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Moda

Make my Lemonade, il brand fai-da-te che fa impazzire le parigine

Make my Lemonade, il brand fai-da-te che fa impazzire le parigine
È nato come un blog per lasciare libero spazio alla fantasia: oggi Make my Lemonade è un affermato negozio di abiti e accessori parigini, grazie all'impulso e alla creatività di Lisa Gachet, sua fondatrice. Una moda sostenibile e colorata che si rivolge a tutti, in versione do it yourself o pronta per essere indossata. La sua storia è legata a una casa delle bambole e a un famoso proverbio
3 minuti di lettura

"When life gives you lemons, make lemonade", recita un proverbio americano, che letteralmente significa "quando la vita ti dà limoni, fanne una limonata". Dietro la metafora del profumatissimo agrume, c'è una spinta all'ottimismo: di fronte ai momenti della vita aspri come limoni, il segreto è trasformare le difficoltà in qualcosa di fresco e gradevole. La creativa francese Lisa Gachet ha fatto del proverbio vitaminico il suo mantra, fondando un brand parigino (in barba al nome) irresistibile: Make my Lemonade.

Lisa Gachet
Lisa Gachet 
“La mia storia è quella di una bambina che un giorno ha chiesto una casa delle bambole per Natale e al suo posto ha ricevuto una cassetta degli attrezzi" racconta divertita la giovane designer, classe 1988, originaria di Bordeaux, oggi mamma. "Mio padre mi ha spiegato che la casa delle bambole che desideravo l'avremmo costruita insieme, esattamente come l'avevo sognata". L'aneddoto della sua infanzia diventa motore di ispirazione per Lisa: "così è nata l'idea che con le mani, un pizzico di immaginazione, di bricolage e di astuzia, in ogni occasione si possano fare delle cose jolies, belle". Riposta la casa delle bambole, Gachet non ha mai più lasciato la cassetta degli strumenti.

Un guardaroba DIY

Parigi, 3° arrondissement. Lisa Gachet si forma come stilista in una delle scuole di arti applicate più prestigiose della capitale della moda, l'Ecole Duperré. Make my Lemonade, la griffe che colora le giornate spesso grigie attorno alla Senna - vedi Emily in Paris - vede la luce nel 2012, ma non con gli stessi "panni" di oggi. La mente brulica di idee e Lisa decide infatti di non tenerle tutte per sé: apre un blog di lifestyle e do it yourself, quel fai da te che in Francia si pratica con successo già da un po', ispirando i suoi followers con kit belli, oltre che funzionali. Il concetto è appunto quello di fabbricarsi da soli l'oggetto del desiderio, piuttosto che comprarlo già confezionato. Su Make my Lemonade, Gachet offre così i suoi spunti di couture e più in generale di decorazione per la casa. Parola d'ordine: vivacità.

In poco tempo, il blog riscontra un grande seguito: chi legge Lisa e ne guarda i tutorial non solo ama vederla all'opera ma si cimenta nel fare altrettanto, accogliendo di buona lena il consiglio di Gachet di passare all'azione e dare libero sfogo alla fantasia. Nel 2015 Make my Lemonade diventa una marca di completi color frutta e arcobaleno.

Parigi, 2018, 10° arrondissement: nasce la grande boutique, centro creativo oltre che semplice negozio, che a due passi dal Canal Saint Martin propone una moda da picnic chic: un country con i fiocchi, acquistabile in tutto il mondo.

Il lato blog di Make my Lemonade è rimasto vivo sulla pagina Instagram, dove Lisa Gachet ha guadagnato progressivamente nuovi followers mostrando come indossare uno stesso capo in look diversi e riuscitissimi. Se la lingua parlata è il francese, quella dello stile è decisamente internazionale: non serve comprendere tutte le parole per appassionarsi ai video-sfilata con outfit (anche da dolce attesa!).

Un brand impegnato

Non solo abbigliamento divertente, Make my Lemonade è anche un progetto impegnato su vari fronti. Lontano dai proclami di marketing più attesi dalla moda dei nostri giorni, il brand non si definisce né eco-responsabile né inclusivo. Eppure, tutta la produzione è concentrata in Europa, dalla lavorazione e confezione dei tessuti alle campagne fotografiche: "Non è mai stato fatto un viaggio aereo per uno shooting, alla ricerca di sole e mete esotiche" fanno sapere dagli uffici della griffe. Per evitare surplus e sprechi, quando i capi vanno in stock si attendono i pre-ordini delle clienti per regolare al meglio le quantità, sempre impiegando materie il più possibile green. Le collezioni di abiti e accessori si rinnovano, ma non ai ritmi della fast fashion e soprattutto in edizione limitata, per campioni. Solo i best seller guadagnano la possibilità di diventare pezzi permanenti, proposti a più riprese, quasi sempre in doppia versione: do it yourself, con modello da ricalcare e tessuti, o prêt-à-porter, pronto ad essere portato nel vero senso della parola.

©LaurenceRevol
©LaurenceRevol 
Quanto alle taglie, il brand che preferisce non dichiararsi inclusivo propone abiti dalla 34 alla 52 (nel sistema italiano, dalla 38 alla 56) e può vestire uomini e donne di tutte le età. "Se ci chiedono la 62 non la abbiamo, perché allora dire che possiamo vestire tutti?" replica il brand, in un'operazione di onestà più che encomiabile. Nel mix and match di fantasie, le stampe sono audaci e gli abiti pensati apposta per assecondare i movimenti, dai motivi più futili, come scatenarsi in pista, ai cambiamenti del corpo (un aumento di peso, la moda premaman), senza stravolgere il guardaroba.