Nel 2020, un sogno a lungo accarezzato diventava una collezione di 12 capi: Crida. Oggi il marchio lanciato da due amiche, Cristina Parodi, noto volto televisivo, e la stilista Daniela Palazzi (Crida è composto dalle prime lettere dei loro nomi), è una realtà declinata in novanta pezzi. "Abbiamo fatto un bel cammino", racconta Parodi, "Poco dopo il debutto è arrivato il Covid che ha bloccato tutto. Ma noi avevamo un progetto chiaro in mente: l'abito al centro della collezione, una femminilità non ostentata, la scelta di tessuti belli e naturali del nostro made in Italy e l'idea che fosse arrivato il momento di comprare meno ma meglio. Tutti concetti che, proprio negli anni della pandemia, sono stati rivalutati. Noi eravamo pronte".
Parodi e Palazzi hanno perseverato: la loro start up ben ancorata nel territorio, con manifatture a Bergamo, Brescia e Milano, ha visto pian piano aumentare i punti vendita, che ora sono un centinaio, ed è iniziata la conquista del mercato estero con Londra, Bruxelles, Siria, Kuweit e la catena americana del lusso Neiman Marcus: "Nei Paesi arabi la nostra proposta di eleganza mai troppo sfacciata, o legata alle tendenze, è molto apprezzata", continua Cristina Parodi.
Oggi Crida presenta nella galleria Glauco Cavaciuti di Milano, a margine della Fashion Week, il prossimo autunno-inverno. "L'idea base delle nostre collezioni ruota attorno ad abiti timeless, quello midi in seta con le maniche lunghe, per esempio, si presta ad essere portato in qualsiasi stagione. Poi, certo, cambiano i pesi dei tessuti, la seta però c'è sempre che sia in chiffon, satin o sablé. Affiancata, per quando fa freddo, al velluto e a lane di qualità, anche mescolate al cotone", spiega Parodi, "ci piacciono i tessuti naturali, da noi non sono previste le fibre sintetiche. La caratteristica dei materiali che utilizziamo è una morbidezza che corrisponde alla nostra idea di stile: gli abiti non sono mai troppo aderenti, devono poter cadere e avere una certa fluidità. E essere comodi, senza zip e con tagli che vestano tante tipologie di donna senza escludere nessuna".
Ogni collezione del marchio è ispirata a una regione d'Italia, "è anche l'occasione per scoprire località conosciute o magari meno note ma suggestive del nostro Paese. Quando vado a fare i sopraluoghi nascono idee e colori per i nostri vestiti. La p/e è dedicata all'Emilia Romagna "con l'allegria, l'ottimismo, l'accoglienza e la voglia di mare che la contraddistinguono. Mentre per l'a/i sono andata nel mio Piemonte, guardando all'eleganza di Marella Agnelli, semplice, minimalista e incredibilmente raffinata".
L'azienda mira a espandersi e a consolidarsi, un'impresa che vista la crescita costante dovrebbe riuscire. Lo sguardo femminile delle due socie-amiche corrisponde a quello di tante donne. "Ci siamo reinventate a 50 anni suonati. Le donne quando decidono di buttarsi nell'imprenditoria ci mettono anima, cuore, passione. Abbiamo cresciuto Crida come un figlio, l'ottavo nel nostro caso, dopo i sette che già abbiamo".