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Viaggio nel Cilento, patria degli ultracentenari grazie alla Dieta mediterranea

Dal mare e dalla terra arrivano gli ingredienti "magici": Pollica è il simbolo dell'alimentazione sana e della longevità. In questo territorio vivono più di 300 persone con oltre un secolo di vita (video di Tecla Biancolatte)
2 minuti di lettura

Dieta mediterranea non è solo cibo: è cultura, è uno stile di vita. Ed è sufficiente trascorrere qualche giorno nel Cilento per rendersi conto che pur senza ricorrere alla scienza, ai laboratori, alle tecnologie, si può vivere bene e a lungo. Gli ingredienti magici arrivano dalla terra, e dal mare. “Verdure, mangiate verdure”, ripete Maria Vassallo, che nel dicembre scorso ha tagliato il traguardo dei cent’anni di vita. Una delle quattro persone che superano il secolo d’età nella sola Pollica, che è il cuore del Cilento e della Dieta mediterranea. “Ventidue concittadini hanno più di 95 anni”, dice sorridendo il sindaco Stefano Pisani ricordando che sono oltre trecento – in tutto questo spicchio di Campania – gli ultracentenari. Numeri che fanno del Cilento il luogo della longevità. Un posto magico, come gli ingredienti che lo compongono.

Maria Vassallo, nata a Pollica nel 1922
Maria Vassallo, nata a Pollica nel 1922 

Dal mare arriva il pesce fresco che viene smistato sui banchi del mercato della regione, ma destinato anche alla trasformazione. Le alici di Menaica sono un gioiello da scoprire. Vittorio Rambaldo e Donatella Marino ne hanno fatto la loro attività, la loro vita. Vittorio sale in barca ogni sera, al tramonto, e nel mare del Cilento lancia le sue reti a maglie larghe, come usavano già gli antichi greci, per catturare solo gli esemplari adulti. Il pescato, alla mattina, arriva nel laboratorio di San Marco di Castellabate dove Donatella e il suo staff (con i figli Marco e Serena in primis) iniziano il percorso di lavorazione che, solo dopo mesi, porterà quegli esemplari di alici nelle confezioni sott’olio oggi ricercate in tutta Italia.

Le alici di Menaica
Le alici di Menaica 

Gli ingredienti, quindi. Quelli della terra hanno un’eccellenza nel fico bianco del Cilento. Antonio Longo, assieme a Corrado Del Verme, è l’anima di Santomiele, un’oasi di dolcezza nel cuore di Prignano.

La magia del fichi bianchi del Cilento: così è rinato un territorio

Da qua si domina il mare, i tramonti sono un invito alla pubblicazione su instagram, il sole caldo favorisce l’essiccazione di questo prodotto, destinato a diventare una bontà da gustare in Italia, in Svizzera, negli Stati Uniti, in Giappone, paesi in cui il fico secco di Santomiele è particolarmente apprezzato.

La produzione di Santomiele
La produzione di Santomiele 

Quindici persone occupate stabilmente, soprattutto donne. Perché? “Perché è un prodotto difficile da lavorare e in cui le donne sono semplicemente sempre state le più brave – racconta Longo – Ogni fico è diverso dall’altro, loro abilmente sanno renderli tutti uguali”. Più di 60 aziende agricole - da fine luglio a settembre – e oltre 300 persone dedicate alla raccolta dei fichi, sono coinvolte nella filiera del fico secco: il conferimento a Santomiele permette di portare nome e specialità del Cilento in tutto il mondo. Il tutto nel nome dell’ecosostenibilità: azienda presa ad esempio in un convegno dell’Onu a New York nel maggio del 2018, qui tutto avviene con produzioni che non creano danno al territorio. I fichi vengono essiccati in tunnel solari aperti e su telai di legno, procedendo alla propria trasformazione grazie al lavoro del sole e della luna; pannelli fotovoltaici permettono infatti il lavoro anche durante la notte, quando entra aria calda e secca: sette giorni, 24 ore al giorno, e il frutto è pronto.

Operatrici impiegate a Santomiele
Operatrici impiegate a Santomiele 

C’è una sola preoccupazione, quando si parla di natura e cambiamenti climatici: “Il periodo di presenza del frutto sull’albero ormai si è accorciato – dice Longo – e quindi anche i tempi di raccolta devono essere più concentrati”. Nel 2022, la produzione si è comunque assestata su 90 quintali essiccati, ancora in linea con gli standard.

La cipolla di Vatolla
La cipolla di Vatolla 

Dalla terra arriva anche l’olio extravergine, le inimitabili cipolle di Vatolla, tradizione che si mescola a esperienze nuove e moderne di aziende rigenerative che hanno importato in Cilento metodi innovativi di agricoltura nel rispetto dell’ambiente. Oggi Cilento, Pollica in particolare, oltre che Dieta Mediterranea vuol dire anche Future Food Institute, con la sua filosofia e la sua opera per per migliorare in modo sostenibile la vita sulla terra, attraverso l'istruzione e l'innovazione nei sistemi alimentari globali e che a Pollica ha aperto un Living lab che fa parte del Campus Paideia, un centro sperimentale dove è possibile sperimentare il concetto di ecologia integrale di cui la dieta mediterranea è l’esempio concreto.

 

Innovazione e tradizione, quindi, in una capitale del vivere sano, ma dove c’è ancora tanta strada da percorrere. Chilometri, che Il Gusto seguirà a passo a passo.