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Yeezy x adidas: le scarpe della discordia saranno vendute per beneficienza

Yeezy x adidas: le scarpe della discordia saranno vendute per beneficienza
Dopo mesi di indecisione, Bjørn Gulden, CEO di adidas, ha dichiarato che l'azienda proverà a vendere la merce rimasta nei magazzini dopo il divorzio da Kanye West, e donerà i proventi "Ad organizzazioni che sono state colpite dai commenti di Ye"
1 minuti di lettura

Adidas venderà le scarpe nate dalla defunta collaborazione con Kanye West, ma devolverà i proventi in beneficienza: ci sono voluti mesi, ma il colosso tedesco dell’abbigliamento sportivo sembra aver preso una decisione per quanto riguarda le tonnellate di stock invenduto in seguito alla chiusura della linea Yeezy x adidas. Un dilemma di enorme entità, dato che si parla di 1.3 miliardi di dollari di merce (qualche fonte dice 1.2) rimasta in magazzino e diventata invendibile in seguito al divorzio dal produttore e rapper.

Recap: la rottura tra adidas e Ye

Lo scorso ottobre Kanye West, che oggi si fa chiamare Ye, ha visto stracciare una serie di contratti con i brand di moda con cui collaborava in seguito alle sue ripetute esternazioni antisemite, razziste, sproloqui al limite della lucidità mentale. Dalla t-shirt ‘White Lives Matter’ che canzonava il movimento Black Lives Matter, al bullismo contro chi ha provato a contestarlo (come la giornalista Gabriella Karefa-Johnson), dai post social in cui inneggiava a Dio e Gesù fino ai commenti antisemiti, che sono stati la goccia che ha fatto traboccare il vaso, lo scorso autunno Kanye West ha sproloquiato parecchio.

Tutti i marchi coinvolti con il controverso personaggio, da Gap a Balenciaga, ne hanno preso le distanze, e così ha fatto anche adidas. Che però si è ritrovata in un bel guaio: da un lato, la perdita degli introiti da capogiro che la collaborazione con Ye garantiva (ogni modello della linea Yeezy x adidas ha fatto furore, in particolare le iconiche ciabatte con la suola dentellata e le sneakers in schiuma), dall’altro le rimanenze di magazzino.

Bjørn Gulden, che dall’inizio del 2023 ha preso in mano le redini dell’azienda, ha dichiarato che distruggere l’invenduto non è un’opzione contemplabile (compiere un gesto tanto inquinante ed emblema di spreco con gli occhi del mondo puntati addosso non sarebbe stata una mossa particolarmente furba), e pertanto si è giunti al compromesso: vendere, ma donare i ricavi in beneficienza. “Bruciare la merce non è la soluzione”, ha dichiarato il CEO. “Stiamo cercando di vendere almeno una parte della mercanzia e donare i proventi ad organizzazioni che sono state colpite dai commenti di Kanye”.

Non è ancora chiaro quali saranno queste organizzazioni, ma secondo il ragionamento di Gulden dovrebbe trattarsi principalmente di associazioni che combattono il razzismo e l’antisemitismo. “Non sappiamo ancora come e quando, ma ci stiamo lavorando”, ammette. Tuttavia, in caso di vendita sorgerebbe un altro problema, perché parte del ricavato spetterebbe di diritto anche a Ye: insomma, la patata bollente tra le mani di adidas non si è ancora raffreddata del tutto.

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