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"A 50 anni divento viticoltore": il sindaco molla tutto e produce vino

"A 50 anni divento viticoltore": il sindaco molla tutto e produce vino
Dopo le antenne telefoniche e gli autolavaggi, quattro amici investono sul business della granaccia 
5 minuti di lettura

Dalle antenne telefoniche e gli autolavaggi è finito tra i vigneti. Un ritorno alla terra che era stata abbandonata dagli abitanti per andare a lavorare in fabbrica. Ha piantato le viti, le ha visto crescere ed è riuscito a tirarci fuori, con fatica, il suo vino. Non per gioco, ma da vendere. Prima si occupava di antenne per la telefonia mobile e autolavaggi, ora è arrivato a portare le sue bottiglie di granaccia a Vinitaly, la più importante fiera dedicata al vino. Amedeo ha realizzato un sogno nato con quattro amici al bar, poi diventati suoi soci e investitori. “Sembrava una follia”. E invece ecco la svolta da imprenditore a viticoltore (lui si definisce “cantiniere”) di successo con le sue, per ora, tre etichette. Diciottomila le piante di granaccia piantate.

Bottiglie di Granaccia a Rocca Vinealis
Bottiglie di Granaccia a Rocca Vinealis 
A caratterizzare Amedeo Fracchia, 52 anni, sindaco di Roccavignale, è stata la voglia di rischiare, rimanendo a vivere e lavorare nel proprio piccolo paese dove è cresciuto, spiccando letteralmente il volo. Rimanendo però con i piedi ben piantati per terra. Un volo, il suo vista, reale, vista vigneto. Nel senso letterale del termine. Dalle sue vigne impiantate nei terreni nel piccolo centro della Valbormida, in provincia di Savona, a ridosso del confine con il Piemonte (Montezemolo)  infatti partirà anche un cavo aereo per gli appassionati di sport estremi a cui si aggancerà chi vorrà sorvolare boschi e alberi per un chilometro e mezzo: "Enoturismo". Progetto già finanziato dalla Regione. Intanto il suo vino è diventato anche un gelato presentato alla festa nazionale del tartufo.

Il "volo dell'angelo" a Roccavignale
Il "volo dell'angelo" a Roccavignale 
“Ora sono uno dei più grandi produttori di vino granaccia al mondo, anche perchè si fa solo in Liguria" scherza, ma non troppo il sindaco-imprenditore diventato viticoltore. Dal successo avuto con il suo granaccia rosato ora raddoppia e punta sul scimiscià, vitigno autoctono ligure dalle origini misteriose. Era nato tutto per caso, per riempire il tempo e capire come investire il denaro ricavato dalla vendite delle antenne telefoniche. Adesso è la mia attività principale”. L’imprenditore Amedeo Fracchia si era immaginato il vino come un gioco: “Un diversivo, un di più, non avevo capito fosse così impegnativo produrlo e accudirlo. Adesso fare il viticoltore è la mia attività principale, a cui dedico la maggior parte del tempo della mia giornata”.

Fracchia è sindaco da 9 anni del piccolo comune di Roccavignale, in Valbormida (700 residenti circa sparsi in un pugno di frazioni). Nel 2016 la svolta quando con altri tre amici, poi diventati soci, ha messo in piedi un’azienda vitivinicola in paese, la Rocca Vinealis, nome latino del suo comune. “Da solo ho capito che non potevo farcela”. Dopo sei anni di soldi investiti ora con l’imminente lancio del suo rosato potrebbe assistere ai primi ritorni e benefici economici. “Passione per il vino? Dal nulla. Ero solo un gran bevitore”. Fiutato il business per il futuro? “Non era il futuro, ma l’attualità. I miei interessi economici, le mie scommesse per il futuro, e la voglia di lasciar qualcosa alla mia famiglia, si sono sommati all' amore per il territorio e alla voglia di puntare sulle sue potenzialità”. Tra gli amici ha pescato un geologo, un imprenditore che con lui aveva investito negli autolavaggi, un dipendente comunale: “Nessun esperto particolare. Uno di loro per hobby si faceva il vino in garage, in ricordo dei vigneti di famiglia che avevano contraddistinto la sua infanzia. Da bambino andava in vigna”.

Le ragazze ingaggiate per la raccolta dell'uva
Le ragazze ingaggiate per la raccolta dell'uva 
Il segreto del successo? “Aver soltanto riscoperto una vocazione che già c’era. I nostri vecchi avevano le vigne, il territorio era già predisposto anche dal punto di vista geologico. In linea d’aria siamo solo a 200 metri di distanza dalle Langhe. Poi in Valbormida sono arrivate le fabbriche, c’è stata l’industrializzazione. Nelle Langhe sono rimasti i contadini. E finita l’era industriale, su quei terreni era rimasta solo sabbia. Sono solo ritornato al passato, riscoprendo un patrimonio e una vocazione che già c’era con una predisposizione dei luoghi”.

