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Congedo mestruale, il caso dell'azienda francese che lo offre alle dipendenti

Photo by Jeswin Thomas on Unsplash
Photo by Jeswin Thomas on Unsplash 
Un giorno di riposo retribuito durante i momenti più dolorosi delle mestruzioni. Con una sperimentazione di un anno, il piccolo mobilificio garantisce così una misura ancora non codificata dal diritto del lavoro. In Italia l'unica proposta sul tema è ferma al 2016 mentre in Spagna se ne discute nella nuova legge sull'aborto
2 minuti di lettura

Una giornata di congedo retribuito durante il ciclo mestruale. Potranno beneficiarne tutte le dipendenti del mobilificio francese Louis. L'azienda di Labège, non lontano da Tolosa, diventa così una delle poche del Paese a garantire il congedo mestruale

La misura, in fase sperimentale, è stata introdotta simbolicamente per un anno a partire dall'8 marzo come un diritto a disposizione delle otto dipendenti, inclusi gli uomini sono diciassette in tutto, che dovendo affrontare lavori di falegnameria a volte pesanti possono decidere di fermarsi nei giorni più dolorosi del ciclo mestruale. 

In un'intervista rilasciata a France Bleu il direttore generale di Louis, Thomas Devineaux, ha spiegato che la misura è vantaggiosa per tutti. Non solo per le donne. "Le dipendenti non devono produrre nessun certificato medico e non c'è bisogno di autorizzazioni. In caso di cicli dolorosi basta informare il manager. Lavoriamo in un clima di flessibilità e così evitiamo imprevisti durante la produzione. È importante che nel luogo di lavoro ci siano fiducia e benessere, così facendo speriamo di spingere altre aziende a seguire il nostro esempio".

Nel resto del mondo

La Spagna ha appena inserito un articolo sul congedo mestruale all'interno della nuova proposta di legge sull'aborto che prevede la possibilità di interrompere la gravidanza a partire dai 16 anni e senza il permesso dei genitori e dispone lo stop sul lavoro da tre a cinque giorni in caso di ciclo doloroso, oltre all'obbligo di prodotti igienici gratuiti negli istitui scolastici. Ma l'iter e la discussione parlamentare prevedono tempi lunghi.

Sempre in Spagna dal 2021 il comune di Girona garantisce otto ore di stop dal lavoro per donne affette da dismenorrea o endometriosi (ma l'invito è quello di non fermarsi al congedo ma recarsi da un medico per curare il disturbo)- Per quanto riguarda la Francia, al momento quella del piccolo mobilificio è una delle poche sperimentazioni in questo senso (tra le altre ci sono quelle di Marédoc, Apres La Collective, Intimina), mentre la legge sul lavoro nazionale non contiene norme sul tema.

In India nel 2020 l'azienda Zoomato lo aveva introdotto ma è stato il Giappone tra i primi, seguito dall'Indonesia, a istituire misure a tutela della salute delle lavoratrici già nel 1947. Più recentemente anche Sud Corea e Taiwan hanno messo a disposizioni delle donne giornate di congedo lavorativo durante le mestruazioni. Singoli casi di aziende, come la Nike nel 2007, fanno riferimento al ciclo nel codice di condotta e nel 2016 la decisione di un'azienda di Bristol di aderire alle politiche sul congedo fu l'occasione per aprire il dibattito anche in Italia.

In Italia

Nel 2016 alcune deputate Pd presentarono alla Camera una proposta di legge per l'istituzione del congedo per le donne che soffrono di dismenorrea. L'iniziativa parlamentare partiva dai dati: "tra il 60 e il 90 per cento delle donne soffre durante il ciclo mestruale e questo causa tassi dal 13 per cento al 51 per cento di assenteismo a scuola e dal 5 per cento al 15 per cento di assenteismo nel lavoro". Da qui la richiesta di un congedo, per massimo tre giorni al mese, dedicato alle donne che soffrono di mestruazioni dolorose e che dovranno certificare la dismenorrea tramite un medico specialista.

"Per tale diritto è dovuta un'indennità pari al 100 per cento della retribuzione giornaliera e i giorni di congedo non possono essere equiparati ad altre cause di assenza dal lavoro, a partire dalla malattia. Il diritto di cui alla presente proposta di legge si applica alle lavoratrici con contratti di lavoro subordinato o parasubordinato, a tempo pieno o parziale, a tempo indeterminato, determinato ovvero a progetto", si legge nella bozza.

La proposta di legge è ancora ferma al 2016, così come il dibattito. Si riaccende a tratti soltanto quando le condizioni di discriminazione delle lavoratrici incontrano la cronaca, come è accaduto recentemente tra le dipendenti di un supermercato di Pescara