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Fabrizio Porcaroli: "Geloso di Benedetta, ma i figli devi lasciarli andare. Anche a sbattere"

Fabrizio Porcaroli insieme alla figlia, l'attrice Benedetta Porcaroli
Fabrizio Porcaroli insieme alla figlia, l'attrice Benedetta Porcaroli 
Il papà della giovane attrice, una delle più affermate della sua generazione, si racconta nel giorno di San Giuseppe. L'infanzia di Benedetta "una piccola iena", il dolore della separazione, la simpatia per Pietro Castellitto, il nuovo fidanzato. Con schiettezza e sincerità, e un amore di padre sconfinato
4 minuti di lettura

'La Festa del Papà? Ah beh... quella Benedetta non se la scorda mai... Anche oggi, ne sono certo, arriverà la sua telefonata. A pranzo no, invece. Non verrà, altrimenti avrei già preparato il suo piatto preferito: abbacchio con le patate. Perché voi la vedete così filiforme, esile, ma datele un piatto di carbonara e nel giro di due minuti, la ragazza la fa sparire...". E fa sorridere pensarci, perché la "ragazza" è Benedetta Porcaroli, solo 24 anni ma un Palmares già fitto di successi in tv e al cinema, da Baby a Perfetti sconosciuti a La scuola cattolica. E a raccontarla così è Fabrizio Porcaroli, 64 anni, romano, avvocato, archeologo, scrittore, insegnante di storia e filosofia e più di tutti "papà totalmente innamorato".

Cominciamo con una domanda semplice e diretta. Lei è geloso della sua "bambina"?

"Gelosissimo. Non solo di Benedetta, in realtà, ma anche di Guglielmo, l'altro mio figlio che ha appena compiuto 18 anni. Perché la mia non è una gelosia legata al possesso, ma al disagio di non poter stare sempre con loro, specie dopo la separazione con la madre. Giustamente loro hanno il lavoro, lo studio e gli amici che occupano il loro tempo, e me ne devo fare una ragione".

E poi ci sono i fidanzati.
"Credo di essere sempre stato un padre accogliente con tutti i ragazzi di Benedetta. Con qualcuno c'è stato più feeling, con altri meno..., come è normale che sia".

A questo punto scatta il gossip: con chi più e con chi meno?
"Diciamo che l'attuale, Pietro Castellitto, lo trovo un ragazzo molto simpatico e intelligente. Lo capisci da come ride... Ma in generale, ho sempre cercato di essere un papà presente, ma non ingombrante".

A chi assomiglia Benedetta?
"Molto a me. Ho fatto un fotomontaggio con una mia foto di quando avevo 19 anni, e siamo identici. Da me ha ripreso l'altezza, e dalla mamma il colore degli occhi".

Il fotomontggio fatto dal papà
Il fotomontggio fatto dal papà 

Non la spaventa tutto ciò che ruota attorno al cinema? Il #metoo ha scoperchiato un mondo molto segnato da abusi della sfera sessuale e non solo.
"Il #metoo ha scoperchiato il vaso di Pandora. Che fosse un ambiente "tosto" si è sempre saputo. E Benedetta me lo ha confermato, ma io so anche che lei è una tosta. E poi sono dell'idea che, come genitore, devi dare fiducia e i figli, devi lasciarli andare. Anche a sbattere, se necessario. Gli sbagli fanno crescere".

Si ricorda il primo provino di Benedetta?
"Ricordo benissimo come è cominciata. Per caso. Eravamo a vedere una partita di pallone in cui giocava il fratello. Eravamo tutti intorno al campo a fare il tifo, quando si è avvicinata la mamma di un amichetto di Guglielmo, Fiamma Consorti, che fa l'agente, e guardando Benni ha detto: "A questa ragazza vediamo di farle fare qualcosa?" Detto, fatto: provino per Tutto può succedere. E l'hanno presa. Benedetta si è ritrovata, senza rendersene conto, su un set".

Tutto può succedere, mai un titolo è stato più benaugurante. I film di sua figlia le sono piaciuti tutti?
"No, non tutti. Ad esempio non ho amato l'"Ombra del giorno" con Riccardo Scamarcio. E non ho amato vedere "La Scuola Cattolica". Benedetta interpreta Donatella Colasanti, la sopravvissuta della strage del Circeo. Guardarla al cinema è stato uno shock. Quale padre vorrebbe vedere una figlia ridotta così? Tra l'altro, per età e vissuto, quella storiaccia mi è rimasta appiccicata addosso. I protagonisti, a cominciare da Andrea Ghira, quando ero ragazzo li conoscevo di vista. Andavamo tutti a nuotare al San Leone Magno. E vedere Benedetta in quel ruolo, tutto quell'orrore, mi ha davvero turbato pensando allo strazio provato dai genitori delle vittime".

