ROMA. Sono 12 le regioni che si tingono di arancione e tre di rosso (la Lombardia, la Sicilia e l’Alto Adige) in base al monitoraggio settimanale appena licenziato dalla cabina di regia. In arancione già da domenica andranno: Abruzzo, Calabria, Emilia, Lazio, Marche, Liguria, Piemonte, Friuli, Puglia, Umbria, e Veneto. In rosso anche la Sicilia su espressa richiesta della regione, allarmata dalla crescita dei contagi. Il Trentino rimane invece zona gialla, con Campania, Sardegna, Basilicata, Toscana e Molise. Le nuove restrizioni rimarranno in vigore per tre settimane a partire da domenica. L’Rt nazionale è in crescita dall’1,03 all’1,09.
*** Iscriviti alla nostra newsletter Speciale coronavirus
Sono oramai ben 11 le regioni con rischio complessivo «alto», che in base alle nuove regole, a prescindere dal valore dell’Rt fanno collocare una regione direttamente in area arancione, dove non ci si può spostare dal proprio comune se non per motivi di necessità e urgenza e dove ristoranti e bar restano chiusi tutto il giorno. Una scelta motivata dal fatto che il calcolo dell’Rt fotografa una situazione più datata, mentre il livello complessivo di rischio tiene conto della circolazione del virus, la tenuta del contact tracing e degli ospedali facenti parte dei 21 indicatori oggetto del monitoraggio a cura dell’Iss.
Si osserva, per la seconda settimana consecutiva, un aumento dell’incidenza a livello nazionale negli ultimi 14 gg (368,75 per 100.000 abitanti (28/12/2020-10/01/2021) vs 313,28 per 100.000 abitanti (21/12/2020-03/01/2021), dati flusso ISS). Si evidenzia, in particolare, il valore elevato di incidenza nella settimana di monitoraggio (4/1-10/1) nella Regione Veneto (365,61 per 100.000), PA di Bolzano (320,82), Emilia Romagna (284,64), e Friuli Venezia Giulia (270,77).
L’incidenza su tutto il territorio è però ancora lontana «da livelli che permetterebbero il completo ripristino sull’intero territorio nazionale dell’identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti. Il servizio sanitario ha mostrato i primi segni di criticità quando il valore a livello nazionale ha superato i 50 casi per 100.000 in sette giorni e una criticità di tenuta dei servizi con incidenze elevate», sottolinea il Report.
Sempre forte la pressione anche sugli ospedali, con ben 12 regioni sopra la soglia di sicurezza del 30% di letti occupati da pazienti Covid. La scorsa settimana in questa condizione c’era però una regione in più. Anche se complessivamente il numero dei ricoverati in terapia intensiva è in leggero aumento da 2.579 a 2.636 pazienti Covid.
«L’epidemia resta in una fase delicata ed un nuovo rapido aumento nel numero di casi nelle prossime settimane -conclude il Report- è possibile, qualora non venissero mantenute rigorosamente misure di mitigazione sia a livello nazionale che regionale. Tale tendenza a livello nazionale sottende infatti forti variazioni inter-regionali con alcune regioni dove il numero assoluto dei ricoverati in area critica ed il relativo impatto, uniti all’elevata incidenza impongono comunque incisive misure restrittive».