
Questo il concetto alla base della “crononutrizione”, ovvero quella scienza alimentare nata nel 1986 dagli studi del dott. Delabos e che, chiarisce il prof. Rinaldi, «non è un regime dietetico in senso restrittivo, ma un controllo alimentare che tiene in considerazione non solo quello che si mangia ma quando lo si mangia, in base alle variazioni del metabolismo del corpo nei vari momenti della giornata, regolate dal ritmo circadiano che sovrintende a molte delle funzioni vitali, a cominciare dal ciclo sonno-veglia».
Per far funzionare al meglio il nostro corpo, dunque, occorre seguire i suoi ritmi, come i cambiamenti metabolici e ormonali e la crononutrizione è l’abbinamento delle necessità alimentari e nutrizionali a tali ritmi durante le 24 ore, da mezzanotte a mezzanotte. Abbiamo allora chiesto al dott. Rinaldi di spiegarci come funziona il metabolismo e come va affrontata e “suddivisa” una giornata dal punto di vista alimentare.
Come funziona il ritmo metabolico?
«La parte più importante della giornata è il mattino tra le 7 e le 8 e la notte, che non è un momento inutile della giornata ma fondamentale per il metabolismo».

«Partendo dal presupposto che lo stesso alimento produce effetti diversi a seconda del momento in cui viene mangiato, la mattina tra le 7 e le 8 l’attività metabolica è al massimo e, in questo momento, tutto quello che mangiamo viene altamente digerito e metabolizzato. Ecco perché non bisogna mai saltare la colazione, che va consumata entro le 8 perché gli ormoni come l’insulina, che controlla il livello degli zuccheri e il cortisolo, che influisce sul ritmo pressorio, in questo momento raggiungono il loro picco. L’ideale sarebbe consumare la tipica colazione con biscotti, latte e caffè, che comprende carboidrati, grassi e zuccheri, ottimi per dare energia perché in questo momento occorre ricaricare le batterie e tutto viene consumato più velocemente».
A pranzo?
«Verso metà giornata, ovvero tra le 12 e le 13, si innalzano gli ormoni tiroidei che accelerano il metabolismo e impediscono ai grassi di accumularsi. In questo lasso di tempo, ovvero durante il pranzo, abbiamo necessità di carboidrati come pasta, riso, pane, patate da abbinare alle verdure o ai legumi, perché la tiroide per funzionare ha bisogno di energia».

«Al di là delle abitudini personali (non si mangia o si mangia poco), la cena andrebbe consumata tra le 19 e le 20 e sempre entro le 22, quando si registra un aumento dell’ormone della crescita e della somatostatina che stimolano la formazione del tessuto muscolare e in generale la rigenerazione dei tessuti, dunque favoriscono l’aumento della massa magra. Questo è allora il momento giusto in cui mangiare proteine, come la carne, il pesce o i legumi ad alto valore proteico e limitare i carboidrati, perché l’insulina è rallentata dunque gli zuccheri vengono assimilati più facilmente».
È anche il momento in cui il corpo si prepara ad affrontare la notte e prima di dormire, raccomanda il dott. Rinaldi, «è bene prendere delle tisane ma non della frutta, ad esempio, ricca di zuccheri che vengono assimilati male perché il livello di insulina è basso». Tranne un’eccezione: la banana, che essendo ricca di triptofano, stimola la sintesi della melatonina, dunque favorisce il sonno. «Una banana molto ricca di triptofano ha un’azione ben diversa sa se viene mangiata alle nove del mattino o alle nove di sera», afferma il dott.Rinaldi.
Ma se non si riesce a seguire lo schema alimentare?
«Si possono introdurre delle variazioni, ma piccole. Si può spostare di poco il pranzo o la cena, ma tra un pasto e l’altro deve sempre esserci un lasso di tempo di qualche ora. Inoltre, ci si può concedere qualche strappo nel regime, che va bilanciato o nel pasto seguente o il giorno dopo».
Ci sono invece alimenti da evitare?
«In linea di massima no, tutto va assunto. Magari sarebbe meglio limitare quelli ad azione infiammatoria, ricchi di istamina come latte e derivati o vegetali come melanzane, pomodori, piselli. E poi i cibi con conservanti, additivi, glutammati. In linea di massima, più che eliminare occorre selezionare gli alimenti».
L’utilizzo di prodotti cosmetici che contengono i medesimi principi attivi degli alimenti, può aiutare o favorire l’azione degli stessi?
«Più che altro possono favorire l’idratazione della pelle, ma solitamente avviene il contrario: curiamo con la giusta nutrizione problemi legati a pelle e capelli». E qui la crononutrizione diventa cronodermatologia o cronocosmesi, parola di dermatologo!