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È morta Vivienne Westwood, la regina della moda inglese

Vivienne Westwood alla sfilata Red Label durante la London Fashion Week autunno-inverno 2015/16
Vivienne Westwood alla sfilata Red Label durante la London Fashion Week autunno-inverno 2015/16 
È scomparsa a 81 anni la regina della moda britannica. Una provocatrice per eccellenza, una stilista che ha giocato un ruolo fondamentale nell’invenzione dell’estetica punk e ha saputo unire stili ed epoche come nessun altro, fino all'ultima delle battaglie: quella per una moda sostenibile
4 minuti di lettura

Vivienne Westwood, la voce più forte della moda britannica, la provocatrice per eccellenza, colei che ha giocato un ruolo fondamentale nell’invenzione dell’estetica punk, che ha saputo unire stili ed epoche come nessun altro, la prima designer a dare anima e corpo nella lotta per una moda sostenibile, l’unica forse venerata in patria tanto quanto Elisabetta II, è scomparsa all’età di 81 anni. La causa è una malattia vissuta con discrezione lontano dai riflettori delle passerelle. In realtà, le prime avvisaglie che la sua salute non fosse al meglio si sono avute lo scorso settembre a Parigi, quando per la prima volta la stilista non si è presentata alla sfilata del suo marchio. Sono anni che la collezione è disegnata dal suo partner Andreas Kronthaler, negli ultimi anni voluto dalla stilista alla guida del brand, ma lei era sempre stata in prima fila ad applaudirlo. Nel comunicato che conferma la morte di Vivenne, Kronthaler scrive : "Continuerò con Vivienne nel cuore. Abbiamo lavorato fino alla fine e lei mi ha dato un sacco di cose con cui andare avanti. Grazie Tesoro."

In occasione della sfilata di settembre a Parigi, l’assenza è stata spiegata con la volontà di Westwood di manifestare nelle strade di Londra assieme ai lavoratori che protestavano contro il governo inglese. Forse, invece, le cose stavano diversamente, ma l’episodio non toglie nulla all’immensa forza della creatrice. Perché la moda inglese, il suo significato e l’idea stessa che ne ha il mondo, corrispondono in toto alla sua di visione, al suo senso dissacratorio, alla volontà di sorprendere e distruggere lo status quo, unito nel suo caso a una conoscenza enciclopedica della storia del costume.

La stilista con due modelle durante la London Fashion Week nel 1992
La stilista con due modelle durante la London Fashion Week nel 1992 

Chi era Vivienne Westwood

Vivienne Isabel Swire nasce l’8 aprile del 1941 in un villaggio del Derbyshire. Da adolescente si trasferisce con i genitori nella periferia nord-ovest di Londra, dove la realtà la fa desistere dai suoi sogni di gloria. Lei il senso dello stile ce l’ha, eccome, inizia anche a studiare moda e oreficeria, ma lascia perdere dopo un anno: “Non avevo idea che quell’universo potesse diventare un lavoro vero e proprio, e io avevo bisogno di uno stipendio”. Decide perciò di fare l’insegnante, e nel 1962 sposa Derek Westwood, da cui però si separa dopo tre anni e la nascita di un figlio, Ben.


1983
1983 

La sua vita cambia definitivamente quando nel 1965 conosce un compagno di studi del fratello, creativo tanto quanto lei: Malcolm McLaren. L’inventore dei Sex Pistols, in altre parole. I due diventano prima amici e poi compagni nella vita e nel lavoro, con Vivienne che traduce in abiti e accessori le idee dirompenti di Malcolm. Oltre a fare un figlio, Joseph, insieme, i due cominciano a vendere abiti vintage e dischi in uno stand a Portobello Road. Visto il successo riscontrato da quelle prime creazioni, presto passano a offrire abiti interamente fatti da loro: li vendono in un negozio alla fine di King’s Road che aprono nel 1971, e che diventa sotto vari nomi (Too Fast to Live, Too Young to Die, Sex, World’s End) la mecca della gioventù inglese. Quelle T-shirt distrutte, ricucite e riempite di slogan politici sono già un successo, ma quando poi diventano la “divisa” del gruppo punk più dissacrante ed esplosivo di sempre, i Sex Pistols, si trasformano nel simbolo di un’epoca e di un modo di pensare. Inutile dire che l’ala più conservatrice del pubblico vede di mal occhio certi eccessi, ma ai due l’ostracismo dei benpensanti non è che interessi granché...

Vivienne e Malcolm McLaren
Vivienne e Malcolm McLaren 


Vivienne Westwood nel backstage della sua collezione Autunno-Inverno 1991/92.
Vivienne Westwood nel backstage della sua collezione Autunno-Inverno 1991/92. 

