questo gustoso comparto alimentare siamo diventati importatori di ortaggi e legumi.

 

Quindi si è introdotto in Italia l’esotico, ricco di alimenti che contengono grassi (leggasi avocado, mango e cocco) e la nostra classica produzione vegetale mediterranea tipo frutta fresca di bosco, mele, pere, ecc. soccombe! Infatti, dall’analisi dei dati Istat relativi all’import-export ortofrutticolo italiano, l’anno solare 2022 verrà ricordato per il sorpasso dell’import sull’export a volume. È fondamentale mangiare almeno 5 porzioni al giorno e se possibile di 5 colori diversi perché fa bene, soprattutto se si tratta di alimenti nostrani. Il consumo di frutta e verdura costituisce un importante fattore di protezione nei confronti di sovrappeso e malattie cronico-degenerative, con particolare riguardo per le malattie cardiovascolari, il diabete di tipo 2 e i tumori che sono le principali cause di morte in Italia. In che modo  i cibi vegetali esplicano questi effetti? Hanno una bassa densità energetica, ad esempio con una porzione enorme d’insalata, le calorie fornite saranno poche.

 

Ecco perché si dovrebbe iniziare quasi sempre il pasto con verdura e, se mangiare 60 g di pasta condita con un filo d’olio può essere triste, mangiare gli stessi 60 g con un’abbondante quantità di cime di rapa è molto più appagante.  Una seconda ragione per cui si deve mangiare frutta e verdura è  la presenza in essi di  fibra vegetale, una sostanza che noi non siamo in grado di digerire. Questa parte indigerita transita e favorisce la regolarità dell’intestino. Sono inoltre un prezioso alimento per i nostri amici microbi intestinali, che se ne giovano riducendo e modulando l’assorbimento di grassi e zuccheri. Ma non dimentichiamoci delle vitamine, perché se con l’insalata mista  avremo consumato pochissime calorie, allo stesso tempo avremo fatto il pieno di vitamine e sali minerali. 

 

 

La frutta e la verdura, inoltre, contengono anche altro come le molecole bioattive di ogni tipo, le stesse che spesso risultano responsabili anche della colorazione e che hanno un’azione positiva sulla salute. Da ultimo, ma  non meno importante, è la spiccata presenza di acqua che ci aiuta non solo a raggiungere l’obiettivo giornaliero di liquidi da introdurre, ma contribuisce ulteriormente all’effetto sazietà.  Quindi la nostra produzione è essenziale per la salute e se ne produciamo molto, oltre a proteggere il nostro corpo, si riesce a contenere i costi ed esportare più che importare vegetali esotici. Nel 2022, le aziende italiane hanno esportato poco più di 3,5 milioni di tonnellate, in calo del 3% rispetto all’anno precedente, per un valore di 5,3 miliardi di euro, anch’esso in calo (in misura più contenuta) dell’1,5%.

Per quanto riguarda l’import, invece, i dati sono in miglioramento da un anno all’altro sia a volume, con un +3%, pari a 3,7 milioni di tonnellate, e soprattutto a valore, che sorpassa i 4,5 miliardi di euro, in crescita del 9% rispetto al 2021. La bilancia commerciale chiude così l’anno in rosso se ragioniamo in tonnellate (- 110 mila ton) ma rimane positiva a valore (+ 665 milioni di euro), anche se in calo del 42% rispetto all’anno precedente, quando il saldo economico superava il miliardo di euro.

Legumi e ortaggi sono i principali “colpevoli” di questo capitombolo poiché la categoria in questione ha incrementato le importazioni con trend in crescita a doppia cifra sia a valore (+14%), che a volume (+27%), con un boom delle importazioni di pomodoro che sfondano il muro dei 200 milioni di euro.

Al contrario, la frutta fresca  si difende e mantiene la sua posizione commerciale in quanto è l’unica categoria che, seppure di poco (+1%), ha migliorato i dati a volume rispetto all’anno precedente e porta a casa +5% a valore, sfiorando i 3 miliardi di euro. Insieme al ricorso all’importazione e al calo di produzione può accadere di recedere anche nelle posizioni mondiali di longevità in salute. Un’insidia da controllare e sconfiggere.