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Per la Commissione petizioni Ue l'allevamento dei polli a rapido accrescimento è in contrasto con il benessere animale

Per la Commissione petizioni Ue l'allevamento dei polli a rapido accrescimento è in contrasto con il benessere animale
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Era attesa ed è puntualmente arrivata. La Commussione Petizioni del Parlamento europeo ha dato pieno sostegno alla petizione, depositata da Animal Equality nel giugno dell'anno scorso, che chiede di porre fine allo sfruttamento dei polli broiler, i polli a rapido accrescimento allevati per la loro carne, geneticamente selezionati per aumentare la produzione a discapito della loro salute. Contestualmente al parere positivo espresso dalla presidente, Dolores Montserrat, la rappresentante della commissione europea ha comunicato che "i polli a rapido accrescimento saranno oggetto della proposta di revisione della legislazione sul benessere degli animali allevati prevista entro il 2023 con riferimento al requisito giuridico della crescita rallentata"

 

Tutti gli eurodeputati intervenuti nel corso della seduta hanno sottolineato il loro sostegno affinché la petizione presentata da Animal Equality rimanesse aperta. Mariangela Danzì e Tatjana Ždanoka (Non iscritti), Margrete Auken (Verdi), Peter Jahr (Ppe) e Michal Wiezik (Renew Europe) hanno chiesto alla commissione di verificare la corretta applicazione della normativa europea sul benessere animale nei confronti dei polli broiler allevati per la loro carne, ma anche di esprimersi in merito alla necessità di modificare tali regole sulla base delle violazioni denunciate attraverso la petizione.

 

“Le disposizioni in materia di benessere animale ci sono, ma devono essere rispettate ed è compito della Commissione Ue che ciò avvenga. Sono davvero lieta che ci sia questa petizione e credo sia necessario chiedere alla commissione se va cambiata la legge o la pratica denunciata”, ha detto la deputata Margrete Auken.

 

“Il parere della Commissione Petizioni segna un passo fondamentale verso la fine della sofferenza di miliardi di polli in tutta l’Unione europea. L’allevamento di questi animali, selezionati geneticamente per soffrire a beneficio dell’industria della carne, è infatti un’aberrazione in contrasto con le norme comuni sulla tutela del benessere animale. È ora necessario che la Commissione europea agisca per impedire che lo sfruttamento ingiustificato di questi animali prosegua oltre”, aggiunge Matteo Cupi, vice presidente di Animal Equality Europa.

 

Il parere della commissione Petizioni arriva dopo che, a febbraio 2023, la Commissione europea, in risposta alla petizione di Animal Equality, aveva riconosciuto che l’allevamento dei polli a rapido accrescimento è problematico. In quell’occasione, la commissione Ue aveva anche annunciato di stare valutando “la necessità e le opzioni per affrontare le potenziali conseguenze negative sul benessere animale di alcune strategie di allevamento in questo processo di revisione della legislazione prevista entro il 2023”, sulla base del parere scientifico fornito dall’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (Efsa). Come riconosciuto anche dalla stessa autorità, la selezione genetica effettuata sui polli a rapido accrescimento allevati per la loro carne ha ripercussioni disastrose sulla qualità di vita dei polli. Sin dal 2010, l’Efsa ha prodotto studi che collegano esplicitamente le criticità rilevate, tra le quali si annoverano i disturbi scheletrici, agli eccessivi tassi di crescita di questa razza di polli.

 

Questa situazione si pone in grave contrasto sia con l’articolo 13 del Trattato di Lisbona, che riconosce gli animali quali “esseri senzienti” e quindi meritevoli di tutela, sia con la Direttiva europea 98/58/CE, recepita anche in Italia, che obbliga i Paesi membri a rispettare le disposizioni in essa previste a tutela del benessere degli animali allevati e a evitare loro dolori, sofferenze o lesioni inutili.

 

"La crescita di questi animali non procede di pari passo con lo sviluppo dell’apparato respiratorio, cardiocircolatorio e scheletrico - sottolinea Animal Equality che al tema ha dedicato molte inchieste -: questa condizione causa loro numerosi scompensi e malattie, fino a portarli spesso alla morte precoce in allevamento, senza cure e tra atroci sofferenze".

La petizione aveva avuto il sostegno di oltre 60 associazioni italiane, europee e internazionali.