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Trentino, rapporto Grandi carnivori: nessun orso è dotato di radiocollare. M62 forse morto in una lotta con un altro esemplare

Trentino, rapporto Grandi carnivori: nessun orso è dotato di radiocollare. M62 forse morto in una lotta con un altro esemplare
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Nessun orso in Trentino è munito di radiocollare. È quanto emerge dal rapporto periodico del mese di aprile 2023 sui grandi carnivori presenti nella Provincia di Trento. Nel rapporto vengono elencati e descritti gli avvistamenti degli orsi e al primo posto c'è quanto accaduto nel pomeriggio del 5 aprile nei boschi di Caldes dove Andrea Papi ha perso la vita a seguito di un attacco dell'orsa Jj4. Secondo i forestali trentini il radiocollare "è uno strumento impiegato per il monitoraggio degli esemplari problematici e non è in grado di ridurre il rischio".



Il radiocollare è uno strumento che alcune correnti di pensiero considerano obsoleto per diversi aspetti sia legati alla salute dell'orso che alla trasmissione dei dati quindi alla sua reale posizione. L'utilizzo del collare presenta criticità. Gli orsi a differenza di altri animali non hanno praticamente il collo e poi sono soggetti a sensibili variazioni di peso prima e dopo il letargo, e per questa ragione il radiocollare non può essere applicato al risveglio, quando i plantigradi pesano molto meno. La successiva crescita nel corso della primavera e dell'estate rischierebbero di strozzare l'orso. Al tempo stesso, se indossato quando l'orso è all'apice del peso il rischio è che in inverno si sfili agilmente, ipotesi che secondo i forestali trentini si verifica nel 20-25% dei casi. C'è anche un motivo di insofferenza da parte degli esemplari che grattandosi per ore oppure strofinandosi contro i tronchi danneggiano il dispositivo.

 

C'è poi un aspetto tecnologico. Le batterie hanno una durata limitata e l'animale andrebbe periodicamente ricatturato per la sostituzione del radiocollare. Infine, considerando che il segnale è inviato tramite schede Sim, in molti versanti delle montagne trentine non sono coperte. Ad esempio, sul monte Peller dove si trova il maggior numero di esemplari non c'è 'copertura'. Nel rapporto 'grandi carnivori' della Provincia Autonoma di Trento si legge che gli avvistamenti di orsi, anche di orse accompagnate da cuccioli, sono stati diversi ma solo nel Trentino occidentale e che quelli segnalati dopo la tragedia di Caldes nel Trentino orientale "sono ascrivibili a fake news o ad avvistamenti di altre specie animali".

 

Il monitoraggio dei cuccioli
Nel rapporto si ricorda anche che sul sito istituzionale dedicato ai grandi carnivori è consultabile la mappa (riportata qui di seguito) dove sono registrate in tempo reale le segnalazioni attendibili riferite a orse accompagnate da piccoli dell’anno o cuccioloni dell’anno precedente. "Ciò può aiutare i frequentatori della montagna a muoversi con più consapevolezza - si legge nel documento - , adottando le misure di ridurre del rischio di incontri ravvicinati a sorpresa (es. facendosi sentire per tempo, a maggior ragione qualora ci si muova negli ambienti boscati nel primo mattino, al crepuscolo o nelle ore notturne, orari in cui gli orsi sono più attivi proprio in conseguenza della minore presenza umana)".

 

 

L'ipotesi sulle cause della morte di M62: una lotta fra orsi
Nell'aggiornamento del rapporto viene riportato anche il rinvenimento della carcassa dell'orso M62 il 30 aprile sulle Dolomiti del Brenta da parte di alcuni escursionisti e le sue possibili cause della morte: "L’ispezione sul sito di rinvenimento da parte della squadra di emergenza del Corpo forestale ha permesso di rinvenire evidenti tracce di lotta sul terreno e ferite sul corpo dell’orso. L’ipotesi è quindi quella di decesso conseguente ad una lotta tra maschi. Nel periodo primaverile (aprile-giugno), che per l’orso corrisponde al periodo degli amori, combattimenti di questo tipo sono frequenti e possono portare anche a gravi ferimenti o alla morte di qualcuno degli animali coinvolti. L’autopsia richiesta all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie potrà confermare tale ipotesi".

Un'autopsia che nel frattempo è stata eseguita ma, allo stato attuale, non sembra aver chiarito le reali cause della morte: così la procura ha aperto un fascicolo contro ignoti, ipotizzando il reato di uccisione di animale. L'obiettivo è ordinare ulteriori accertamenti "atti a stabilire l'origine delle ferite". Sospetto che ha indotto le associazioni animaliste Oipa, Lav ed Enpa a richiedere l'accesso agli atti degli esami autoptici e ad annunciare denunce nel caso venisse accertato il decesso dell'orso per mano dell'uomo.