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Bad Roman, il nuovo ristorante "italiano non italiano" di cui parla tutta New York

Bad Roman, il nuovo ristorante "italiano non italiano" di cui parla tutta New York
Aperto da poco a Columbus Circle, divide i food lover tra chi lo ama e chi lo odia: maxi sala, piatti stravaganti, una cucina che punta a stupire, mescola le tradizioni e stravolge le ricette originali
2 minuti di lettura

Da un paio di mesi c’è un nome sulla scena culinaria di New York sulla bocca di (quasi) tutti, uno dei locali di cui si parla di più in questo momento e che divide i food lover tra chi lo ama e chi lo boccia senza appello. E’ Bad Roman, il nuovo ristorante "italiano non italiano" del team Quality Branded nel Deutsche Bank Center (ex Time Warner Center) a Columbus Circle - un piano sotto il tre stelle Michelin Per Se - dove per trovare un tavolo occorrono anche settimane di attesa. Quality Branded è conosciuta per aver gestito l'istituzione di Midtown Smith & Wollensky e per aver contribuito ad aprire Don Angie, ristorante italoamericano molto gettonato con una stella Michelin. Bad Roman, tuttavia, ha un approccio diverso, e punta a portare un po’ di energia nella ristorazione italiana e italoamericana della City, secondo il fondatore del gruppo Michael Stillman. 

 

Questo vale per la stravagante maxi-sala da quasi 300 posti progettata dal gruppo di architetti Grt Architects, dove trionfano colori vivaci, mosaici trompe l'oeil, lampadari in vetro soffiato, piante pensili, statue di cinghiali e levrieri, e una fontana a grandezza naturale davanti al bagno. Ma vale anche per il menù: Bad Roman non vuole essere un ristorante italiano nel senso stretto (ma neppure ampio) del termine. E lo si capisce non appena si dà un’occhiata alle proposte, dove ad aprire le danze si trova il babka all'aglio (un pane soffice diffuso soprattutto nell'Europa dell’Est e in particolare in Polonia). Il menù, spiega Stillman, è pieno di “colpi di scena non autentici su piatti autentici”, una via di mezzo tra l'italoamericano e l’irriverente. In generale, sono  poche le concessioni a chi non vuole lasciarsi andare con le calorie, fatta eccezione per la selezione di crudi del Raw Bar, dalle ostriche alla tartare di tonno, uno dei piatti più validi, con note agrumate che non sovrastano il sapore del pesce.

Tra gli antipasti, tuttavia, i più gettonati sono le Roni Cups, coppe di Pepperoni con salsa Ranch (dove per Pepperoni non si intendono i peperoni, ma un particolare salame creato in Usa tra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento realizzato con una pasta fine simile a quella del salame Milano). E poi la ricotta con miele e tartufo nero, e le polpette di filet mignon. Decisamente non entusiasmanti i primi ideati dallo chef Nick Gaube che, spiegano, prendono ispirazione dai grandi classici “dalla campagna italiana alla Little Italy di New York”. Come i rigatoni con pollo alla Scarpariello, uno dei piatti in teoria della tradizione gastronomica napoletana, o le penne Luongo alla gricia (ma con la pancetta, non con il guanciale come prevede la ricetta romana). 

 

Il piatto d'autore del locale è considerata l'aragosta alla griglia da circa un kg con una cascata di pasta tra gli artigli condita con una salsa piccante calabrese, aglio a scaglie e basilico. Il prezzo è all'altezza delle dimensioni: 95 dollari (per due persone). Alcuni piatti sembrano poi studiati appositamente per risultare fotogenici. Come il filetto di manzo sormontato da un enorme raviolo cacio e pepe, pensato per essere spaccato davanti alla telecamera. E che in effetti si rivela una sorpresa per l’ottima qualità della carne, la cottura e l’abbinamento dei sapori. Anche i cocktail sono sopra le righe, a partire dal Martini con vodka e salamoia di peperoncini. Decisamente più tradizionale la lista dei vini, ricca di etichette italiane e californiane con ottime scelte al bicchiere anche a prezzi ragionevoli, come il verdicchio Casal di Serra e il rosato siciliano Benanti. Tra i piatti proposti,  diversi sono in linea a livello di qualità con altri locali di fascia medio-alta di New York, tranne appunto quelli che dovrebbero identificare il ristorante come italiano. Altro discorso, invece, per chi ama la cucina italoamericana in versione più sofisticata. In definitiva, Bad Roman è la scelta giusta per chi desidera un locale alla moda, con un'atmosfera frizzante e chiassosa. Basta abbandonare la speranza di compiere un viaggio tra le bellezze italiche.