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Abbinamenti a tutto rosso per i piatti di questa settimana

Abbinamenti a tutto rosso per i piatti di questa settimana
La nostra selezione di cinque bottiglie per accompagnare il menù, dall'antipasto al dolce
2 minuti di lettura

Il vino rosso è il protagonista degli abbinamenti di questa settimana. Il colore - più o meno intenso - deriva dal contatto del mosto con le bucce, cariche di sostanze pigmentanti denominate “antociani”. Sì perché gli acini, al loro interno, sono sempre bianchi (al più screziati) a prescindere dalla varietà dell’uva. Ciò che cambia è il sistema di vinificazione, definita nel nostro caso “in rosso”. Scegliere questa tipologia di vino per accompagnare le diverse portate di un pasto richiede una certa cautela, poiché bisogna vedersela con i tannini (contenuti nei vinaccioli e nelle bucce dell’acino), compagni inseparabili del vino rosso e responsabili della sensazione tipica di astringenza.

Il nostro menù inizia in freschezza con la crema di peperoni ghiacciata. L’ortaggio, privato della pellicina e dunque reso digeribile, viene frullato con sale, pepe e zucchero, quindi freddato. Il risultato è una crema fresca, saporita e con una leggera tendenza dolce. Per non sbagliare, accompagnatelo a un vino rosso giovane e di buona morbidezza come il Bardolino dell’azienda veneta Aldo Adami. Mix di Corvina, Molinara e Rondinella, è caratterizzato da alcolicità moderata (12,5% vol), tannini ammorbiditi e frutti rossi croccanti a go - go, al naso e al retrolfatto.

Proseguiamo con i passatelli asciutti con verdure, un primo piatto povero citato già nell’Artusi, tipico della campagna romagnola. La presenza, tra gli ingredienti, di pomodorini e culatello ci dà una mano nella ricerca del vino ideale. Senza dubbio la tendenza è sapida, grazie anche al Parmigiano Reggiano, quindi possiamo abbandonarci a un sorso (anche due) di Lambrusco di Sorbara “Omaggio a Gino Friedmann” della Cantina di Carpi e Sorbara. L’abbinamento territoriale non tradisce mai, in questo caso è azzeccatissimo grazie al ricco bagaglio di aromi fruttati e balsamici e alla delicata chiusura sapida che prolunga la persistenza della beva.

Gli involtini Petroniani ci portano dritti a Bologna, dove questo secondo piatto rende omaggio al santo patrono e alla mortadella, tra i prodotti più iconici del territorio. Anche in questo caso abbiamo una buona componente sapida, arricchita dalle note vegetali dell’asparago, ma trattandosi di una preparazione in cui è presente il petto di pollo, a pari merito con la mortadella, meglio non strafare e scegliere un vino non troppo strutturato. Dato che la carta “Lambrusco” l’abbiamo già giocata, restiamo lo stesso in zona e scegliamo un Gutturnio maturato in acciaio. Perfetto “Le Staffe” dell’azienda La Ferraia. Fruttato, certo, ma anche caratterizzato da sensazioni delicatamente vegetali al naso e nel palato.

Giunti al contorno, l’insalata di primavera è un trionfo di freschezza leggera che suggella un bel matrimonio tra frutta e verdura. Praticamente è come portare l’orto nel piatto e, se da un lato l’insalatina mista di stagione garantisce una delicatezza quasi leggiadra, dall’altro la succosità delle fragole e della mela rossa rendono la portata intrigante. Per non rovinare questa sinfonia di aromi, stappiamo una bottiglia di Pinot nero dell’Oltrepò Pavese “Fioravanti” prodotto da Calatroni. La mini sosta in rovere regala un vino dalla beva di buona morbidezza e, soprattutto, la gentilezza dei tannini è in questo caso particolarmente preziosa per mantenere sorso e boccone in equilibrio.

Concludiamo come sempre in dolcezza, con la torta di riso al profumo di mandorla. Ci troviamo ancora una volta a Bologna e questa è una ricetta super cult che non teme lo scorrere delle generazioni. La versione proposta dalla signora Elda (ebbene sì, ogni famiglia ha la sua variante) prevede tra gli ingredienti mandorle e amaretti tritati, cedro candito, scorza di limone e liquore di mandorla amara. L’abbinamento più semplice sarebbe con un vino bianco passito ma, essendo arrivati a trenta, tanto vale fare trentuno e degustare un piacevolissimo calice di “Anghelu Ruju” della cantina sarda Sella & Mosca. Da uve Cannonau in purezza, è talmente particolare da poter essere accompagnato a qualunque tipo di dessert. Inutile dire che si tratta di un vino intenso, complesso, anche misterioso. Per scoprire i suoi segreti, meglio riassaggiarlo da solo, a fine pasto, come calice da meditazione.