Il proverbio popolare non sbaglia: nei primi giorni di aprile è comune avvertire un accresciuto desiderio di sonno. Il senso di spossatezza deriva proprio dal cambio di stagione. L'ora legale, con le sue maggiori ore di luce, contribuisce allo sfasamento dei nostri ritmi. Accade così, che in attesa di attivarci con la primavera, il nostro corpo avverta una sensazione di spossatezza. Il rimedio efficace e sicuro è assecondare le richieste del nostro corpo, concedendoci il giusto e regolare riposo.
Un terzo della nostra vita si svolge in questa dimensione "altra" eppure rimane ancora molto da capire sul sonno. Si sa che è necessario al corpo e al cervello per rigenerarsi e per ripararsi e che il consolidamento della memoria, l'elaborazione delle informazioni, la crescita fisica e molte altre sofisticate funzioni biologiche e psicologiche avvengono proprio mentre dormiamo. Perché non siamo passivi e spenti ma svolgiamo attività preziose. Addirittura nel sonno profondo, mentre alcune cellule riducono la loro attività, altre l’aumentano.
Anche i processi neurali del sogno sembrano essere in grado di portare importanti benefici per la regolazione delle emozioni e della creatività. Il sonno REM ci aiuta infatti non solo a ricordare eventi emotivamente importanti ma anche a dissolvere cariche emotive dolorose.
I disturbi del ciclo del sonno, infatti, sono in grado di danneggiare il funzionamento di numerosi sistemi corporei. Non dormire a sufficienza regolarmente può crearci tanti guai, ad esempio compromettere pensiero, memoria, concentrazione e umore nel breve periodo e predisporre a obesità, diabete, malattie cardiovascolari a lungo termine. Anche dormire troppo è correlato a disturbi fisici e mentali. Il sonno disturbato può portare disturbi psichici così come possono essere i disagi psicologici a scombussolare il sonno. Ancora certi meccanismi non sono del tutto chiari.

L’importanza della nostra vita ad occhi chiusi
Eppure la difficoltà di riposare bene e a lungo non sembra raccogliere tanta attenzione. Mentre preoccupano tempo e qualità del riposo dei più piccoli - pensiamo alle ninne nanne e ai rituali ossessivi nelle camerette dei bambini ogni sera -, il sonno degli adulti rimane trascurato. Oppure medicalizzato, come se la soluzione stesse solo in una pillola magica. In certi casi diventa fissazione finendo per venire ulteriormente disturbato. Si sottovaluta anche la funzione psicologica di questo affascinante stato di coscienza, l’importanza del saper scivolare indifesi nel lato inconscio della notte, nella nostra parte buia, di scollegare la coscienza e finire in questo buco percettivo. E dei significati che possono avere la resistenza a lasciarsi andare e perdere il controllo così come il bisogno esagerato di dormire per rifuggire da una realtà opprimente.
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Dormire per offrire la versione migliore di noi stessi
La scienza praticamente ci dice che per essere sani, intelligenti, giovani e di buon umore bisogna dormire. Bene e abbastanza. Se vogliamo migliorare la concentrazione e le prestazioni, se desideriamo perdere peso, migliorare la nostra vita sessuale ma anche le relazioni con gli altri - la mancanza di sonno porta infatti a ritiro sociale -, ecco, possiamo sdraiarci ogni sera e inoltrarci speranzosi nel mondo dei sogni. Prendersi cura di se stessi può voler dire allora curare la nostra vita ad occhi chiusi. Capire cosa possiamo fare per migliorare il nostro sonno, pensare che non abbiamo un interruttore on-off con il quale spegnersi e accendersi. Il sonno è una forza troppo potente per ribellarsi e gestirlo come vogliamo, costringendo il sistema dei centri del sonno a rimanere attivo innaturalmente se siamo stanchi ad esempio o a scollegarsi se siamo agitati.
Rimanere svegli la notte non è sempre preoccupante, in alcuni momenti della nostra vita può essere una risposta tutto sommato adattiva, quando emozioni forti ci travolgono, quando abbiamo bisogno di restare attenti e connessi. In moltissimi casi per aggiustare il riposo notturno è sufficiente migliorare l’igiene del sonno. In altri però, quando l’arrivo del buio inquieta e le notti bianche si susseguono, abbiamo bisogno di chiedere un aiuto professionale.
Alcune novità nella scienza del sonno
Nuove prove suggeriscono che la mancanza di sonno è associata a comportamenti egoistici. Secondo un recente studio pubblicato sulla rivista online Plos Biology condotto dalla neuroscienziata Eti Ben-Simon e collaboratori, del Center for Human Sleep Science dell'Università della California Berkeley, il sonno inadeguato rappresenta una forza influente significativa che condiziona la disponibilità degli esseri umani ad aiutarsi l’un l’altro. Sulla base di tre livelli di analisi – individuale e su larga scala , la ricerca ha verificato che un sonno inadeguato compromette le interazioni tra gli individui. Risulta infatti che la privazione di sonno per una sola notte è associata ad una minore disponibilità ad aiutare gli altri e a una diminuita attivazione delle aree del cervello coinvolte nell’empatia, quella rete cognitiva sociale deputata alla prosocialità. Praticamente dormendo poco, quando interagiamo con le altre persone, risultiamo meno gentili, generosi, propensi ad aiutare. Non ci connettiamo all’altro.
Un curioso studio pubblicato a dicembre 2022 sul Journal of Sleep Research (Fee Benz e collaboratori) ha evidenziato come l’idea di quanto crediamo di dormire nella notte sia lontana dai tempi effettivi di sonno. Praticamente tra le stime soggettive mattutine e il diario del sonno autocompilati dai soggetti coinvolti nello studio e i dati ricavati dalla polisonnografia (esame che studia il comportamento dei soggetti durante il sonno), non è stata rilevata nessuna relazione. Il giudizio sul tempo del proprio sonno ha sforato di due ore in più e fino a quattro ore in meno la durata vera. In particolare, i soggetti con insonnia pensano in media di dormire meno di quanto in realtà fanno mentre i “buoni dormitori” credono di dormire di più rispetto alle ore effettive. Se questi dati aiutano a capire la necessità di tener conto della popolazione studiata e del metodo di valutazione nell’interpretare i risultati degli studi, ci dicono anche quanto possiamo sbagliarci sulla nostra vita notturna. Del resto, mentre dormiamo non sappiamo di farlo.