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Mozzarella di Bufala Campana Dop: storia di un'eccellenza

Mozzarella di Bufala Campana Dop: storia di un'eccellenza
Una lunga e blasonata storia per uno dei Consorzi e dei prodotti più famosi d'Italia 
1 minuti di lettura

Il suo nome si dica sia legato a una favola, o meglio a un mito dell'Antica Grecia, ma il presente della Mozzarella di Bufala Campana Dop è tutto fuorché una favola. Concreto e vincente, è tra i Consorzi più attivi d'Italia, protagonista attivo della promozione enogastronomica italiana, sia per qualità dei contenuti che per intelligenza e modernità dei mezzi. 

 

Una storia lunga e composita. A partire dalle origini mitiche:  l'oro bianco della Campania sarebbe un regalo di una ninfa, Baptì-Palìa, che ogni giorno aveva il compito di mungere le bufale e regalare questo nettare della Magna Grecia agli dei dell'Olimpo. Battipaglia è il nome, geografico, di uno dei centri della produzione odierna della Mozzarella di Bufala Campana Dop. E non è un caso: le origini di questo prodotto sono direttamente legate alla diffusione dei bufali nell'Italia del Sud, avvenuta non prima dell'XI secolo, sotto il dominio dei Normanni che partirono dalla Sicilia verso l'Italia continentale. Secondo alcuni atti del 1100 circa, a Capua, anch'essa oggi in piena zona Dop, i monaci del monastero di San Lorenzo erano soliti offrire un formaggio denominato mozza o provatura (quando affumicata, la sua capacità di conservazione la rese poi la tipologia più facilmente commerciabile agli inizi), ai pellegrini. Da mozza a mozzarella il passaggio non fu breve, tanto da avvenire solo attorno al XVI secolo, ma da allora non ha mai lasciato la Campania e i suoi luoghi più importanti.  

 

 

Basti pensare che la sede, il cuore del Consorzio (presieduto da Domenico Raimondo e diretto da Pier Maria Saccani) è all'interno della Reggia di Caserta, patrimonio Unesco. Un luogo simbolico (e non inedito, visto che alla Reggia di Carditello, casino di caccia dei Borbone, nel 1700 veniva prodotta Mozzarella di Bufala per il Re) che accende il riflettore sulla responsabilità in capo all'istituzione. Perché è su un vero tesoro, un patrimonio umano e artigiano, che il Consorzio vigila dal 13 luglio 1981, lavorando strenuamente sull'appartenenza reciproca tra prodotto e territorio attraverso manifestazioni, collaborazioni enogastronomiche (non ultima quella con lo Zafferano dell'Aquila che ha firmato uno speciale Macarons con la Ricotta di Bufala Dop).  Un lavoro complesso quello dell'ente i cui tanti impegni sono raccolti sotto la sigla della denominazione (conquistata nel 1996), che riconosce e sintetizza tutte le principali mission: difendere la denominazione in Italia ed all’estero, favorire il costante miglioramento dei mezzi e della qualità del prodotto, esercitare una costante vigilanza sulla produzione e sul commercio e, last but not the least, sull’uso corretto della sua denominazione.