Istituire il liceo del Made in Italy può essere un'opportunità straordinaria ed un boomerang potente. La discriminante sta tutta nel modello che si intende adottare.
Nell'ultimo decennio abbiamo ispirato e formato, con la Future Food Institute, centinaia di migliaia di persone da almeno 100 Paesi ed il “Made in Italy” ha sempre rappresentato un pilastro fondamentale, almeno inteso come patrimonio valoriale, storico, culturale, design e modello. Un DNA inconfondibile che fonda le sue radici millenario nella culla della scuola eleatica e salernitana, dello stile di vita della dieta mediterranea, dell'identità di un Paese benedetto dalla biodiversità. Il Paese ideale per costruire nel concreto un modello mediterraneo di ecologia integrale, necessario per lo sviluppo sostenibile.

Ecco perché accolgo con grande favore l'idea di fare dell'Italia, del fatto in Italia, una scuola a cielo aperto, dove chiunque nel mondo possa studiare gli elementi virtuosi e replicarli, salvo personalizzarli in funzione del contesto socio culturale delle terre dove non esporteremo un codice, ma appunto un modello, certamente orientato ad un futuro sostenibile e profondamente aperto, inclusivo, dove i popoli si sono sempre mischiati generando da questa diversità, una trama culturale che è un capolavoro.

L'ho chiamato, questo modello, Paideia. L'ho fondato a Pollica, cioè nel luogo più iconico del Made in Italy. Paideia è un termine di origine greca che significa educazione e formazione integrale secondo i modelli classici, come punto di intersezione perfetto tra il passato e il futuro che l'Italia sta disegnando e fa un po' scuola.