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Usa, decine di bisonti del Colorado tornano alle tribù di nativi americani

Usa, decine di bisonti del Colorado tornano alle tribù di nativi americani
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Decine di bisonti del Colorado, almeno 35 esemplari, sono stati trasferiti alle tribù di nativi americani delle Grandi Pianure. La decisione è stata presa in risposta alle loro pressioni che rivendicano la gestione degli animali con cui i loro antenati hanno vissuto per millenni.

 

Nella prima cerimonia, i bisonti sono stati consegnati agli Yuchi dell'Oklahoma, gli Arapaho e gli Shoshone del Wyoming. Ai primi sono andati sei animali che formeranno il nucleo di un nuovo branco per il popolo a sud di Tulsa, come ha spiegato Richard Grounds dello Yuchi Language Project: la mandria sarà ampliata nel tempo, per ristabilire un legame spirituale e fisico spezzato due secoli fa, quando gli Yuchi furono costretti a lasciare la loro terra natale. Altri 17 bisonti andranno alla tribù degli Arapaho e 12 alla tribù dei Shoshone, e un animale al Tall Bull Memorial Council, che ha membri di varie tribù.

 

Il trasferimento è arrivato due settimane dopo che il segretario degli interni Deb Haaland ha emesso un ordine inteso ad espandere ulteriormente il numero di grandi mandrie nelle terre dei nativi americani. Haaland ha anche annunciato 25 milioni di dollari per creare nuove mandrie, trasferire più bisonti dalle terre federali a quelle tribali e stringere nuovi accordi di gestione dei bisonti con le tribù.

"Ogni bufalo morto è un indiano scomparso"
Quando gli europei arrivarono in Nord America le estese praterie erano estremamente popolate dai bisonti e capirono subito che la caccia al bisonte sarebbe stata un'importante strategia nella guerra ai nativi americani: "Uccidi ogni bufalo che puoi! Ogni bufalo morto è un indiano scomparso" era uno dei concetti ben chiari all'«uomo bianco».

 

I nativi infatti consideravano questi immensi animali come un simbolo di prosperità, di protezione che andava oltre al semplice sostentamento, ma assumendo degli aspetti anche spirituali:  “Il bisonte ci dava tutto quello di cui avevamo bisogno. Senza di esso non saremmo potuti sopravvivere. I nostri tepee erano fatti con la sua pelle. La sua pelliccia era il nostro letto […] la sua pelle era il nostro tamburo sacro e vivo […] la sua carne ci dava forza. Il suo stomaco, nel quale buttavamo una pietra ardente, era il paiolo per la minestra. Le sue corna i nostri cucchiai, le sue ossa i nostri coltelli, aghi e punteruoli per le nostre donne […]. Il suo enorme cranio su cui appoggiavamo le pipe, era il nostro altare” riporta il sito lacooltura.it riprendendo le parole dell’indigeno americano Sioux Cervo Zoppo.