Siete andati in India a cercare un esempio di vita dissoluta? Chiedete alla Polizia dell’Uttar Pradesh, che vi racconterà senza esitazioni la storia di un gruppetto dissoluto dedito al consumo di alcol e marijuana in quantità industriali. Piccolo particolare: il gruppetto non è composto da esseri umani, ma da topi e ratti.
Questo almeno vuole farci credere la Polizia dello Stato settentrionale dell’India, che ha accusato i roditori di aver “mangiato” circa 500 chilogrammi di cannabis che erano stati sequestrati dalle forze dell’ordine. Le stesse forze dell’ordine qualche tempo fa avevano incolpato questi animali della sparizione di oltre un migliaio di litri di bevande alcoliche che erano stati sequestrati.
Per carità, topi e ratti hanno un grande appetito e si nutrono più volte al giorno. Entrambi però hanno bisogno di grammi, non di chili, per sopravvivere. Quindi o il carico di marijuana sequestrata è stato attaccato da centinaia di roditori che hanno potuto banchettare indisturbati per settimane, o i conti non tornano. E se anche la matematica potesse dar ragione alla Polizia, a darle torto ci penserebbe la scienza.
Anche qui, è un problema di quantità. L’interesse di topi e ratti per la cannabis infatti è comprovato – per la disperazione di chi la coltiva – e riguarda foglie, germogli e gambo (quest’ultimo pare non a fini alimentari ma per tenere i denti corti e affilati). Ma è impensabile che possano nutrirsi di chili e chili di “erba” senza accusare conseguenze fatali. Nei dintorni del carico sequestrato e mangiato sarebbero dovute apparire centinaia di carcasse di roditori. Non è capitato.
Discorso simile per la precedente accusa alcolica. Può capitare che topi e ratti bevano delle gocce di liquore in assenza d’acqua, ma solo in una situazione d’emergenza. I roditori non sono amanti dei drink.
Dunque, delle due l’una: o l’incredibile accusa a topi e ratti serve a coprire il furto dei carichi sequestrati, e si stanno scaricando sugli animali responsabilità umane, troppo umane. Oppure è proprio chi l’ha formulata ad aver esagerato con l’alcol e la marijuana.
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