Fracchia ha mantenuto le sue radici. Non le ha fatte seccare, non le ha bruciate. A Roccavignale prima di diventare sindaco è stato per decenni consigliere comunale di minoranza, artefice con la pro loco del presepe vivente. Ha contattato e messo d’accordo i 14 proprietari dei terreni per un "volume" di circa 100 mila metri quadrati: “Una stretta di mano è bastata per accordarsi. Erano solo prati al momento dell’acquisto”. Per partire aveva pensato di puntare sul pinot nero per gli spumanti. “Ma non è stato possibile, non avevamo i requisiti previsti da leggi e normative".

 

La scelta e i soci

"E allora seguendo il rigoroso disciplinare abbiamo investito sulla Granaccia, che per noi si può considerare come una sorta di Barolo ligure” racconta l'ex manager. E così è nata la società agricola RoccaVinealis srl. Oltre a Fracchia, dentro anche Davide Bosio, anche lui imprenditore nel settore degli autolavaggi, Paolo Anelli, geologo e dipendente del comune di Millesimoe Stefano Perugini, titolare di un'azienda dolciaria. Siamo nella primavera del 2016. Tre anni ed ecco le prime mille bottiglie di Granaccia. “Non sarebbe stato possibile senza l’aiuto di Lorenzo Turco, esperto viticoltore di Quiliano. Grazie ai suoi insegnamenti non ci siamo persi. E non è da poco. Non è scontato essere aiutati da chi poteva vederci come potenziali rivali, così non è stato. È stato capito il nostro spirito. Turco ci ha preso per mano e ci ha insegnato a camminare sulla lunga strada delle vigne. Lo ringrazieremo sempre”.

Poi Verona l'anno scorso, lo sbarco a Vinitaly. "È stato il coronamento di un sogno". Ora la scommessa di Rebecca, il rosato che quest'anno dovrebbe portare i primi utili in cassa.

Fracchia con la Regione a Vinitaly
Fracchia con la Regione a Vinitaly 

 

“Abbiamo iniziato da zero – racconta il primo cittadino valbormdiese- ho comprato i terreni, poi il trattore, la recinzione. Infine ho messo in piedi la cantina e il negozio”. È partito con 20 mila euro. "Poi alla fine la cifra complessiva è lievitata sino a 2 milioni di euro circa", in parte finanziaati anche dalla Regione. Attorno alla sua Rocca Vinealis orbitano una decina di posti di lavoro. Dal consulente enologo  Gianluca Scaglione all’agronomo Roberto Abate più un paio di giovani esperti nel trattamento dei fitofarmaci. Altri due ragazzi si dedicano alla cura dei vigneti e dei campi, poi a vendemmiare arrivano i giovani, comprese le ragazze.

Il gelato alla granaccia
Il gelato alla granaccia 

Terreni e numeri

"L'investimento sul territorio è stato altissimo, siamo arrivati ad acquistare complessivamente circa centomila metri quadrati di terreni. L'uva è coltivata su 32 mila metri quadrati. Settantamila è la superficie recintata". il sindaco-viticoltore tiene i conti. Sul sito di presentazione dell'azienda agricola per non trascurare anche il settore dell'e-commerce ha fatto mettere per dare la dimensione di investimento, lavoro e fatica:  "Su 6 ettari di terreno complessivamente recintati, ne coltiviamo circa 3; abbiamo messo a dimora oltre 20.000 piantine tra Granaccia, Vermentino e Scimiscià. Nel 2020 le bottiglie sono state circa 8.000. Nel 2021, invece, la vendemmia ha consentito di mettere in cantina 7.300 litri di Gublót, 2.500 litri di riserva e 2.200 del nuovo rosé". Gublòt nel “parlè balurd”, ossia il vecchio dialetto di Roccavignale, significa bicchiere. Drü è il vino barricato e deriva dal soprannome del nonno di uno dei proprietari dei terreni che ha creduto nel progetto. Il nome Rebecca da dove arriva? "Il nostro vino rosato novità 2022, è un omaggio alla figlia del socio Davide, nata mentre si decideva questa importante svolta aziendale" recita il sito.

 

I premi

Il Rebecca è stato premiato come il miglior rosato d'Italia al concorso enologico internazionale "Città del Vino 2022". Una sorta di piccolo oscar del bicchiere per cui sono arrivate varie medaglie d'oro come riconoscimento la qualità di quanto offerto. "Non ci volevano credere che fossimo un'azienda vera- racconta Amedeo- gli organizzatori e i giudici davanti ad un rosato così particolare pensavano fosse fatto in casa, per passione, per gioco. Quando hanno saputo che era la nostra produzione principale come lavoro ci hanno spronato ad andare avanti, ad insistere".

 

Fracchia cura anche promozione, comunicazione e marketing sfruttando i suoi buoni rapporti, trasversali, rimasti con il mondo della politica che lo aveva portato anche ad essere consigliere comunale a Savona. Numerosa la sfilata di politici e amministratori omaggiati con una sua bottiglia di rosso marchiato “Igt”, indicazione geografica tipica delle colline savonesi. Una bottiglia targata Rocca Vinealis  è finita tra le mani anche dell’ex ministro leghista al turismo Garavaglia e del presidente della Regione Giovanni Toti.

 

Fracchia a sinistra con il presidente della Regione Toti
Fracchia a sinistra con il presidente della Regione Toti