Finita l’esperienza punk, con l’inizio degli anni Ottanta la coppia debutta con una linea vera e propria, in passerella: le collezioni Pirate, Savages, Buffalo, Punkature mettono in luce l’incredibile capacità della stilista di fare propri tradizioni e costumi del passato rivoltandoli e trasformandoli in qualcosa di nuovo e magnetico. Non è un caso che di pari passo con il manifestarsi del suo enorme talento, il rapporto con McLaren vada a esaurirsi: lui era sempre stato la star nella coppia, ma gli equilibri ora sono cambiati. Libera di esprimersi, Vivienne prosegue nella sua rilettura dello stile, che siano i “suoi” punk o le mise dell’alta borghesia inglese, passando per i Ballets Russes fino a reinventare la crinolina degli abiti settecenteschi, da lei trasformata in microgonne ribattezzate, per l’appunto, Minicrini. E poi ci sono i corsetti dalla costruzione immacolata, le gonne lunghe che sul retro lasciano in bella mostra il sedere, le silhouette che fondono gli anni Ottanta e l’Ottocento. 

Vivienne Westwood al Regent Street Cinema, maggio 2022
Vivienne Westwood al Regent Street Cinema, maggio 2022 

L'influsso di Westwood sulla moda (non solo) britannica

Tutti i suoi colleghi sono influenzati da lei, e questa è una delle grandi ironie della sua straordinaria carriera. Per molto tempo Vivienne è stata la creativa più influente: le top-model sono pronte a sfilare gratis per lei (come dimenticare Naomi Campbell che nel 1992 cade sulla passerella a causa di un paio di zeppe da 20 centimetri?), gli stilisti più grandi si dichiarano suoi fan, la Regina Elisabetta la insignisce dell’Order of the British Empire nel 1992, e lei si presenta davanti ai fotografi presenti alla cerimonia roteando su se stessa, e mostrando che sotto la gonna a ruota non ha biancheria (facendo la storia anche così).
Eppure sono anni duri per lei che, fedele ai suoi principi e completamente a digiuno di economia, non sa come far quadrare i conti. L’entrata di un socio italiano, Carlo D’Amario, cambia le cose, aiutandola a far fruttare anche finanziariamente le sue capacità. Ma i soldi, per Vivienne, non sono mai stati il motivo per cui fa quello che fa, ed è anche la sua immensa coerenza ad averla resa il gigante che è.


La stilista Vivienne Westwood e il suo fidanzato Andreas Kronthaler si esibiscono sul palco dell'evento Swarovski Fashion Rocks nel 2005
La stilista Vivienne Westwood e il suo fidanzato Andreas Kronthaler si esibiscono sul palco dell'evento Swarovski Fashion Rocks nel 2005 

Nel 1993, in un corso di moda a Vienna dove insegna, conosce un suo studente, Andreas Kronthaler, 25 anni meno di lei: i due si innamorano, e lui diventa il suo braccio destro prima e il suo successore poi, permettendole di dedicarsi anima e corpo alla sua nuova battaglia, quella per l’ambiente. Nell’ultima parte della sua vita Vivienne diventa così il simbolo della lotta al Climate Change, e all’idea stessa di una moda pensata solo per essere consumata. “Buy less, buy better, make it last”: compra meno, compra meglio, fallo durare, è lo slogan che ripete durante le interviste, mettendosi metaforicamente alla guida del movimento green. E proprio in occasione della morte della stilista la maison fa sapere che la Vivienne Foundation, una società senza scopo di lucro, fondata da Vivienne, i suoi figli e la nipote alla fine del 2022, verrà lanciata ufficialmente il prossimo anno per onorare, proteggere e continuare l'eredità dell'attivismo di Vivienne. L'obiettivo della Fondazione è quello di sensibilizzare e creare un cambiamento tangibile lavorando con le ONG. Costruito su quattro pilastri: cambiamento climatico, fermare la guerra, difendere i diritti umani e protestare contro il capitalismo. La Fondazione Vivienne, spiegano nel comunicato che conferma la sua scomparsa, esiste per creare un mondo migliore e attuare i piani di Vivienne.

E se è vero che la stilista si è ampiamente guadagnata un posto tra i più grandi della moda come pure nella cultura pop della nostra epoca (un esempio su tutti: l’abito da sposa di Carrie Bradshaw nel primo film di Sex and the City), va pure rilevato come negli ultimi tempi il suo nome e il suo immaginario sono tornati a tenere campo nello stile dei più giovani.

Vivienne Westwood sfila per la sua collezione uomo autunno/Inverno 2017/2018
Vivienne Westwood sfila per la sua collezione uomo autunno/Inverno 2017/2018 

Lo scorso anno su TikTok il suo “storico” choker di perle con il globo sormontato da una croce, il suo logo, di cristalli, è diventato virale, andando sold-out in tutto il mondo. Da lì è partita la “riscoperta” del suo lavoro, complice pure la passione di star della moda contemporanea come Bella Hadid e Doja Cat. Ne è testimonianza la folla immensa ed entusiasta di curiosi davanti alla location dell’ultimo show parigino, proprio il primo che Vivienne si è persa. Si sarebbe divertita parecchio.

La foto scattata da Juergen Teller scelta da Kronthaler per l'ultimo saluto a Vivienne Westwood
La foto scattata da Juergen Teller scelta da Kronthaler per l'ultimo saluto a Vivienne Westwood 

Vivienne Westwood partecipa alla mostra di Vivienne Westwood AW20/21 durante la London Fashion Week di febbraio 2020
Vivienne Westwood partecipa alla mostra di Vivienne Westwood AW20/21 durante la London Fashion Week di febbraio 2020