Come era Benedetta da piccola?
"Una iena! (ride). È sempre stata una ragazzina complicata, spigolosa, difficile da gestire. Molto ironica... a casa Ia chiamavano tutti Titina. Io la chiamavo "Fiadena" e mi scuso con chi non è romano se non capisce cosa voglio dire... (Figlia di buona donna ndr) Sicuramente durante l'adolescenza ha attraversato un momento difficile per via della separazione da mia moglie. È stato un trauma per tutti".

Adesso che tipo di famiglia siete?
"Quella che si dice allargata. Abbiamo un ottimo rapporto e ci vogliamo molto bene".

Che sorella è, Benedetta?
"Con Guglielmo è molto protettiva, affettuosa. Ma è anche una che non fa sconti al fratello se c'è da mettere dei paletti o essere dura per qualche motivo".

Benedetta e Guglielmo insieme al Festival del cinema di Venezia
Benedetta e Guglielmo insieme al Festival del cinema di Venezia 

Certo che così giovane le ha già dato tante soddisfazioni.
"Altroché! Nel lavoro, ma anche nella vita di tutti i giorni. È riuscita a comprare già una casa tutta sua, piccola ma deliziosa, a Monteverde vecchio, davanti a un convento di suore. Il suo manager, diciamo così, riguardo a ciò che guadagna, è il nonno Mauro"

Lei ha assistito al parto?
"Sì ero in sala. È nata alle 4 del mattino dopo un lungo travaglio, come dicevo è sempre stata una persona impegnativa... (ride). E la cosa incredibile è che quando l'hanno portata via non l'ho vista. Aveva sofferto, ed era talmente scura che ho pensato l'infermiera avesse un sacchetto grigio tipo spazzatura in braccio".

Il ricordo più bello?
"Quando ancora sporca del parto le ho fatto subito il primo bagnetto. Felicità allo stato puro".

Lei avvocato ha due lauree, ha cambiato tanti lavori. E ha da poco scritto un libro. Benedetta è orgogliosa di lei?
"Credo di sì, ma non ho mai alimentato falsi miti su di me: con i ragazzi ho un rapporto schietto e di sincerità. A loro racconto vittorie e sconfitte senza mai nascondermi. Qualche settimana fa, alla presentazione di "Gregory tre storie in uno", che è una po' la storia romanzata della mia famiglia, ho voluto che Benni leggesse alcuni brani. Devo dire che mi sono commosso. Era una po' la chiusura di un cerchio".

Un rammarico?
"Io sono religioso: credo. Invece né in lei né in Guglielmo sono riuscito a instillare il desiderio di fede".

Qual è la cosa che la preoccupa di più, da padre?
"Mi preoccupano le persone che la possono avvicinare. Anche se, ripeto, lei è una concreta che sa il fatto suo. Le ho sempre ripetuto di non avere mai paura di essere sé stessa. E di non sentirsi mai di serie B, come capita che molti nella vita ci vogliono far credere. Ognuno ha le proprie peculiarità e la ricetta per vivere bene è sapersi accettare anche con i propri difetti".

Benedetta, Fabrizio, Guglielmo Porcaroli
Benedetta, Fabrizio, Guglielmo Porcaroli 

Benedetta ne ha pochi a dire la verità: alta, occhi verdi, fisico da mannequin.
"È vero, Benedetta è una ragazza magra, asciutta. Ma proprio per questo, quando andava al liceo Mamiani la prendevano di mira. La chiamavano 'Porcaroli la piatta'. E invece, come dicevo, questa sua caratteristica è il quid in più che le dà eleganza e che fa la differenza".

È complicato avere una "diva" in famiglia?
"Benedetta è tutto meno che una diva. Lo vedo da come è sempre carina e paziente con la gente che la ferma per strada. Sempre un sorriso, mai uno sbuffo. Ride, scherza, fa i selfie. Ha molto rispetto del prossimo, figurarsi del suo pubblico. Di questo sono molto orgoglioso. Perché penso che qualcosa di buono, allora, devo averglielo tramesso davvero...".  

Benedetta alle elementari
Benedetta alle elementari 
Con la nonna
Con la nonna 

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