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Le stelle della Campania: da nord a sud i ristoranti da provare a due passi dall'autostrada

Le stelle della Campania: da nord a sud i ristoranti da provare a due passi dall'autostrada
Un viaggio lungo le principali direttrici della regione accompagnati da una speciale Guida di Repubblica, per un on the road bello e goloso 
4 minuti di lettura

Sì, viaggiare. In autostrada, alla scoperta dell’Italia più bella. Città e borghi, coste straordinarie, angoli di Campania più o meno conosciuti. Come quelli che si incontrano nella Guida di Repubblica Autostrade Gourmet. Quasi 170 i ristoranti segnalati tra le uscite dei tratti che attraversano la Campania. Per ogni spicchio di territorio, le segnalazioni su tutto il bello e il buono a portata di auto; il volume è così un compagno di viaggio che rende ogni spostamento, sia per piacere che per lavoro, una occasione di scoperta, con migliaia di indicazioni su tutto il Paese.
 

Percorrendo l’A1, via d’accesso dal Lazio, o la A3 che lambisce le due Costiere, suggerendo soste nell’incanto di Punta Campanella; e ancora: sull’Autostrada del Mediterraneo, via d’accesso privilegiata per l’incanto del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, dove la natura incontaminata incontra, da sempre, il mare più bello. O la A16, che da Napoli conduce ad Avellino e Benevento, l’A56 – la celebre tangenziale – che accompagna gli automobilisti nell’area flegrea e, infine l’A30, sull’asse Caserta-Salerno. E insomma c’è l’imbarazzo della scelta se si vuole scoprire il territorio in auto, lasciandosi sedurre dalle sue tradizioni enogastronomiche.

 


Del resto quello tra viaggio e cucina è un legame viscerale che ispira, da sempre, uno dei testimonial del gusto made in Campania, Ernesto Iaccarino, anche se il suo Don Alfonso 1890 di Massa Lubrense, a 35 km dall'uscita Castellammare di Stabia della A3, riaprirà solo nel 2024 (in una rinnovata versione di ecologia integrale): “Quando si viaggia - dice Iaccarino nel suo intervento in Guida - si esplorano nuovi luoghi, si entra in contatto con culture diverse e il cibo rappresenta un tramite importantissimo per approfondire la conoscenza del luogo visitato, perché assaggiare una buona cucina di territorio è come fare un viaggio nel viaggio, nutrendo l’anima oltre al corpo. Rivelare al mondo la cultura e i valori di un caleidoscopio gastronomico dalle mille sfaccettature di profumi e sapori, come quello che rappresenta la Campania, è sempre stata l’idea alla base della mia cucina. Una filosofia gastronomica per cui il cibo diventa patrimonio e ambasciatore di una terra, ne è la sua espressione, al pari di un monumento o di una rappresentazione architettonica”. E del resto l’A3, via d’accesso privilegiata per le meraviglie delle due Costiere, lambisce bellezze paesaggistiche e templi del gusto. Due indirizzi su tutti, entrambi nella pittoresca Vico Equense: Antica Osteria Nonna Rosa (a 20 km dall’uscita di Castellammare di Stabia, dove dal 1994 Peppe Guida propone una cucina di alto profilo impreziosita da leccornie come le linguine con friarielli, ‘nduia e colatura di alici della Costiera) e la Torre del Saracino, dove - a 17 km dall’uscita di Castellammare di Stabia – il mitico Gennarino Esposito propone, tra l’altro, il pesce bandiera “anni 80”, con zuppa di olive e purea di finocchio e mandorla e una intrigante triglia in umido, con caprino e gnocchi di bietola.

