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Giro delle coste d'Italia per i vini da abbinare al nostro menù

Giro delle coste d'Italia per i vini da abbinare al nostro menù
Ecco la selezione delle cinque bottiglie per accompagnare i piatti
3 minuti di lettura

L’estate si avvicina e con essa la voglia di mare, di sole e relax. Mentre lo spirito d’avventura che, più o meno nascosto, abita in ognuno in ognuno ci spinge a viaggiare, per lo meno con la fantasia, se le ferie sono ancora lontane. Ma alla mente, in questo percorso immaginario, si possono aggiungere i sensi: profumi e sapori possono condurci esattamente dove vorremmo essere anche con il corpo. Sulla tavola trionfano piatti di pesce e vegetali, nell’immaginario collettivo associati alle vacanze al mare. Ed ecco che anche il bicchiere richiama vini freschi e dalla piacevole bevibilità. Questa settimana il menù si affida prevalentemente proprio alla cucina di mare, per questo nel calice vi proponiamo un tour sulle splendide coste italiane, dove le vigne restituiscono vini dai ricchi aromi, note sapide, dalla bella acidità, finali lunghi e grandi storie.

Iniziamo con la bruschetta di pesce spada alla marinara, accompagnandola con un calice ligure, un Vermentino libero come il suo produttore, Fausto de Andreis, una settantina di vendemmie all’attivo. Le sue viti eroiche ad Albenga (Savona), nel cuore della riviera di Ponente, de Andreis si guarda bene dall’addomesticarle, ma le asseconda e le accompagna verso il futuro con lunghe macerazioni per estrare profumi e mineralità tipici dell’uva e del terroir, e lieviti indigeni. Il risultato è un Vermentino insolito, rivoluzionario, buonissimo. Al bouquet marino, di macchia mediterranea, agrumi e resina, segue un sorso sapido, pieno, lievemente cremoso eppure freschissimo e persistente. Un bianco longevo, la cui personalità, semplice e articolata allo stessa tempo, ben si sposa con l’affumicato del pesce spada della nostra bruschetta.


Centro e Sud Italia, si sa, hanno tanto da insegnare in termini di pasta. E le ricette regionali tradizionali quasi sempre danno una gran soddisfazione a tavola. È il caso degli spaghetti alla Nerano, piatto della tradizione campana. Per questo primo importante e nel contempo fresco, a base di zucchine e provola, attingiamo dalla regionalità e proponiamo un abbinamento territoriale. Dalla riviera ligure scendiamo alla costiera amalfitana, in particolare dai maestri dei bianchi campani: la famiglia di Marisa Cuomo. Più volte definita la cantina di mare più suggestiva di Italia con i suoi scenari a picco sull’acqua e lo sguardo che si perde nel blu dell’orizzonte e delle vicine coste frastagliate, addolcite dal verde vigne delle vigne d’estate. Una magia che si ritrova nel bicchiere. Marisa Cuomo e suo marito Andrea Ferraioli, insieme con i figli, hanno il pregio di aver valorizzato le uve autoctone campane, cosa che continuano a fare con maestria. Con gli spaghetti proviamo un ricco blend, Fiorduva, bianco della categoria Vini Estremi, formato da uve Fenile, Ginestra e Ripoli vinificate con una pressatura soffice e fermentate alla temperatura di 12°C per circa tre mesi. Una delizia. La sua delicatezza e la ricchezza aromatica vanno a braccetto con la dolcezza e la freschezza delle zucchine e nel contempo creano un piacevole contrasto con l’affumicatura della provola. 

Il menù è ricco e c’è ancora molto da assaggiare. Accettiamo la sfida e rotoliamo ancora più a Sud, quasi in Tunisia: un’esperienza di confine e di intrecci di culture, colori e profumi ci aspetta. Benvenuti a Pantelleria. Qui odori e sapori sono amplificati, niente sarà mai più come prima dopo aver assaggiato i suoi capperi, esser calati sui suoi scogli sconnessi e appuntiti per il gusto di un bagno refrigerante e dopo aver visitato le sue vigne ad alberello nano che toccano la sabbia. E, ovviamente, dopo esser stati sedotti dallo Zibibbo, non solo e non tanto quello dolce dal profumo inconfondibile di fichi in confettura e miele tostato, ma soprattutto quello secco. Un vino fiero della sua ricchezza, inimitabile, profumatissimo, dalla struttura robusta. Che ben si accoppia, senza perdere un colpo, con il nostro calamaro ripieno in salsa di pomodoro. Optiamo per quello pulito, diretto e abbondante, ma senza sbavature, di Marco De Bortoli. La vera svolta sarebbe degustarlo in cantina, vista mare, magari adagiati su una botte sotto il pergolato. Ma, se non fosse possibile, potremo accontentarci – si fa per dire – di assaporarlo at home e girovagare col pensiero.



Circumnavighiamo l’Italia e approdiamo sulla costa abruzzese. A Spoltore, a due passi dalla costa pescarese, Sabatino Di Properzio ha dato fiducia alla sua passione, il vino, trasformandola in lavoro. Lasciamoci guidare dal rosa del suo Cerasuolo, vino del cuore degli abruzzesi, parte integrante della tradizione, per abbinarlo alla caponata di melanzane . Un’etichetta che appartiene alla linea “Terroir” che va a sottolineare il legame stretto con il territorio che ha questo vino versatile, frutto di una macerazione con le bucce di circa 18 ore, salasso del mosto e fermentazione lenta a bassa temperatura controllata in acciaio. L’affinamento, 4 mesi solo in acciaio, lascia inalterati i profumi dell’uva Montepulciano che in versione rosata svela la sua anima più seduttiva e delicata, senza rinunciare alla struttura. Al naso, note tipiche di fragoline selvatiche, al palato morbidezza e freschezza, le caratteristiche ideali da abbinare alla caponata di melanzane che con la loro picantezza danno spinta a un pairing gustoso e originale.

Ci avviamo alla fine del pasto. Il nostro menù alla voce dolce propone: sorbetto al melone. Bene, non ci giriamo tanto intorno, col sorbetto – come pure col gelato – il vino quasi mai va d’accordo. Ma se vogliamo osare oppure semplicemente chiudere il pasto con una bolla, un’idea può essere risalire la costa adriatica fino all’Emilia Romagna e gustarsi un Lambrusco fresco. Abbandoniamo ogni pregiudizio e lanciamoci in libertà su un calice di Codarossa Colli di Scandiano e di Canossa Doc Lambrusco Amabile della stilosa azienda Albinea Canali. Al naso, marasche, alloro, mirtillo e pepe nero, grande bevibilità in bocca, dove il dolce compensa la robustezza del vino.