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La lezione di Alice, tradita dal marito narcisista: "Se sentite che qualcosa non torna, è perché non torna"

Photo by Niklas Hamann on Unsplash
Photo by Niklas Hamann on Unsplash 
Un matrimonio durato 25 anni che si conclude, dopo una fase da coppia aperta, con l'arrivo di una donna più giovane nella vita del marito, un uomo manipolatore con il quale la moglie aveva instaurato un rapporto che la psicoterapeuta definisce di "fallacia dei costi irrecuperabili". Fino alla consapevolezza
5 minuti di lettura

Alice (il nome è di fantasia) vive in una città di mare, ha 52 anni, una carriera come consulente e soprattutto una nuova vita davanti. "Dopo un matrimonio durato venticinque anni, ho ripreso in mano il timone della mia vita", racconta con la fermezza di chi sta scrivendo un nuovo capitolo. La chiave di volta? "Aver capito che la persona che pensavo di avere davanti non esisteva, perché il mio ex-marito era un narcisista. Ci ho messo tantissimo per rendermene conto, ma quando finalmente ho messo a fuoco questo dato è stato come togliermi la benda che mi copriva gli occhi".

L'incontro con quello che sarebbe diventato il futuro marito è nato con un appuntamento al buio organizzato da una coppia di amici. "Era la metà degli anni Novanta e ho accompagnato un'amica a un appuntamento a quattro che, in poco tempo, si è trasformato nel primo appuntamento a due". Alice è subito affascinata: "Era un uomo bellissimo, ammaliatore, molto presente, molto disponibile, con grandi capacità relazionali, un intrattenitore come pochi. Aveva una particolare facilità nel gestire situazioni complesse e nel risolvere i problem". Con una punta di ironia, Alice sintetizza: "Il top di gamma". Nel giro di un paio d'anni la coppia si sposa. "Negli occhi delle altre persone vedevo il riflesso del suo carisma: era come se il mio ex avesse un talento innato per piegare la realtà e le persone al suo volere. Anche se ogni tanto c'era qualcosa che mi faceva suonare un campanello d'allarme, magari perché aveva risolto un problema creandone un altro, giustificavo, contestualizzavo il tutto in un'idea di normalità che, a posteriori, ho capito che mi ero costruita da sola". Perché è così difficile uscire dall'idea che ci facciamo della nostra realtà? "L'ostacolo principale che ci tiene ancorati ad una relazione ormai naufragata è un comportamento paradossale tipico della presa di decisioni. Ciò è causato da un bias cognitivo detto 'fallacia dei costi irrecuperabili'", risponde la dottoressa Chiara Nardone, psicologa e psicoterapeuta. "In altre parole, non accettiamo che le risorse che abbiamo investito (in questo caso, emotive) siano state inutili e sprecate e che siano definitivamente perse e irrecuperabili: ammetterlo significherebbe accettare di aver commesso un errore colossale. Così trasciniamo avanti per molto tempo situazioni logoranti e rimanendo fedeli al nostro "investimento" alimentiamo un costante braccio di ferro con rabbia e frustrazione".

Libertà e limiti

A poco a poco, però, fra Alice e il suo ex-marito inizia a crearsi una distanza. "Di base, la storia d'amore era finita, ma abbiamo deciso di stare comunque insieme. Un po' perché continuavamo a condividere una serie di cose che ci riempivano la vita, un po' perché avevamo iniziato un progetto di vita in comune e, in definitiva, non c'era qualcosa di specifico che non andava. Alla mia esistenza non mancava nulla, avevo tutta la libertà che potevo desiderare, mi sosteneva in ogni mio progetto professionale o personale". Alice viaggiava molto per lavoro, metà della settimana era in trasferta. Esaurita la passione, decidono di comune accordo di essere una coppia aperta. "Avevamo capito che per certe cose non funzionavamo e ci eravamo concessi la libertà di vivere la nostra sessualità fuori dalla coppia, ma all'interno di alcuni limiti. Per esempio, preservando la nostra casa come spazio comune". A ben guardare, però, c'erano altre ragioni che facevano da collante: "Nel mio ex-marito avevo una presenza, una guida. Le mie amiche avrebbero voluto le stesse attenzioni dai loro mariti, un marito così attento, così premuroso, che si occupava di me, dei miei desideri. Per esempio, se c'era una cena, mi serviva, quando rientravo in treno, a qualunque ora del giorno o della notte lui mi veniva a prendere in stazione quando invece avrei potuto prendere un taxi, oppure la sera mi portava spesso i miei dolci preferiti e incredibilmente lo faceva sempre quando io li desideravo. Io credevo che lui fosse quello che tutti percepivamo, salvo scoprire che non era vero". 

