Durante i lockdown, mentre la maggior parte dei brand faticava a raccontare le proprie collezioni senza l’ausilio delle sfilate dal vivo, Mugler faceva furore. I suoi video-show, un misto di défilé, performance, effetti speciali, supermodelle e celebrità hanno spopolato. Così, a forza di body sgambatissimi, aderenze, pannelli trasparenti, il direttore creativo, l’americano Casey Cadwallader, è ora amatissimo dal pubblico più giovane ed edonista: per esempio, da due anni i jeans stretch con oblò “strategici” del brand sono sempre sold-out. Perciò la scelta di presentare la nuova collezione see now buy now (è già nei negozi), con uno show “in presenza” giovedì sera in coda alla haute couture, ha molto sorpreso: ricreare l’energia di quei video senza effetti speciali o editing di sorta non è proprio facile. Ma Cadwallader ce l’ha fatta, allestendo un défilé in cui umano e tecnologico si sono mescolati grazie a stuoli di steadycam, telecamere su rotaie, schermi giganti e una sequenza di modelle capaci di sfilare, posare e interagire col pubblico con un magnetismo raro. Un mix perfetto per esaltare i capi, sempre molto sexy e molto rivelatori.
È stato un evento affine per energia a quelli del fondatore del marchio, Thierry Mugler, scomparso lo scorso anno. Come Thierry, anche Cadwallader mira a una moda eccessiva sì, ma anche inclusiva: per questo ha voluto che in sfilata si alternassero esordienti, veterane come Eva Herzigova e Mariacarla Boscono, performer come l’attrice transgender Dominique Jackson, una sua musa, o la dj e compositrice queer Arca. Unico neo a quest’inclusività, la presenza di una sola modella più curvilinea, Paloma Elsesser, su 36 uscite. Un po’ poco.
Haute couture

Haute couture
Il défilé inclusivo (ma poco curvy) di Mugler
In passerella, esordienti, veterane come Eva Herzigova e Mariacarla Boscono, performer come l’attrice transgender Dominique Jackson, una sua musa, o la dj e compositrice queer Arca
di Serena Tibaldi