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Mattarella: “La scuola deve credere nei giovani, intollerabili i casi di molestie e bullismo”. E agli insegnanti: “Rendete accattivanti insegnamento e frequenza”

Il presidente della Repubblica a Forlì per l’inaugurazione dell’anno scolastico: «Nelle nostre classi 800 mila studenti, migranti o figli di migranti stranieri. Sono un grande potenziale per il Paese»

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Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella difende gli insegnanti, prende una posizione netta nella battaglia contro il bullismo e sprona gli insegnanti a fare sempre del loro meglio per rendre l’insegnamento accattivante. «Dobbiamo incoraggiare il lavoro di tanti insegnanti, entusiasti e volenterosi, aiutare la loro strada per camminare insieme agli studenti, evitando che cambino ogni anno, con la necessità di ricostruire ogni volta il rapporto con loro. Assicurando loro condizioni economiche adeguate, e restituendo pienamente alla loro funzione il prestigio che le compete nella società e che talvolta è messo in discussione da genitori che non si rendono conto di recar danno ai propri figli», ha detto all'inaugurazione dell'anno scolastico all'Istituto Saffi-Alberti di Forlì.

«Come insegnava Platone “Quando i figli presumono di essere uguali ai padri, i maestri tremano davanti agli scolari, e preferiscono adularli anziché guidarli, quando si disprezzano le leggi, e non si sopporta più alcuna autorità, allora è segno che sta per cominciare la tirannide”», ha aggiunto.

Non è mancato un riferimento ai casi di bullismo: «I riflettori della cronaca recente si sono appuntati su alcuni casi di gravissima devianza che hanno visto dei ragazzi come protagonisti. Rapine, omicidi, risse tra bande giovanili, intollerabili violenze e molestie ai danni delle ragazze, inaccettabili episodi di bullismo e di prepotenza che mortifica altri ragazzi».

«La scuola ha bisogno di continua manutenzione e di aggiornamento. Anche per colmare limiti strutturali. Si deve operare per evitare l'affollamento delle classi, che penalizza i programmi di studio e le opportunità per gli alunni. Va garantita prioritariamente la sicurezza degli edifici scolastici e quella dell'alternanza tra scuola e lavoro. Ho apprezzato in questo senso le parole dei ministri dell'Istruzione e del Lavoro. I genitori e i ragazzi devono vivere l'esperienza scolastica con piena serenità. La scuola deve essere sempre più aperta, accogliente, integrante. E' nella compagnia che si apprende ad avere idee, come scrive Omero in un canto dell'Iliade. Ragazze e ragazzi hanno risorse che le generazioni più anziane neppure avrebbero potuto immaginare. Sono molti passi più avanti nelle conoscenze tecnologiche e digitali. Sono allenati a vivere in un tempo dove tutto è accelerato, globale».

«La scuola deve correre per stare al loro passo e può farlo soltanto rendendo i giovani protagonisti, rafforzando il dialogo tra insegnanti e famiglie e con la realtà sociale in cui è inserita. Dobbiamo credere nei giovani. Puntare su di loro. Aiutarli nella crescita. Perché la scuola siete voi, care ragazze e cari ragazzi. La scuola è il vostro cammino di libertà. Buona strada», ha poi aggiunto.

«Va considerato con attenzione che le nostre classi sono frequentate da circa 800 mila studenti, migranti o figli di migranti stranieri. Un decimo degli iscritti nei nostri istituti. Si tratta di un impegno educativo imponente. Studiano da italiani, apprendono la nostra cultura e i nostri valori, e possono costituire un grande potenziale per il Paese. Dal loro positivo inserimento può dipendere parte importante del futuro dell'Italia».

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