Dalla coppia a una nuova famiglia

La svolta nella vita di Alice è arrivata inaspettata. "Avevo deciso di mettermi a dieta e mi sono rivolta a una psicoterapeuta ed è stato parlando con lei, raccontando del mio rapporto con l'alimentazione che passava anche attraverso le cure del mio ex-marito, che per la prima volta, come in un lampo, ho appreso che dietro la facciata ci potesse essere dell'altro. L'uomo che avevo sposato corrispondeva perfettamente al profilo di un narcisista". Contemporaneamente, per il compleanno, Alice regala all'ex-marito un cellulare. "Siccome ero più pratica con la tecnologia, mi ha chiesto se potevo occuparmi del trasferimento dei dati e proprio mentre avevo in mano il suo telefono, è arrivato un messaggio". Alice capisce subito che non era una storia passeggera, ma che ci sono profonde implicazioni sentimentali. "Ho scoperto che la donna che scriveva era molto più giovane di lui e, probabilmente come era successo a me in passato, si era sentita attratta dalla stabilità che lui rappresentava, quindi ho affrontato il mio ex". Alice teme che, proprio per la differenza di età della donna, la coppia possa trasformarsi in famiglia e chiede al marito di interrompere la relazione. Nonostante le promesse, la relazione con la giovane donna prosegue. "A quel punto, ho capito che non riusciva a rispettare il perimetro che come coppia ci eravamo disegnati. Oppure, semplicemente, si è fatto prendere da un delirio di grandiosità e pensava di poter mantenere due vite sentimentali parallele". Alice decide di smettere di credere alle promesse, sceglie di sollevare il sipario e guardare in faccia la realtà: "Con ansia e batticuore, ho messo un Gps con ascolto nella sua auto e, per una settimana, ho ascoltato tutto quello che diceva in compagnia di questa donna. È così che  ho scoperto chi fosse veramente. Ho passato una settimana a piangere, ma ho iniziato anche a entrare nella sua logica, a immaginare cosa avrebbe risposto a una certa frase o osservazione". 

Fidarsi delle decisioni

Per una di quelle curiose alchimie della mente, il subconscio di Alice si è rivelato in un sogno: "Ho sognato il suo viso angelico sovrapposto da una maschera con un'espressione cattiva. Ho capito che la fase della dissonanza cognitiva era terminata, che la nostra storia era arrivata alla fine. Provavo una grande incredulità all'idea di aver basato metà della mia vita su una persona che era solo la facciata di se stessa, ma allo stesso tempo mi consideravo fortunata per aver avuto la possibilità di aprire gli occhi". Alice decide che è arrivato il momento di voltare pagina. "Il mio ex non aveva chiuso la sua relazione con l'altra donna e il tempo era scaduto. Glielo ho detto: non c'è una soluzione da trovare, queste relazioni sono incompatibili. Lui ha provato a manipolare la situazione, a dire che mi ero fatta condizionare dalla mia psicoterapeuta, ma di fronte al mio essere irremovibile ha dovuto prendere atto che era veramente finita". Alice ha preso la sua decisione con fermezza. "La leva di cambiamento più potente è arrivare alla consapevolezza che i comportamenti del partner narcisista rispecchiano un copione prevedibile e scontato. Successivamente, è fondamentale individuare tutte le reazioni che la vittima ha messo in atto inconsapevolmente e che l'hanno condotta a rimanere sempre più incastrata nella trappola manipolatoria del suo aguzzino.

A questo punto, avendo lavorato anche sulla rielaborazione della rabbia e del dolore, sono agevolati il distacco definitivo e la rinascita", prosegue la dottoressa Nardone. Per più di un mese, Alice e l'ex-marito hanno vissuto da separati in casa. "Era come se non potesse accettare la nuova realtà: ogni sera, tornava a casa e dormiva sul divano. Evidentemente, continuavo a essere la sua fonte di rifornimento primario. Come ogni narcisista, il mio ex non dava nulla di sé, perché la relazione non era uno scambio, ma una manipolazione in cui lui prendeva sostentamento emotivo". Trascorsa l'estate, la coppia ha chiesto la separazione consensuale. "Il mio ex torna a visitarmi ogni settimana, mi porta la spesa, vuole continuare a sostenermi economicamente, anche se non ne ho bisogno. Capisco che vuole continuare a tenermi legata a sé". Ma Alice si considera una donna non solo libera, ma anche liberata: "Sono una donna autonoma, consapevole e che sa prendere decisioni e che si fida delle decisioni che prende". Alle altre donne alle prese con la doppiezza del partner dice: "Non giustificate i comportamenti cercando di farli rientrare in un perimetro di normalità, fidatevi del vostro cuore. Se sentite che qualcosa non torna, è perché non torna. Smettete di cercare di salvare lui e salvate voi stesse".