Un toro con le corna in fiamme. Si dimena per cercare di spegnere quel fuoco. È spaventato, ma a chi lo ha portato in quella crudele condizione poco importa: per quelle persone il toro è il fulcro di una tradizione tanto contestata quanto dura a morire. È il "toro embolado", una delle tante tradizione legate a questi animali ancora diffuse in Catalogna e Comunità Valenciana, due regione della Spagna. Il toro, a differenza della corrida tradizionale, in questo caso non viene ucciso, ma viene viene sottoposto a una pratica tremenda: alle sue corna viene fissato un pezzo di legno alle cui estremità vengono applicate delle palle di cotone e stoppa impregnate di catrame a cui viene dato fuoco. Così poi l'animale viene liberato in preda al panico e i partecipanti a questo "spettacolo" devono cercare di evitare le sue corse rese furiose dallo spavento delle fiamme. 
"È una vergogna nazionale" tuona il partito spagnolo Animalist Party With the Environment (Pacma). Quella del "toro  embolado" è una tradizione che divide molto gli spagnoli, come d'altronde la corrida che molti considerano una forma di crudeltà e un evento anacronistico. Nel 2010, il governo catalano votò per vietare le corride nella regione, ma nel 2016 la Corte Suprema spagnola annullò tale decisione, ritenendo che fosse parte del patrimonio culturale del paese. Le corride sono anche state associate a numerose vittime umane, con oltre 530 matador professionisti morti a causa di ferite ricevute nelle arene negli ultimi 300 anni.