 Torre del Saracino
 Torre del Saracino 

Proseguendo da Napoli verso Salerno, l’A3 suggerisce anche una deviazione all’altezza di Vietri sul Mare: a 27 chilometri dall’uscita autostradale ecco l’incanto di Ravello, con i suoi giardini terrazzata di rara suggestione. Tra questi, spiccano i belvedere di Villa Cimbrone, che ospitano anche i locali del Flauto di Pan, dove lo chef Lorenzo Montoro esalta gli ingredienti provenienti dalle colture biologiche della Villa, associandoli con i prodotti delle greggi che animano i verdi Monti Lattari e dei pescatori che vivono i borghi marinari della Costiera. Scivolando verso Sud, è l’A2, l’Autostrada del Mediterraneo, che inizia a Fisciano, a condurre alla scoperta del Cilento. A 23 km dall’uscita di Battipaglia da non perdere – a Capaccio Paestum, magari dopo una visita al Parco Archeologico - l’eleganza dell’Osteria Arbustico, regno di Cristian Torsiello, con i suoi piatti originali e raffinati, fiera espressione del territorio. Dista 22 km dalla stessa uscita Tenuta Capodifiume, che ingloba il ristorante Le Trabe con la cucina green dello chef Marco Rispo (occhio all’uovo di quaglia con nduja e polvere di peperoncino).
 


Ma la Campania ha una bellezza diffusa che risiede nei suoi mille borghi. E allora non resta, stradario alla mano (per i più analogici, per gli altri basta uno smartphone), che lasciarsi affascinare dalla soluzione che più vi aggrada. Sulla A16, che da Napoli porta a Canosa, ad appena 11 km dall’uscita di Avellino Est, a Sorbo Serpico trovate la cantina Feudi di San Gregorio, dove il ristorante stellato Marennà - complice il talento di Roberto Allocca - invita a un percorso che inizia dai sapori della terra, con gli ortaggi dell’orto biologico e, naturalmente, i vini di questa terra ricca d’identità. Cucina a vista sulla vigna e, in menu, superlativi gnocchi di castagne, brasato di maiale nero casertano e radicchio. Continuando sulla A16 l’uscita di Grottaminarda è suggerita per scoprire uno dei luoghi-cult della ristorazione di Ariano Irpino, il ristorante Maeba: ricavato da un frantoio di fine ‘700, qui è lo chef Marco Caputi a proporre due menu degustazione di alto profilo.

Re Santi e Leoni 
Re Santi e Leoni  


Da Caserta a Salerno conduce invece l’A30, in questo caso vi suggeriamo l’uscita di Nola: appena 4 km ed eccovi al Re Santi e Leoni, nel cuore di una palazzina ottocentesca dove Luigi Salomone ama reinterpretare le suggestioni del mare e in carta propone, per esempio, la seppia e piselli con limone candito e rafano o il foie gras con gamberi rossi, fragoline e cioccolato, fino al delicatissimo polpo, verza, fagioli e caramello piccante. Se invece volete lasciarvi affascinare dalle meraviglie archeologiche dei Campi Flegrei, l’autostrada A56 Tangenziale di Napoli vi conduce a Pozzuoli. Non lontano dal Macellum l’Osteria Abraxas – con la sua pietra di tufo smussata, gli archi di mattone e il legno - è una immaginifica finestra sul lago d’Averno, il lago Fusaro e sul mare: un paradiso gli amanti di tagliate e tartare. Sulla A1 Roma-Napoli, a 24 km dall’uscita di Capua, ecco invece un luogo consigliatissimo per gli amanti della pizza: è Pepe in Grani, dove Franco Pepe ha costruito un autentico tempio dedicato alla tonda, intrecciando una pasta dalla lunga e meticolosa lievitazione con le eccellenze dell’Alto Casertano. E a proposito di pizza, Napoli ne è naturalmente il regno incontrastato: per tuffarsi nell’atmosfera impareggiabile del centro storico è suggerita l’uscita dell’A1 Napoli Centro Direzionale. Qui, ça va sans dire, c’è l’imbarazzo della scelta ma non possiamo non suggerire Gino Sorbillo, erede di una lunga generazione di pizzaioli in via Tribunale, il ventre della città che ne racconta i mille coloratissimi volti.
 

La Guida di Repubblica Autostrade Gourmet, nata in collaborazione con Ania, Autostrade per l'Italia, Aiscat e Telepass, è disponibile in libreria e online sul nostro sito, su Amazon e Ibs.