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Scuola, via libera alla riforma del voto in condotta: ecco cosa cambia. La valutazione sul comportamento torna alle medie

Alle Superiori il 6 sarà un «debito», il 5 varrà la bocciatura. Novità anche sulla sospensione: chi sarà allontanato da scuola per più di 2 giorni, dovrà partecipare ad attività di volontariato. Meloni: «Riportiamo la cultura del rispetto nelle aule»

cristina benenati
Aggiornato alle 2 minuti di lettura

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La condotta sarà cruciale per la promozione di uno studente. E il rispetto delle norme sul comportamento tornano anche alle medie. In pratica, chi avrà solo la sufficienza avrà automaticamente un debito da recuperare. Non solo: la stretta decisa dal governo vale anche per la sospensione: chi sarà allontanato da scuola per più di due giorni, dovrà partecipare ad attività di volontariato. La premier Meloni si è detta soddisfatta per la decisione: «Con la riforma del voto di condotta e della sospensione riportiamo la cultura del rispetto nelle scuole, e rafforziamo la autorevolezza dei docenti».

Cosa cambia
Condotta: come detto, il voto in condotta avrà più importanza nella valutazione complessiva di uno studente, verrà ripristinato alle medie e inciderà sui crediti per l’ammissione alla Maturità. L'assegnazione del 5, e quindi la conseguente bocciatura, potrà avvenire anche a fronte di comportamenti che costituiscano gravi e reiterate violazioni del regolamento di Istituto. L'assegnazione del 6 per la condotta genererà invece un vero e proprio debito scolastico alle Superiori, in materia di Educazione civica, che dovrà essere recuperato a settembre con una verifica sui valori costituzionali e i valori di cittadinanza. Solo chi prenderà 9 o 10 in condotta avrà diritto al massimo dei crediti che fanno media nel voto finale per la Maturità.

Sospensione: fino fino a 2 giorni non prevederà l'allontanamento dalla scuola ma al contrario le lezioni in classe, ovvero più impegno e più studio. Qualora la sospensione superi invece i 2 giorni, lo studente dovrà svolgere attività di cittadinanza solidale presso strutture convenzionate, attività che potrà proseguire se lo stabilirà il consiglio di classe.

Istituti tecnici: dall’anno prossimo, ovvero l’anno scolastico 2024/2025, ci sarà una sperimentazione in larga scala del modello 4+2, percorsi quadriennali più due ulteriori annualità negli Its Academy (potrà coinvolgere fino a un massimo del 30% di istituti tecnici e professionali del territorio). Sarà utilizzata una metodologia cosiddetta «on-the-job», con un massiccio utilizzo della formazione pratica. Un aspetto nuovo è il concetto di «campus tecnologico-professionale»: coinvolgerà istituti tecnici e professionali in un percorso unico e integrato. Questo prevede l'ingresso di docenti ed esperti dal mondo del lavoro, contribuendo a un'offerta didattica più varia e applicata.

«Ringrazio anche il ministro per l'Istruzione e il merito, Giuseppe Valditara, per aver portato in Cdm due riforme particolarmente urgenti e sentite. La riforma della istruzione tecnico professionale è di particolare importanza. Si tratta di una riforma che rende competitiva la filiera della istruzione tecnica e professionale trasformandola in un percorso formativo di serie A e collegandola con il mondo del lavoro e dell'impresa. Offriamo così importanti opportunità lavorative ai nostri giovani e rendiamo più competitivo il nostro sistema produttivo», ha commentato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che ha parlato anche di ripristino di autorevolezza dei docenti. «È anche questa una svolta molto attesa dalla società italiana», ha aggiunto.

E nel giorno della stretta sulla scuola sui valori del rispetto e del comportamento, l’Anpi chiede al governo di rinnovare il protocollo di collaborazione con Anpi, accordo che porta ogni anno nelle scuole i valori espressi nella Costituzione repubblicana e gli ideali di democrazia, libertà, solidarietà e pluralismo culturale nati con la Resistenza. L’accordo non è (ancora) stato rinnovato e questo sta creando uno scontro politico. «Sosteniamo con forza l’appello dell'Anpi affinchè il ministro Valditara rinnovi il protocollo di collaborazione in scadenza per realizzare attività programmatiche nelle scuole e per le scuole volte a divulgare i valori espressi nella Costituzione repubblicana e gli ideali nati con la Resistenza. Sono 10 anni che questo protocollo viene rinnovato. Sarebbe inspiegabile se il ministro Valditara lo sospendesse. Sulle origini della nostra democrazia e sui valori della Costituzione non ci si divide», ha detto Irene Manzi, responsabile nazionale Scuola del Pd.

«Il ministro Valditara è allergico ai valori della nostra Costituzione. Diffondere alle giovani generazioni i principi della libertà, della giustizia e della coesione sociale, che sono alla radice della nostra Costituzione, è la chiave di volta per non ripetere gli errori del passato. È gravissimo che non sia stato ancora rinnovato l'accordo tra l'Anpi e il ministero dell'Istruzione e del Merito per la divulgazione dei valori della Resistenza nelle scuole», ha aggiunto il senatore dell'Alleanza Verdi e Sinistra, Tino Magni.

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