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Allergie e animali domestici, quando la convivenza diventa un beneficio per la salute dei bambini (e non solo)

Allergie e animali domestici, quando la convivenza diventa un beneficio per la salute dei bambini (e non solo)
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Si sente spesso parlare di allergie, infezioni, contaminazioni. Di paura a tenere i neonati a stretto contatto con gli animali domestici. E’ innegabile che cani, gatti e company siano dei vettori di microrganismi. La buona notizia è che la stragrande maggioranza non sono geneticamente compatibili con l’uomo, mentre altri possono avere degli effetti inaspettati. Ma una cosa è certa: “Convivere con gli animali sin da piccoli ci può portare a rafforzare il sistema immunitario e a diminuire le allergie”. A confermarlo è il professor Mario Di Gioacchino, presidente della Società Italiana di Allergologia, Asma e Immunologia Clinica, a cui abbiamo chiesto di fare un po’ di chiarezza dopo le ultime ricerche scientifiche pubblicate sull’argomento.

 

All’ultimo Congresso europeo di microbiologia clinica e malattie infettive di Copenaghen è stato presentato uno studio secondo cui cani e gatti potrebbero trasmettere a noi umani organismi resistenti ai farmaci e quindi peggiorare involontariamente la nostra risposta alle cure antibiotiche. Una sorta di scudo, questa volta non favorevole, trovato in una serie di persone ricoverate in ospedale proprio a causa dell’inefficacia delle medicine contro un’infezione. Uno studio giapponese, appena pubblicato su Plos, rivela invece che gli animali domestici sono un’ottima palestra per il sistema immunitario, tant’è che i bambini nati in famiglie con animali, a stretto contatto già durante la gestazione, hanno mostrato una minore incidenza di allergie alimentari. Nello specifico, i cani sembrano ridurre maggiormente i problemi con uova, latte e noci, i gatti quelli relativi a uova, frumento e soia mentre i criceti aumenterebbero l’allergia alle noci.

Professore, com’è possibile che cani e gatti ci diano questa “protezione alimentare”?
"Bisogna prima di tutto sapere che, rispetto agli adulti, i bambini sono più predisposti a guarire da un’allergia alimentare. Questo perché il loro organismo è più predisposto ad acquisire una tolleranza che gli permetterà in futuro di mangiare un alimento a cui inizialmente si era mostrato allergico. Tutto ciò è possibile perché a livello intestinale abbiamo un complesso microbiota in cui si trovano più o meno linfociti T regolatori che silenziano il sistema immunitario e quindi bloccano l’allergia. Nei bambini questo processo è più facile perché le loro difese immunitarie sono in formazione. Recenti studi hanno dimostrato che, contrariamente a quanto si pensasse, uno svezzamento veloce anche dei figli di persone con allergie è più efficace proprio perché riduce il rischio di sviluppare un’ipersensibilità. Detto questo, lo studio giapponese ha potuto constatare questa forma di protezione in uno scenario di esposizione precoce ma non la causa-effetto. Questo ci dimostra che proprio per via di questa tolleranza immunitaria che si sviluppa molto precocemente, probabilmente anche durante la gestazione, la “contaminazione” con cani e gatti ci può dare dei benefici a livello di microbiota, conferendoci una maggiore tolleranza ad alimenti come l’uovo o il latte".

Cosa possiamo dire invece delle allergie al pelo di cane e gatto?
"Il principio è esattamente lo stesso: solo l’esposizione precoce agli antigeni di cani e gatti ci aiuta a creare una tolleranza e quindi a non sviluppare un’allergia. Non è assolutamente vero che bisogna allontanare da casa un cane o un gatto se c’è un bambino atopico, semmai bisogna fare il contrario: solo entrando in contatto con le proteine prodotte dalle ghiandole sebacee e salivari – sono questi i veri allergeni a cui reagiamo, non il pelo dell’animale – ridurremo il rischio di sviluppare allergie. Se invece i bambini vengono tenuti sotto una campana di vetro svilupperanno un sistema immunitario meno efficiente e più predisposto alle allergie".

Come mai il numero degli allergici è in crescita?
"Si prevede che nel 2035 il 50% degli italiani mostrerà almeno un’allergia. Negli ultimi 20 anni c’è stata una vera impennata è la responsabilità è solo nostra. Un problema è sicuramente l’inquinamento ambientale dato che molte sostanze chimiche sono degli immunoregolatori che hanno la capacità di polarizzarsi e farci diventare allergici. L’altro problema è l’abuso di igienizzanti. Il fatto di non vivere più a contatto con la natura, ma in ambienti domestici altamente puliti e sterilizzati ci ha portato a inibire sempre di più le esposizioni che in passato rafforzavano il nostro sistema immunitario lasciandoci, di fatto, più predisposti".

Cosa ci può dire invece dell’antibioticoresistenza trasmessa da cani e gatti?
"Convivere con un cane o un gatto modifica il nostro microbiota, che è il patrimonio batterico che popola l’intestino. Questo può quindi avere degli effetti positivi, vedi la tolleranza alle allergie alimentari, ma anche negativi, come ad esempio la farmacoresistenza. Il rischio è basso, ma gli animali sono dei potenziali serbatoi di organismi multifarmacoresistenti esattamente come noi. Se il nostro microbiota non fosse già resistente di suo, ogni volta che prendiamo un antibiotico lo distruggeremmo completamente, ma fortunatamente non è così. In questo purtroppo non può esistere una efficace forma di prevenzione, anche perché l’incontro con batteri antibioticoresistenti è sempre possibile, anche se non si convive con un animale domestico".